«Retata» di Mercedes per scoprire il killer di Massimo Delfino
«Retata» di Mercedes per scoprire il killer Novi, l'inchiesta sulle guardie uccise «Retata» di Mercedes per scoprire il killer Sequestrate in provincia le auto simili a quella descritta dal viado ferito NOVI LIGURE. Per risalire al killer dei metronotte di Villa Minerva, è scattata in provincia di Alessandria la retata delle Mercedes. Tra giovedì sera e ieri, i carabinieri e gli agenti della questura hanno sequestrato almeno 7-8 auto di colore e cilindrata analoghi a quella dell'assassino di Candido Randò e Massimino Gualillo, le due guardie giurate freddate lunedì notte a Novi Ligure. Viene mantenuto uno stretto riserbo sui risvolti dell'operazione, ma è probabile che altre 20 Mercedes vengano sottratte alla disponibilità dei proprietari nelle prossime ore. Gli investigatori sembrano riprodurre una tecnica analoga a quella della gendarmeria francese in occasione della morte di Lady Diana. Allora, si cercava con difficoltà (e nel distretto di Parigi) una Fiat Uno bianca, fresca d'incidente. Adesso il compito sembra più semplice, anche perché si dovrebbero conoscere le lettere iniziali della Mercedes guidata dall'autore del duplice omicidio della villa. Al momento si segnalano soltanto le vibrate proteste dei titolari delle auto sequestrate. Un noto industriale alessandrino ha minacciato un immediato ricorso al tribunale della libertà, poi si è rivolto al legale di fiducia, l'avvocato Giuseppe Lanzavecchia, che è riuscito a far dissequestrare il mezzo. Controlli alle Mercedes a parte, l'inchiesta sta attraversando una fase di stanca e l'ottimismo iniziale ha lasciato il passo alla cautela e all'incertezza. Manca qualche tassello e si vogliono evitare conclusioni affrettate. Esce, però, di scena in modo definitivo il proprietario della villa, Roberto Percivale, che è stato sottoposto alla prova dello Massimino Gualil o «stub» (più sofisticata del guanto di paraffina), risultata negativa. Non dovrebbe essere sospettato neppure il commerciante novese raggiunto nei giorni scorsi da un avviso di garanzia. Lo «stub» è stato fatto anche su una terza persona che vive in città : la procura di Alessandria smentisce l'indiscrezione secondo cui l'esito sarebbe positivo. Allora, chi ha sparato ai due metronotte? E soprattutto, è attendibile la versione del viado venezuelano Julio Castro, personaggio chiavo della vicenda e unico sopravvissuto al massacro di Villa Minerva? Il racconto di Lorena (nome d'arte del transessuale) paro veritiero, ma gli inquirenti lo ritengono incompleto. Forse, Julio ha paura o ricorda solo particolari generici dell'assassino, ma non il suo vero volto. Deve essere chiarito pure il mistero del cancello, che poteva essere aperto sia con una chiave sia con il telecomando. Come ha l'atto il killer a .;.{. entrare nel viaIli ietto? Ed e vero IHi che c'era un viavai di auto in quella strada privata, anche nelle serate precedenti l'omicidio? Troppi interrogativi non hanno una risposta precisa e l'assassino è ancora in libertà. Quello che non vorrebbero i familiari di Candido Randò e Massimino Gualillo, che ieri hanno accompagnato i feretri dalla camera mortuaria dell'ospedale di Alessandria ai paesi d'origlile dei metronotte. Un cugino di Randò dice apertamente che <<il carcere non basta per punire l'omicida». E la madre di Gualillo aggiunge che spera di vedere «impiccato» quell'individuo che le ha portato via il figlio. Per ora, non ci può essere perdono. Massimo Delfino Massimino Gualillo
Persone citate: Candido Randò, Diana, Giuseppe Lanzavecchia, Gualillo, Massimino Gualillo, Randò, Roberto Percivale
Luoghi citati: Alessandria, Novi Ligure, Parigi
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