Da un sogno la schedina per 8 miliardari di C. G.

Da un sogno la schedina per 8 miliardari Da un sogno la schedina per 8 miliardari Cagliari: la supervincita frutto di una giocata tra amici IL CASO IL «SEI» DA PRIMATO CAGLIARI. I sogni, elemento tradizionale per eccellenza del gioco del lotto, e il computer, strumento che consente in pochi attimi di elaborare sistemi basati sul calcolo delle probabilità. Da questo connubio è scaturita la schedina ultramiliardaria che ha infranto ogni primato in tema di vincite in Italia, con poco più di 14 miliardi e 583 milioni. A metterli insieme, per la combinazione che dall'altra sera ha cambiato la vita di uno o più giocatori, è stato un giovane di 28 anni: Roberto Deplano, che da quattro anni (dopo aver conseguito il diploma da ragioniere e aver cercato per alcuni anni di trovare un lavoro) gestisce con due sorelle, la tabaccheria-ricevitoria in via San Benedetto 78, di cui è titolare il padre Cesare. «Sabato mattina, quasi all'alba - spiega Deplano -, ho sognato 5 numeri che mi sono rimasti impressi. Non era un sogno particolare. Ricordo soltanto questi cinque numeri (1, 21,49,47 e 56). Quando ho aperto la ricevitoria, la prima cosa che ho fatto è stata proprio quella di giocarli». Questo particolare, sottolineato a più riprese dallo stesso giovane, è stato, paradossalmente, la sua sfortuna. L'avrebbe indotto a non trattenere per sé una delle schedine vincenti, mentre ha fatto la fortuna di qualcun altro. «Ritengo più di uno». Poco dopo mezzogiorno, è entrato un cliente. «Ricordo che era giovane anche lui, sui 30-35 anni. L'unica cosa che posso dire con certezza è che era sardo. Ho scambiato anche qualche battuta in dialetto. Mi ha chiesto se avevo qualche bel "sistemino" e io gli ho allora proposto i miei numeri, quelli che avevo sognato». A chi gli ha poi chiesto perché non avesse tenuto per sé, come succede spesso coi sistemi a «caratura», almeno una quota di quel sistema da 80 mila lire suddiviso in otto quote da 10 mila lire l'una, Roberto Deplano ha replicato: «Purtroppo non ho fatto in tempo, proprio perché io i cinque numeri sognati li avevo già giocati e ho fatto un tre (18.300 lire la vincita). E quote ieri non ne erano rimaste vista l'autenti¬ ca "caccia" che si era scatenata da alcuni giorni e che è testimoniata dalle 5100 schedine giocate nella nostra ricevitoria. Anche quello un bel primato». Sabato sera, prima della chiusura, e con la notizia già appresa dell'estrazione dei nuovi numeri vincenti, Roberto Deplano ricorda ancora di avere ricevuto la telefonata di uno degli acquirenti del sistema. «Mi ha chiesto delucidazioni e ha poi urlato: "Non è possibile, non è possibile". L'ho invitato ad attendere la line dello spoglio, poiché poteva anche esserci qualcuno che poteva avere azzeccato i sei numeri "pieni", cioè senza dover ricorrere al jolly. In seguito sono andato in pizzeria con amici. Ho festeggiato anch'io anche se non ero uno dei superibrumati. Mi auguro, e ne sono in parte sicuro, che i vincitori siano più di uno. Lo dico perché una cifra così enonne a una persona sola potrebbe farla "impazzire"». Da segnalare che nel 1987, sempre in questa ricevitoria, un piccolo sistemino da 12.800 lue fruttò al Totocalcio un miliardo e 917 milioni. [c. g.]

Persone citate: Deplano, Roberto Deplano

Luoghi citati: Cagliari, Italia