Piazza Affari, il Toro fa dietrofront

Piazza Affari, il Toro fa dietrofront Piazza Affari, il Toro fa dietrofront Tocca il nuovo massimo, rallenta e chiude in perdita MELANO. «La Borsa faccia ciò che vuole. Non sono il suo presidente o un suo operatore». Da Buenos Aires, Romano Frodi liquida così le polemiche sul suo invito alla prudenza sul mercato azionario. Ma certe polemiche devono aver lasciato il segno. «Faccio l'economista - aggiunge il presidente del Consiglio - e so che esistono determinati rapporti tra i fondamentali delle economie e delle imprese e l'andamento della Borsa. Bisogna essere attenti ai valori di fondo se voghamo un'economia seria e non lasciarsi trasportare né dalle illusioni, né dalle disperazioni». Stavolta, a differenza di quanto è succeso nelle passate sedute, l'appello alla prudenza coglie nel segno. Piazza Affari, partita di slancio al punto di segnare nel durante un nuovo massimo (Mibtel 26.741), frena di colpo e lascia sul terreno tutti i guadagni e qualcosa, molto di più (Mibtel 25.574, 2,35% rispetto alla vigilia). Alla fine dell'ennesima, vorticosa seduta da 7500 miliardi di scambi, il Toro sembra aver final- mente deciso di frenare, almeno per ora, la sua corsa. Anche i cavalli di razza rallentano: Mediobanca, da un massimo di 32.500 hre, chiude a quota 30.700; le Fiat, dopo la smentita del gruppo sulle ipotesi circolate alla vigilia (prima fra tutte la prossima quotazione della Fiat Auto) segnano un prezzo finale poco sopra le 8400 lire, dopo avere sfondato il tetto delle 9 mila lire. Nel resto del Mib 30 si segnalano quasi solo perdite rispetto alla vigilia, dalle Generali (-1,33) alle Comit (-2,61), da Banca Roma a Credit e San Paolo (-4,99). Fa eccezione, nel listino, l'ennesimo, straordinario balzo dell'Alitalia (+19,62%) al centro di manovre che vanno probabilmente al di là della congiuntura borsistica. L'attenzione, insomma, è calamitata dagli inviti alla prudenza, in arrivo da mezzo mondo. Mentre i banchieri e gli industriali ascoltano a Milano le parole di Tommaso Padoa Schioppa, presidente della Consob, Prodi parla dall'America Latina. E Dini gli fa eco da Mosca. «Attenti, le bolle si sgonfiano...». Così il ministro degh Esteri, Lamberto Dini, risponde a chi chiede la sua opinione di banchiere sul boom del listino. «Mi auguro - aggiunge - che l'esplosione del mercato sia dovuta a un riesame dei fondamentali della nostra economia e delle sue capacità di crescita. Altrimenti ci troveremmo davanti ad una bolla speculativa come abbiamo visto in tanti altri Paesi». «E sappiamo conclude - che quando la Borsa investe anche le famiglie, gli individui, vuol dire che abbiamo raggiunto un livello molto pericoloso». E l'ultimo invito alla cautela arriva da Parigi, dal quartier generale dell'Ocse, da dove gli economisti dell'organizzazione avvertono che «molti indicatori lasciano pensare che il mercato delle azioni sia sopravvalutato negli Stati Uniti, in Italia e in Canada». Un messaggio inquietante soprattutto perché i conti dell'Ocse si riferiscono al novembre scorso, ben prima del vero boom dei prezzi... Una situazione inquietante, quindi, anche se lo stesso Ocse avverte che in caso di crollo della Borsa, tipo quello dell'87, le conseguenze per l'economia italiana sarebbero modeste: non più dello 0,1 sul Pil. Ma quanto hanno pesato i vari inviti alla prudenza nell'inversione di rotta del mercato? Probabilmente meno di Wall Street. Il Nyse, dopo aver «bucato» lunedì quota 9 mila del Dow Jones ha corretto la direzione di marcia scivolando di un centinaio di pun- Anche Dini e l'Ocse invitano alla prudenza L'indice Mibtel (-2,35%) brucia i guadagni

Persone citate: Dini, Lamberto Dini, Prodi, Tommaso Padoa Schioppa

Luoghi citati: America Latina, Buenos Aires, Canada, Italia, Milano, Mosca, Parigi, Romano Frodi, San Paolo, Stati Uniti