«Pene per i fiancheggiatori»

«Pene per i fiancheggiatori» «Pene per i fiancheggiatori» Pisapia: ma più prudenza con i pentiti IL GBURHSTA SHFONDAZRONE jflB> IULIANO Pisapi presidente prc del] ^HbP commissione Giust zia di Montecitorio, ci lettura pensa di dar/f de l'assoluzione di Francese Musotto? «Non conosco le carte ■ questo caso, ma l'unica ii terpretazione possibile è i carattere giuridico sulla bi se della lettura del disposit vo. I magistrati hanno coi dannato gli altri quattro ci imputati ma non Francese Musotto perché non erar sufficienti o erano contrae dittori gli elementi di pro\ a suo carico. Si chiama co in causa l'uso della carceri zione preventiva, non so nel caso di Musotto, detem to per diversi mesi, ma di molti altri cittadini». Il procuratore capo di Palermo, Giancarlo Caselli, afferma che l'impianto accusatorio non è stato smentito dalla sentenza... «Ciò che c'è di positivo nella sentenza su Musotto è l'affermazione della dialettica fra le parti Dove il pubblico ministero ha portato degli elementi che il giudice ha ritenuto validi per quattro casi mentre in uno non li ha ritenuti sufficienti». In che misura la sentenza mette in dubbio il ricorso ai collaboratori di giustizia? «E' in atto una discussione sulla modifica della legge sui collaboratori di giustizia. Il nodo è se definire o meno la necessità di trovare altri elementi di prova oltre alle dichiarazioni dei collaboratori per la condanna dell'imputato». E qual è il suo parere? «A mio avviso, proprio alla luce del caso Musotto, esiste la necessità di provare l'impianto accusatorio non facendo unico riferimento alle dichiarazioni di una persona che, in particolare per la sua posizione, dà adito a sospetti e quindi richiede riscontri scrupolosi». Insomma, ai «pentiti» non si deve credere facilmente? «I collaboratori di giustizia sono uno strumento fondamentale per l'accertamento delle responsabilità ma troppo spesso in Italia ci si affida solo alle loro dichiarazioni. Quanto afferma uno o più collaboratori non può auto- maticamente portare ad una sentenza di condanna: il loro utilizzo deve essere il più prudente possibile. Il punto è che per arrestare o condannare una persona non può essere sufficiente l'esclusiva testimonianza di un pentito: servono riscontri oggettivi. I pubblici ministeri devono far riferimento alle dichiarazioni dei collaboratori per le loro indagini ma tocca poi ai giudici verificare la loro esattezza e l'accertamento delle singole responsabilità». La carcerazione preventiva di Musotto portò alle sue dimissioni da pre¬ sidente della Provincia di Palermo. Non si pone ora un problema di legittimità per il nuovo eletto? «Ogni qualvolta si priva un individuo della sua libertà persona si causano danni irreversibili. Un lavoratore perde l'impiego, un emargi¬ nato rischia il suicidio, un famigliare rischia i propri affetti. Non è giusto chiedere un'attenzione particolare per gli eletti. Vero è che servono mille verifiche prima di privare un individuo della propria libertà. Uno dei principi cardine dello Stato di diritto è che non vale la regola per cui il fine giustifica il mezzo». La sentenza sul caso Musotto riapre anche la discussione sulle norme per punire il concorso esterno in associazione mafiosa... «Non esiste il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, il reato è di associazione di stampo mafioso. Questa nuova figura, elaborata dalla giurisprudenza, è stata fonte di equivoci, arresti ingiusti ed ingiustificati. Che non devono più accadere». E come si può fare? «Fra la vigente interpretazione estensiva della norma e l'impossibilità di punire i fiancheggiatori io sono favorevole alla soluzione intermedia, già in vigore nei casi di banda armata. Ovvero la definizione, con un intervento legislativo, di un reato specifico, con relativa pena, per punire chi aiuta dall'esterno organizzazioni criminali senza incorrere tuttavia nel reato associativo». [m. mo.] «P Giuliano Pisapia presidente della Commissione Giustizia di Montecitorio

Persone citate: Giancarlo Caselli, Giuliano Pisapia, Musotto, Pisapia

Luoghi citati: Italia, Palermo