Londra va al contrattacco di Fabio Galvano

Londra va al contrattacco PER UN TRONO Londra va al contrattacco Un gruppo d'azionisti: non passeranno LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'immagine stilizzata di un'elica d'aereo - il marchio della Bmw pare destinato ad affiancarsi alla doppia «R» e alla statuetta dello «Spirito d'Estasi». Ma la decisione del consiglio d'amministrazione della Vickers di accettare l'offerta della casa bavarese per l'acquisto della Rolls-Royce 340 milioni di sterline, al cambio di ieri 1037 miliardi di lire - non fa l'unanimità. La solidità della Bmw e il suo ragguardevole patrimonio tecnologico stentano a indorare una pillola decisamente amara; e attorno a quel sentimento di lesa maestà si sta coagulando una battaglia di resistenza nazionale. La partita, insomma, non è chiusa; e mentre dalla Germania anche la Volkswagen - grande sconfitta nell'asta automobilistica - è data come pronta a rilanciare con una nuova offerta, un gruppo di azionisti inglesi è sceso apertamente in campo, deciso a capovolgere la decisione della Vickers. Era ancora calda la notizia del successo Bmw, data dal presidente della Vickers Sir Colin Chandler, che un «Comitato d'azione Rolls-Royce» entrava in campo. «Questa non è la fine», dichiarava il suo maggiore animatore, l'avvocato Michael Shrimpton: «Quella che è stata annunciata è la decisione del consiglio d'amministrazione della Vickers, non degli azionisti. E spetterà a loro, 16 mila fra grandi e piccoli, decidere nel corso di un'assemblea straordinaria se seguire o no la raccomandazione dei vertici societari. Noi tenteremo di convincerli che ci sono ipotesi più interessanti». Così, mentre Bernd Pischetsrieder cantava ieri vittoria a Monaco, presentando i suoi sfavillanti progetti per lo sviluppo futuro e «tutto inglese» di quel mito fra le quattro ruote, Shrimpton lanciava la sua offensiva. Ignaro dell'ipotesi che anche la Volkswagen potrebbe rilanciare, come suggeriva ieri in Germania il quotidiano finanziario «Boersen Zeitung» indicando addirittura l'intenzione della casa tedesca di «pagare qualsiasi cifra» pur di avere quella rarissima perla, il «Comitato d'azione» ha rivelato di avere già reclutato alcuni dei grandi azionisti istituzionali della Vickers. Ma l'impresa non è facile. Perché, ammettono i giornali inglesi, la scelta della Bmw è anzitutto la più logica. Forse non la più vantaggiosa in termini puramente finanziari, tant'è che il presidente della Vickers ha rifiutato di precisare se l'offerta di Monaco fosse stata la più alta, limitandosi a dire che è stata «la migliore». Resta il fatto che la Bmw già fornisce il motore per l'ultima nata di Crewe, la «Silver Seraph» presentata ai primi di marzo al salone di Ginevra. Non solo: la Bmw sta già negoziando il diritto all'uso del nome e del marchio con la Rolls-Royce pie, il ramo aereo che a differenza della Rolls-Royce Motor Cars non appartiene alla Vickers ma che tuttora controlla il nome e ha diritto di veto sugli acquirenti stranieri. Senza contare che la Bmw promette non solo di fare salvi tutti i 2600 posti di lavoro, ma addirittura di raddoppiare il personale nel giro di pochi anni e triplicare la produzione: una garanzia, insomma, che forse altre ipotesi gestionali non davano. E poi la Bmw ha un'arma decisiva: quella del ricatto. Se chiunque altro avesse vinto la corsa all'oro di Crewe, aveva chiaramente detto Pischetsrieder, avrebbe potuto scordarsi i motori Bmw. E se non era riuscita la Vickers a fare per conto proprio, quale speranza possono avere i consorzi con radici finanziarie e non automobilistiche? La battaglia di Shrimpton e delle truppe reclutate nella City potrebbe sembrare una vana carica ai mulini a vento se non fosse per l'iiTeprimibile forza del nazionalismo britannico. La Bmw ha vinto; ma, per ora, solo sulla carta. La casa tedesca ha tuttavia, da questa settimana, un grande alleato: il consiglio d'amministrazione della Vickers. Dopo avere scartato le offerte di Volkswagen e di due consorzi guidati dalla Doughty Hanson e da Kevin Morley (il quale, secondo il «Times», potrebbe ora schierarsi con il «Comitato d'azione») il presidente Chandler ha fretta di concludere. Perché la Vickers, nelle analisi della City, ha altre gatte da pelare. Pare che debba difendersi, nel settore altamente concorrenziale degli armamenti e dei carri armati che è il nucleo della sua attività, da un possibile assalto della rivale Gkn: attra verso nuove acquisizioni strategiche ma anche - secondo il «Daily Telegraph» - dando un contentino agli azionisti, cioè di stribuendo 200 dei 340 mihoni di sterline dell'affare Bmw. Che, proprio per questo, non deve naufragare. Fabio Galvano

Luoghi citati: Germania, Ginevra, Londra, Monaco