Quattro giorni per la pace in Ulster di Fabio Galvano

Quattro giorni per la pace in Ulster Il negoziato fra gli otto partiti si arena sulle «istituzioni panirlandesi», la scadenza è fissata per giovedì Quattro giorni per la pace in Ulster Blair: se falliamo la Storia ci condannerà LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sono ore di grande speranza e di malcelato allarme quelle che sta vivendo l'Irlanda del Nord. Sull'orlo di uno storico accordo che potrebbe porre fine a 30 anni di violenza e di morte, il negoziato multilaterale di Belfast stenta a trovare la formula vincente nei tempi ormai strettissimi voluti da Londra e da Dublino, cioè entro giovedì. Ci sono questioni sulle quali, a parte gli otto partiti che siedono attorno al tavolo e che rappresentano il più ampio e meno omogeneo ventaglio politico possibile, neppure i primi ministri Blair Ahern sono riusciti a trovare un'intesa, nonostante i ripetuti contatti a margine del vertice AsiaEuropa che si è concluso ieri a Londra. Venerdì era parso che il negoziato fosse alla conclusione; ma a tarda sera, dopo avere precedentemente espresso ottimismo, il senatore americano George Mitchell che lo presiede è stato costretto ad ammettere che «restano ancora alcuni ostacoli». E a poco valgono le parole pronunciate ieri da Blair a da Ahem, che hanno parlato di «grandi speranze»: il timore è che nell'improvvisa impasse qualcosa possa disfare quanto di positivo è stato costruito. La bomba da 400 chili scoperta giovedì a Dublino nel baule di un'auto, pronta ad essere spedita in Inghilterra, è un segnale preciso delle forze che non si riconoscono neppure nell'Ira e che pre- dicano la lotta a oltranza. Ma non sono i soli pericoli. La stessa Ira, secondo notizie di Belfast, starebbe perdendo fiducia nel negoziato e avrebbe in animo di convocare il suo «Consiglio multare» per decidere se confermare la tregua o rinunciarvi. Un esponente dell'Udp, partito che alla trattativa rappresenta una delle più agguerrite formazioni del lealismo protestante, lancia gravi accuse al governo della cattolica Irlanda: «Se non riusciamo a procedere è colpa di Dublino, inflessibile di fronte alle nostre esigenze». Ribatte Gerry Adams, presidente del Sinn Féin: «La responsabilità è di Tony Blair: deve capire che il progresso verso un accordo di pace storico e durevole non può rimanere ostaggio dell'unionismo più inflessibile. Le nuove istituzioni panirlandesi devono essere più che una facciata». Che cosa sta accadendo? In realtà molti dei punti che fino a qualche mese fa formavano un contenzioso apparentemente scolpito nella pietra hanno ormai trovato soluzione. Ma resta da risolvere, appunto, il ruolo di quelle «istituzioni panirlandesi» che i repubblicani cattolici considerano elemento essenziale del compromesso, ma che gli unionisti protestanti vedono come tuia minaccia all'attuale confine e, in definitiva, come il primo passo verso un futuro governo panirlandese. Ahern ha detto chiaramente che non è disposto ad altri compromessi volti ad annacquare i poteri di tali istituzioni, che anzi esse dovrebbero anche avere poteri legislativi. Ma ci sono, per Dublino, altre difficoltà: i poteri del nuovo Parlamento di Belfast destinato a garantire un'autonomia amministrativa ma al tempo stesso la dipendenza da Londra; nonché i cambiamenti della Costituzione irlandese che oggi rivendica formalmente le province del Nord. «Stiamo facendo grandi progressi e ho grandi speranze - ha detto ieri Blair - ma naturalmente la trattativa è complessa». Londra non rinuncia alle scadenze fissate; e non è casuale che nelle ultime 48 ore sia stato annunciato per il 27 maggio a Belfast un «concerto di pace» di Elton John, cui dovrebbe assistere lo stesso Blair. Ieri il primo ministro ha rivolto un appello dalle pagine del «Belfast Telegraph»: «L'accordo che cerchiamo è giusto. Se lo manchiamo il giudizio della storia sarà duro». Non è escluso che possa decidere, nei prossimi giorni, di partecipare personalmente al negoziato nel tentativo di sbloccarlo. Fabio Galvano II premier: io spero. E fa annunciare per il 27 maggio a Belfast un concerto celebrativo di Eltonjohn A LASTING PEACE IN I RELAND Gerry Adams, leader del Sinn Féin il braccio politico dell'Ira: le attuali difficoltà nel negoziato provengono dagli unionisti

Persone citate: Ahern, Blair Ahern, Elton John, George Mitchell, Gerry Adams, Tony Blair