Rifondanone, Salvato pronta ad andarsene

Rifondanone, Salvato pronta ad andarsene Dopo lo scontro con Bertinotti, Cossutta mediatore Rifondanone, Salvato pronta ad andarsene ROMA. Armando Cossutta le ha parlato a lungo, per darle la sua solidarietà, ma anche per dissuaderla dal fare gesti di rottura definitiva. Lei, Ersilia Salvato, gli ha spiegato le sue posizioni, gli ha detto che quelle parole con cui Fausto Bertinotti, nella direzione di mercoledì scorso, l'ha implicitamente accusata di «servilismo verso il pds», hanno prodotto tra lei e lui ima lacerazione definitiva. Il presidente del prc è veramente preoccupato, e ai suoi fedelissimi ha confidato che sè la vicepresidente della Camera^abbandonasse sul serio il partito, per Bertinotti, ma anche per Rifondazione intera, sarebbe «un autogol». Da quella direzione, che la Salvato non ha potuto né voluto dimenticare, sono giunti molti attestati di solidarietà alla senatrice del prc, considerata un tempo una cossuttiana di ferro: telefonate, fax. E i dirigenti vicini al presidente di Rifondazione comunista si sono fatti sentire tutti per convincere la vicepresidente dell'assemblea di Palazzo Madama a restare dentro il partito, per spiegarle che il suo dissenso, dall'interno, sarebbe stato utile, perché avrebbe impedito al prc di prendere una deriva troppo bertinottiana. Tentativi di salvare in extremis una situazione che si è incancrenita da tempo. Sì, perché ormai il dissenso tra la senatrice del prc e il segretario è profondo e difficilmente vi si può rimediare. Del resto Bertinotti, finora, non ha mosso un dito per evitare il peggio. Anzi, all'indomani della direzione che ha reso evidente, qualora ve ne fosse ancora il bisogno, la rottura con la Salvato, ha inviato ai giornali una lettera di precisazione. Una missiva in cui il leader del prc non smentiva le sue allusioni nei confronti della vice-presidente del Senato, ma le riportava nella versione esatta, e quindi aggiungeva: «Non avevo nella direzione, come non ho ora, alcuna ragione per rettificare in tutto o in parte ciò che ho detto». La lettera di Bertinotti è stata interpretata dalla Salvato, e dagli stessi cossuttiani, se non proprio come un «benservito» quanto meno come ima sollecitazione ad andarsene rivolta alla Salvato. Ma che cosa può fare la vicepresidente del Senato fuori da Rifondazione comunista? Lei stessa ha confidato a quegli amici e a quei compagni di partito di cui si fida che non pensa nemmeno lontanamente di approdare sulla spiaggia del pds di Massimo D'Alema. Il suo non è il caso di una transfuga, e il ruolo della Salvato, d'altra parte, non può certo essere assimilabile a quello dei comunisti unitari. No, la senatrice del prc ha confessato che, rompendo con il prc , non potrebbe mai andare in un altro partito: «Piuttosto - ha detto - lascerei la politica, mi dimetterei da tutti gli incarichi che oggi ricopro, incluso quello di parlamentare». E questo, la Salvato, lo ha detto chiaro e tondo, perché non fossero possibili fraintendimenti. E ieri, anche un altro esponente di Rifondazione comunista a Palazzo Madama, Antonio Carcarino, è uscito allo scoperto e ha lanciato a Bertinotti questo messaggio: se va via la Salvato, io la seguirò. Il perso naggio in questione ha già fatto altri strappi, proprio insieme alla vice-presidente del Senato. Con lei, per esempio, nell'assemblea dei gruppi parlamentari del prc, votò contro la deci sione di Fausto Bertinotti di da re la sfiducia al governo Prodi, in occasione della crisi-lampo dello scorso anno. E se Carcarino se ne andasse con la Salvato, a Palazzo Madama Rifondazio ne non raggiungerebbe la quota necessaria per fare gruppo a sé Ma quello che sta accadendo dentro il prc non è un problema di numeri, perché considerarlo tale sarebbe riduttivo. La defe zione della Salvato, per il ruolo che l'esponente di Rifondazione svolge, per la storia che ha alle spalle, sarebbe una brutta botta per il prc. E soprattutto porterebbe allo scoperto in modo di rompente il conflitto sotterra neo tra Cossutta e Bertinotti, perché di fronte all'addio della Salvato il presidente del prc non potrebbe fare finta di niente. Maria Teresa Meli Il vicepresidente del Senato Ersilia Salvato: esponente di punta di Rifondazione comunista