Una tiepida giornata contro Le Pen di Enrico Benedetto

Una tiepida giornata contro Le Pen Trentamila a Parigi, seimila a Lione. Jospin resta a casa e vieta i cortei ai suoi ministri Una tiepida giornata contro Le Pen Ieri centomila persone in piazza Per la caccia 2 mesi fa erano il doppio PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Con 30.000 in piazza a Parigi e 70 mila nella provincia francese, la mobilitazione anti-Front National fallisce l'ambizioso obiettivo di sollevare il Paese contro gli accordi regionali udf-Le Pen, ma raccoglie comunque un consenso ampio e non simbolico. Finirà per ammetterlo, indirettamente, lo stesso Bruno Mégret. Il numero 2 m denuncia il «carattere insurrezionale» dei cortei. «Una cinica Gauche - dice - vuol manipolare i francesi inseguendo con striscioni e grancassa il successo negatole dalle urne: ma sappia che non ci lasceremo mtimidire». Annusando il rischio di un mezzo fiasco, Lionel Jospin aveva vietato ai suoi ministri la partecipazione. «Il governo si è già espresso in materia. Ora tocca alla cittadinanza». Controvoglia, anche i comunisti obbediscono. I segretari ps Francois Hollande e pcf Robert Hue presenzieranno il défilé, ma lasciando a casa uomini e donne che figurano nell'esecutivo. Invisibile anche la Droite. Chiederle di manifestare a braccetto con i suoi avversari storici denunciando le proprie debolezze verso Le Pen era un tantinello eccessivo. Come se non avesse già abbastanza guai, povera udf. Domattina il suo leader uscente - Léotard - riunirà lo stato maggiore. All'odg, l'eutanasia politica. Autoscioglimento o rilancio del patto federativo che lega le diverse formazioni in quella che fu la galassia giscardiana ma adesso ricorda, semmai, un buco nero? Dopo mille dubbi, Giscard sembrerebbe favorevole alla seconda ipotesi. Riequilibrare i rapporti di forza bloccando le faide tra capiclan esige tuttavia un disegno politico. Auguri. Quanto al nuovo capo, Valéry Giscard d'Estaing osserva con distacco: «Non vedo l'Uomo Provvidenziale». In compenso, ieri il corteo parigino ne individuava 2 satanici: Le Pen e Mégret. Ad ascoltare gli slogan, si direbbero i gemelli nazi della Francia '98. «Il fascismo è una cancrena sociale, eliminiamolo». «La gioventù dice "Merde!" al Front National». «Sciogliamo il fascismo fn». La folla non era immensa, però assordava i boulevards. Ventimila, dice la polizia sempre parsimoniosa nelle stime. Anche se fossero 50 o 80 come pretende sparandola grossa - Mouloud Aou- nit del Movimento contro il razzismo, troveremmo difficile considerarlo un exploit. Due mesi fa, Parigi vide sbarcare 200.000 cacciatori che denunciavano le direttive europee sull'uccellagione. Si direbbe una causa meno cruciale del pericolo totalitario, eppure sbancò. Però toccava al cuore la Francia profonda, quella che oggi parrebbe seguire con disinteressata smagatezza l'evoluzione politica nazionale. A Lione, ove Charles Millon governa con l'appoggio fn, 6000 presenze. E in alcune delle 22 metropoh interessate, neppure 1000. Salva il bilancio la piccola Montpellier, con diecimila. Si dice il patron della sua regione (Linguadoca-RoussiUon), fattosi eleggere grazie al Front National, voglia ringraziarlo sponsorizzandone «iniziative culturali». Cultura non degenerata, beninteso. Enrico Benedetto fi 1/ Immagini dei cortei di Lione (qui a fianco) e di Parigi (più a destra) contro il Front National Nella foto piccola il premier Lionel jospin

Persone citate: Bruno Mégret, Charles Millon, Francois Hollande, Giscard D'estaing, Jospin, Le Pen, Lionel Jospin, Robert Hue

Luoghi citati: Francia, Le Pen, Lione, Parigi