SE BIONDI VAGA TRA DUE MONDI di Sergio Pent

SE BIONDI VAGA TRA DUE MONDI ROMANZI SE BIONDI VAGA TRA DUE MONDI Così si apre «una porta di luce» L discorso, ormai un po' risaputo ma con qualche barlume di riscontro, è quello della cosiddetta narrativa «media». Termine banale, che delimita però il simbolico confine tra i picchi di certi illeggibili Grandi e il romanzetto di puro intrattenimento, rosa pallido o giallo spento che sia. Ovviamente, anche se poi tutti alle spalle spettegoliamo come tti ll'it ttit h serve, gli sguardi sono sempre puntati sull'ipermercato statunitense, che riesce a sfornare prodotti fruibili da tutti e apprezzabili anche da parte dei fanatici adoratori di John Barth o - in casa nostra - del magmatico Gadda. Se non è Letteratura, è comunque narrativa piena e intelligente, sono scrittori in grado di mettere in piedi una storia puntellandola con ogni astuzia, sanno cosa vuole un lettore attento e curioso e, molto spesso, lo accontentano e lo gratificano. Dai Paperoni Turow e Grisham, passando per narratori diversi ma emblematici ciascuno col proprio mondo, come DeMille, Katzenbach, Ellroy, Hiaa- sen, Conroy e il sempre più dickensiano Irving, siamo di fronte ad un campionario variegato di scelte, in cui il mestiere di raccontare storie viene svolto da artigiani prestigiosi, se proprio voghamo lasciare l'Arte ai pochi, fortunati - ma sarà poi così? - eletti. Passin passetto, dicevamo, riandando magari ad imo come Arpino che già secoli fa si proclamava «narratore di storie», troviamo risposte ai nostri palati quattro stagioni in gente come Ongaro, Cacucci, Soria, Camilleri, Pederiah, Evangelisti, Altieri - citando per «simpatia» - fino ai nomi nuovi come Buricchi e Polillo. Anche noi, con un inatteso boom in anni recentissimi, abbiamo dunque i nostri Indiana Jones della letteratura. E se leggerli è un piacere, crediamo che il discorso si possa per ora chiudere, a favore di tutti, scrittori e pubblico. Lo spazio per il nuovo romanzo di Mario Biondi si è così ridotto a poche righe, ma speriamo gli sia gradito far parte di una schiera di autori in grado di allietare le ore vuote di lettori onnivori, vista la varietà - davvero a tutto campo dei suoi soggetti, dal lontano Oriente al futuro dietro l'angolo. Quello, per intenderci, di questa ((porta di luce», che ha tutte le caratteristiche per coinvolgere e per ricamarci su una ricca serie di congetture filmiche. Jacopo Sassi, famoso personaggio Tv, è in coma dopo esser stato travolto da una slavina sulle Alpi Marittime. Il figlio tredicenne Niccolò si ritiene in parte colpevole dell'accaduto e si rifugia in un mondo di amicizie virtuali - Nick dello Spazio - che lo conducono fuori dalla realtà, com'è tipico degli adolescenti. Le cure mediche non servono, ma Cristina Donghi, da anni innamorata di Jacopo, non demorde. La medicina ufficiale viene accantonata per seguire l'ipotesi di una fede che sta tra superstizione e magia, tra tecnica avveniristica e antiche cure naturali. Sui monti Tatra opera il dottor Dimitru Minea, una specie di santone in grado di ridar vita a coloro che vagano tra due mondi, quello terreno e l'altro in gran parte ignoto - delle OBE (Out of Body Experience), quel limbo di vuoto in cui la coscienza si separa dal corpo per galleggiare in una dimensione astratta, tra la vita e la morte. Il romanzo si trasforma poi, da progetto di fede, m avventura incalzante, con una spietata multinazionale che perseguita il dottor Minea per carpire il frutto dei suoi studi, con la polizia italiana che dà la caccia alla ((fuggiasca» Cristina, rea di aver sottratto il paziente alle cure ufficiali. Diciamo che tutto si risolve per il meglio, con l'aiuto dello zio di Jacopo - il vecchio eremita Max Adorno -, del rinfrancato Niccolò e di un gruppo di intrepide suore da combattimento, tra scaz zottate, agguati, inseguimenti, te rapie che spaziano dall'uso medico del computer alla «saggezza dei po poh» in grado di trovare il giusto ernhhbrio per nuove rinascite. L'i potesi è azzardata, occorre crederci, come occorre credere a tutte le congetture irreali messe in piedi da Biondi nel corso della narrazione, tra fede nell'ignoto e fiducia nelle capacità umane di sfruttare i segre ti dell'inconscio, anche attraverso i nuovi linguaggi della tecnica. Con un passo azzardato, Biondi si è già portato avanti nei lavori, prospettando un'ipotesi di romanzo futuri bile, in cui l'uomo, messo di fronte alle proprie responsabilità, sa annullarsi e ricrearsi premendo qua! che tasto. Sarà la magia del Terzo Millennio? Sergio Pent Un famoso personaggio della televisione va in coma dopo esser staio travolto da una slavina sulle Alpi Marittime Un giallo dello scrittore spagnolo: Toni Romano coinvolto in una torbida trama orchestrata dai colleglli ex sbirri Mario Biondi Juan Madrid UNA PORTA DI LUCE Mario Biondi Longanesi pp. 278 L 29.000

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