Radio squatters: musica, minacce e rabbia di Marina Cassi

Radio squatters: musica, minacce e rabbia Radio squatters: musica, minacce e rabbia Appelli a scendere in piazza e lacrime per l'amico TORINO. Musica e proclami. Musica e ingiurie. Musica e accuse. Musica e corteo. Radio Black Out, l'emittente legata ai Centri sociali e agli squatters torinesi, non ha lesinato sui toni. Dopo aver diffuso in fine mattinata la notizia del suicidio di Edoardo Massari leggendo le agenzie Ansa, gli speakers della radio hanno trascorso il resto della giornata a indicare con nomi e cognomi i supposti responsabili della morte del giovane, definita «omicidio di Stato». I «colpevoli» sono giudici, poliziotti, giornalisti, dirigenti carcerari definiti assassini, macellai, sciacalli, «ungulati», terroristi. Minacce, appena velate dall'ironia, nei confronti dei «pennivendoli» particolarmente invisi. Si rivendica «il simpatico scherzo alla Stampa» (l'irruzione con vermi, siheone, volantini nel salone del giornale, n.d.r). Per il compagno morto un dolore profondo, un senso di rabbia, di frustrazione. Gli amici ne parlano con dolcezza, rimpianto. Viene letta una lettera che Massari ha inviato pochi giorni orsono: «La vo- stra presenza davanti al Tribunale della Libertà mi ha dato forza. (...) Sono contro lo schema di questa società: lavora, consuma, crepa. (...) La galera è una tortura». E un'altra del 9 marzo di Maria Soledad Rosas: «(...) Sono più fiera che mai e pronta alla battaglia (..)». Dei loro compagni si rivendica l'innocenza, l'essere stati coinvolti in una montatura, l'incaponirsi della giustizia contro Massari. Si nega risolutamente che il giovane amasse le armi. Si contestano le prove esibite dai magistrati e le indagini della polizia. E soprattutto si contesta la decisione dì lasciare Massari «che stava male» in cella da solo e di aver messo in isolamento Maria Soledad Rosas. Un volantino a firma «tutti i posti occupati e autogestiti e le individualità ribelli» è letto e riletto. Si conclude con un annuncio sinistro: «La vita di questa città di morti non sarà più la stessa». Per il primo pomeriggio arriva l'appello a andare all'incontro al Balon (vicino al centro cittadino) dove si stanno radunando gli aderenti ai centri sociah per «un momento di controinformazione». Citando l'appello arrivato da più parti alla calma, gli speakers, tra cui una ragazza, ironizzano: «Gli sciacalli si aspettano casino per 0 pomeriggio, si preoccupano delle vetrine. I compagni stiano attenti quando si fermano davanti a una vetrina, si guardino le spalle, che non ci sia un "Ros" o un "Digos"». Quando il corteo si muove la radio invita gli ascoltatori a raggiungere il concentramento e durante la manifestazione arrivano telefonate di partecipanti che aggiornano sugli spostamenti, sugli slogan, sul clima. La parola d'ordine è: ((Andate tutti: è la prima risposta all'omicidio di Edoardo». Marina Cassi Un momento del corteo di protesta degli anarchici ieri in centro a Torino

Persone citate: Edoardo Massari, Maria Soledad Rosas, Massari

Luoghi citati: Torino