QUEI BRAVI RAGAZZI

QUEI BRAVI RAGAZZI QUEI BRAVI RAGAZZI BEATLES e Rolling Stones; Oasis e Blur; anche noi nel piccolo della nostra penisola abbiamo avuto un dualismo in campo musicale. Dualismo si fa per dire; più semplicemente due gruppi che, negli Anni Settanta, hanno portato a spasso per il mondo il rock nostrano. L'uno era la Premiata Forneria Marconi; l'altro, il Banco del Mutuo Soccorso. Quanta gavetta, serate passate a sunare canzoni romantiche, sullo stile di Roma nunfa la stupida stasera e via dicendo, per trovare l'ingaggio che permettesse loro di comperare gli strumenti. Poi i primi concerti con brani propri e di conseguenza i primi fans. E ancora i concerti importanti, come quello QUE del 1972 a Villa Pamphili a Roma, quando il Banco trionfò dopo che il cantante Francesco «Big» Di Giacomo esordì richiamando il pubblico, che schiamazzava e tirava zolle sul palco prendendo in giro i musicisti, con la schiettissima frase: «Ahò, non fate gli stronzi». Loro, i ragazzi del Banco, non si sono mai comportati nella suddetta maniera. Anzi, sono ancora qui dopo trent'anni di carriera, di dischi, di concerti, ma anche di attenzione a ciò che è successo intorno a loro. Vittorio Nocenzi, eterno ragazzone dei castelli romani, mano si¬ AZZI nistra più veloce del West, virtuoso pianista e compositore del gruppo, ha anche prodotto un gruppo ultra indipendente ed ultra militante come i romani AK47, non si è fermato a vivere sulle glorie passate ma, come il resto del gruppo, ha continuato a guardare avanti forte della propria esperienza, ma anche con l'umiltà di prestare attenzione alle nuove realtà. Basterebbe questo a motivare l'interesse per una loro esibizione: la gavetta, la voglia di suonare ancora, il non fossilizzarsi... di questi ragazzi nati negli Anni Cinquanta a suqn di rock'n'roll e maturati nei Settanta a rock e musica classica. Giorgio «Zorro» Silvestri

Persone citate: Di Giacomo, Marconi, Vittorio Nocenzi

Luoghi citati: Roma