«Hamas ha ucciso l'ingegner morte»

«Hamas ha ucciso l'ingegner morte» Eliminato per una faida interna ma il gruppo terrorista ribadisce che si vendicherà «Hamas ha ucciso l'ingegner morte» I Servizi palestinesi confermano la tesi diNetanyahu TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Il movimento di resistenza islamico Hamas vive le ore più drammatiche dalla sua fondazione (nel 1987) dopo che i servizi di sicurezza di Yasser Arafat hanno stabilito che ad uccidere la settimana scorsa Muhi A-Din Al-Sharif (l'ingegnere responsabile di ripetute stragi in Israele) non furono i servizi segreti israeliani bensì il suo superiore diretto Adel Awadallah, autore di due massacri a Gerusalemme nel luglio e nel settembre scorsi. All'origine dell'assassinio, secondo i servizi segreti palestinesi, ci sarebbe lo scontro fra due visioni politiche all'interno di Ezzedin Al-Qassam, il braccio armato di Hamas, e forse anche il tentativo di AlSharif di erodere il potere di Awadallah, che è tuttora latitante. Ma queste conclusioni - che convalidano le dichiarazioni del premier Benyamin Netanyahu secondo cui Israele è del tutto estraneo alla eliminazione di Al-Sharif, uno dei palestinesi più ricercati nei Territori negli ultimi anni - sono totalmente respinte da Hamas che parla già di un «cedimento» da parte dell'Autorità nazionale palestinese «alle pressioni dei sionisti e degli americani». «Il sangue del martire non è stato versato invano» hanno assicurato gli altoparlanti delle moschee di Hamas, che continua a credere in una eliminazione voluta da Israele e realizzata, forse, da agenti palestinesi. Mentre gli ambienti islamici palestinesi sono travolti da una tempesta di passioni, i responsabili israeliani della si curezza non hanno abbassato la guardia e hanno anzi rafforzato le misure preventive nel timore di nuovi attentati di Ezzedin Al-Qassam. Per giorni la morte di Al Sharif (il cui cadavere è stato rinvenuto, con due proiettili nel ventre, deposto accanto a un'autobomba esplosa a Ramallah) era stata seguita da versioni contraddittorie e tutte piuttosto inattendibili. Israele era stato subito accusato di averlo eliminato. Ma la ragione della macabra messinscena dell'autobomba era oscura: se Al-Sharif fosse stato ucciso da agenti israeliani questi avrebbero dovuto far scomparire il cadavere, non «regalarlo» ai servizi segreti palestinesi. E anche l'ipotesi di un «incidente sul lavoro» presentava evidenti lacune. In seguito dunque Hamas aveva accusato i servizi segreti palestinesi di aver arrestato AlSharif due giorni prima della sua morte e di essere quindi quantomeno al corrente dell'identità degli assassini. Di fronte a queste pericolose insinuazioni Jibril Rajub, capo della sicurezza preventiva palestinese, ha reagito con un attacco frontale rivelando ieri che un giovane militante di Hamas, Ghassan Adassi, aveva visto Awadallah sparare ad Al-Sharif. Il segretario generale dell'Autorità palestinese, Tayeb Abdel Rahim, si è poi recato a casa del protavoce di Hamas, Abdel Aziz Rantisi, per fornirgli i nomi di dieci militanti islamici implicati nella vicenda. Dai loro interrogatori i servizi segreti palestinesi hanno portato alla luce una drammatica frattura apertasi mesi fa fra i comandanti militari di Ezzedin Al-Qassam. A Gaza il superlatitante Muhammed Dief era disponibile ad osservare una tregua nelle operazioni militari per assecondare la corrente politica pragmatica in seno a Hamas, rafforzatasi con la scarcerazione da parte di Israele dello sceicco Ahmed Yassin. Ma in Cisgiordania Al-Sharif puntava a un inasprimento della lotta armata e, a quanto pare, anche ad aggirare l'autorità di Awadallah. «Sono tutte menzogne, dall'inizio alla fine» ha reagito Hamas con un furioso documento diffuso a Gaza. Osser¬ vatori locali hanno rilevato che in passato i militanti islamici hanno eliminato con la massima disinvoltura connazionali sospettati di collaborazionismo. Ma mai prima d'ora screzi o dissensi di carattere politico o tattico avevano provocato spargimenti di sangue all'interno delle sue file. Ieri intanto i familiari di AlSharif hanno ricevuto una telefonata dello stesso Arafat che li ha informati dell'esito dell'inchiesta. I suoi fratelli, Ishaq e Ibrahim, hanno poi detto alla stampa: «Per noi l'ha ucciso Israele. Lo abbiamo letto sul volantino di Hamas». Aldo Baquis «Sono tutte bugie Arafat ha ceduto alle pressioni di sionisti e americani» Il leader assassinato puntava a inasprire la lotta armata Altri sono a favore della tregua Dimostranti ajenin con ritratti dell'«ingegnere» ucciso e i leader di Hamas all'ingresso della centrale di polizia a Gaza