Nasce il telefono del Nord di Cesare Martinetti

Nasce il telefono del Nord ASPETTANDO IL SENATUR MILANO DAL NOSTRO INVIATO Prove tecniche di secessione? Ma no, solo prove di telefono. L'onorevole Roberto Calderoli si mette lì, prende la sua tessera telefonica padana, compone numeri, codici, pin, prefissi come se dovesse cliiamare l'Alaska e invece chiama sua sorella, in valle Imagna, bergamasca, Padania. Al telefono risponde suo cognato. Ma fa 10 stesso. Il battesimo cu fuoco della «Telefonia padana» ha avuto luogo, 11 miracolo s'è sostanziato sotto gli occhi di tutti, qui accanto al parcheggio di Lampugnano, tra uno svincolo della tangenziale e l'altro, dove la Lega celebra il suo - per ora dimesso congresso «straordinario». Di straordinario, ieri, c'è stata soltanto questa telefonata in valle Imagna. «Fai di ogni telefono il "tuo" telefono padano e risparmia». Quanto? «Dal 10 al 37 per cento», ci spiega Flavio Carretta, l'uomo del filo verde realizzato in collaborazione con la Atw. Si può chiamare da casa o da qualunque cabina pubblica. Si compra la carta (su un lato c'è disegnato il leone di San Marco, sull'altro Alberto da Giussano) che costa 5, 10 o 20 mila lire. Si chiama il «nodo di accesso» più vicino alla rete Atw, si digita il proprio «pin» e si compone il numero dell'abbonato che si vuol chiamare. Si risparmia e non si danno i soldi alla Telecom. Solo qui ci sono 11 mila «carte» da vendere, totale 130 milioni di telefonate che «restano in Padania». Chiede uno: ci si può collegare con Internet? Risponde Carretta: «Ti giuro che non ci abbiamo pensato...». Aspettando che ci pensino, questa storia della telefonia padana va registrata per quel tanto di sostanziale e di simbolico che innesca nel congresso che nasce nel segno dell'antieuropeismo (Italia nella moneta unica? «Vent'anni di lacrime e sangue», scandisce la Padania prevedendo una «brutta aria per i portafogli dei padani») nel momento stesso in cui si serve delle direttive europee per scardinare i «monopoli romani» e, proprio nel caso del telefono, avviare processi di «liberazione». La Lega va presa così, un colpo a destra e uno a sinistra, voglia d'Europa per sganciarsi da Roma e insieme paura d'Europa e non solo per le «lacrime e il sangue» che costa. Dalla mente di Bossi è fuoruscita la strategia di formare la «nazione» padana, che vuol dire dare corpi e anime per la marcia verso la terra promessa, una «coscienza», ima «civiltà». Insomma prima della Padania, bisogna fare i «padani». Anche perché il sole dell'avvenire non è proprio dietro l'angolo. Come ha ammesso l'ex pri- Nasce il telefono del Nord Migliaia di schede per «non pagare Roma» mo e unico sindaco leghista di Milano Marco Formentini: «La secessione può venire o non venire. Non dipende da noi». Dal tempo, forse? Ma intanto la società padana è in marcia, sia pure sotto le forme artificiali e primitive che erano una volta del pei e della de (d'altra parte la Lega è un partito «vero») e che ora si sono prese ognuna il suo gazebo (sono 48 in tutto) qui davanti al PalaVobis. Giovani, donne, agricoltori, emigrati, donne, cacciatori, pensionati, professionisti, imprenditori, avvocati. Paracadutisti, motociclisti, escursionisti. Naturalmente sportivi di ogni genere. Poi c'è la banca, l'associazione degli ambientalisti, degli artisti. Ci sono gli alpini, un «tassello culturale tipicamente padano», come dice Domenico Cornino presentando l'uomo-tassello, Bampo Paolo, onorevole di Belluno, ministro della Difesa dell'esercito padano, che sale sul palco con il cappello da alpino. E Bampo dice che «la guerra civile non saremo noi a farla, ma non accetteremo supini la repressione». Massimiliano Romeo, «giovani» padani, attacca i centri sociali finan¬ ziati dal pds e dai Comuni da dove i «figli di papà sono liberi di muoversi verso il centro per spaventare la gente. Questo Stato ai giovani ha dato solo lo spinello e mandato in galera le camicie verdi». Roberto De Anna (in camicia regolamentare) è l'uomo di «Padania bella» cui è affidata la tutela del patrimonio artistico e delle «qualità linguistiche, morali ed etiche» Archimede Bontempi, «Padania in Europa», spiega al congresso che «le forze padane hanno subito in questi anni un feroce accerchiamento in Europa» e che l'Italia è stata denunciata ad Amnesty per la repressione degli allevatori di Vancimuglio. Giovanni Meo Zilio ha annunciato che sta «costruendo il mondo dei padani» radunando la diaspora degli emigrati in Sud America. Sonia Viale, «donne padane» ha detto che si batteranno contro 1' «autodistruzione della comunità» provocato dalle nascite in calo e dai divorzi hi crescita. E la Lega, così zigzagando nella società, va verso la Padania. Cesare Martinetti Il leader della Lega Umberto Bossi