UN CARO SALUTO DA... L'ITALIA IN CARTOLINA

UN CARO SALUTO DA... L'ITALIA IN CARTOLINA UN CARO SALUTO DA... L'ITALIA IN CARTOLINA Una raccolta per capire comperavamo URONO forse i fratelli Goncourt verso la metà del secolo scorso i primi a rendersi conto che non esistono documenti storici minori, trascurabili, insignificanti, che per farsi un'idea, ad esempio, della «Società francese durante la Rivoluzione» serviva anche prendere in esame parrucche e menu di ristorante, programmi teatrali, profumi, caricature, sorbetti. Non c'è dubbio che se all'epoca fossero esistite le cartoline illustrate i due meticolosi cronisti le avrebbero prese in rispettosa considerazione. Ma le cartoline vennero pochi decenni dopo, non si sa esattamente quando, e questa sfuggente data di nascita è del resto oggetto di dotte controversie tra gli esperti. Numerosissimi, ormai, e dediti alle più sofisticate diversificazioni, cartoline liberty, di guerra, d'arte, di auguri, per innamorati, ecc. Materia come si vede assai vasta, entrata a pieno titolo nella cosiddetta antropologia culturale e presumibilmente dei d ii stinata a una cattedra universitaria tutta per sé, grazie a qualche ministro audacemente innovatore (tutti lo sono, alla Pubblica istruzione). Enrico Sturani, studioso e collezionista di fama internazionale, già autore di un bell'album sulle cartoline-ritratto di Benito Mussolini (relativamente poche, il Duce non le amava un granché, per strano che possa sembrare), ha ora curato un'opera di notevole impegno storico nonché d'intelligente intrattenimento, L'Italia in posa, cento anni di cartoline illustrate, edito da Electa Napoli. Nessuno qui deve aspettarsi delle cartoline «belle»; ma neppure cartoline scelte deliberatamente per la loro bruttezza, assurdità surreale, ridicolaggine, o per le loro suggestioni nostalgiche. I patrocinatori dell'impresa sono il ministero per i Beni culturali e ambientali e l'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione. Anche se a noi personalmente sembra un libro da regalare agli amici, da tenere sul tavolo per sfo- gliarlo e leggerlo con curiosità, si tratta di cosa seria, non certo di confezione racimolata con intenti strennistici. L'Italia in posa annunciata dal titolo ha un suono un po' magmatico, ma gli ordinatori ci spiegano subito che vedremo cartoline assolutamente qualunque, banali, di quelle che si compravano (e si comprano) dal tabaccaio, per mandare un saluto da un qualsiasi Comune della Penisola, grande o muniscolo che sia. Vedute quasi mai firmate dal fotografo, spesso senza il nome dell'editore, grige come si conviene a un documento d'archivio, e che sarebbero, prese una per una, tristissime. Ma i selezionatori le hanno felicemente animate mediante una classificazione di taglio vivace: «In piazza c'è un monumento», «La spiaggia attrezzata», «Dal panorama mostrato al panorama occultato», «Dalla villa ai villini», e così via in una serie ragionata e ragionevole di sottocapitoli. Ce n'è una, sul terremoto di Messina e altri disastri, che costituisce un vero e proprio documentario in sequenza, prima e dopo i crolli, terremotati, soldati, volontari che si danno da fare, le file delle baracche «americane» di pronto soccorso. E un'altra sequenza riguarda Napoli e il Vesuvio, ripresi sempre con un pino in primo piano lievemente «spostato» secondo l'estro dei diversi, anonimi fotografi. Ogni pezzo è datato e succin¬ tamente, spesso spiritosamente, commentato. «Sangemini Porta Romana e Auto-Garage. Viaggiata 1912. Non esistendo modelli stilistici di riferimento per il garage, ci si è lasciati ten- tare dal babilo-nouveau». O ancora: «Cavalese. 1950 ca. Il palo della luce si afferma sovente con tutta la sua inespressiva perentorietà». Qualcosa di vagamente criminale trapela da questo dossier, come se stessimo consultando un casellario della questura dove si succedono stazioni ferroviarie deserte, dechirichiane, vie in cui è registrato di spalle un unico passante, gruppi di albergatori e clienti che ci fissano davanti a una pensioncina, un uomo (il padrone?) che brandisce un fiasco ai tavoli di una trattoria, ombrelloni, buoi aggiogati, viadotti, fieri grattacieli, tenne, giardini pubblici con chiosco svizzero, con fontana fascista, stadi, piscine, monumenti ai caduti. Che specie d'Italia si può dedurre da un simile ventaglio d'indizi? Che cosa avrebbe detto Leopardi dei costumi cartolineschi di questi italiani del XX secolo? Chi ci è vissuto in mezzo non ha naturalmente una risposta, l'immobilità e la ristrettezza delle immagini hanno per forza qualcosa d'inverosimile, di inaccettabile. Siamo stati così? Era poi tutto qui? No, certamente. Ma ognuno di noi ha ricevuto e spedito (magari per scherzo) cartoline di questo genere, col campo sportivo di Subbiaco, i «saluti a grande velocità da Grosseto», «Un pensiero da Catignano». E' stata pur sempre la nostra storia. Carlo Frutterò Franco Lucentini Curala da Sturarli, è l'immagine talvolta banale di un Paese vero acquistato per poche lire dal tabaccaio L'ITALIA IN POSA cento anni di cartoline illustrate A cura di Enrico Sturarti Electa Napoli pp. 304 L 70.000 Sotto: Panorama di Napoli; Palazzo di Parigi all'Esposizione di Torino, 1911; sulla spiaggia di Rimini upsodgsscddtnszstf Le immagini sono tratte da «l'Italia in posa, cento anni di cartoline illustrate» edito da Electa

Persone citate: Benito Mussolini, Carlo Frutterò, Duce, Enrico Sturani, Franco Lucentini, Goncourt, Leopardi, Materia