«Così Necci ha gestito le Ferrovie»

«Così Necci ha gestito le Ferrovie» e oggi Burlando presenta al Consiglio dei ministri il regolamento per liberalizzare i trasporti «Così Necci ha gestito le Ferrovie» Cintoli invia i conti alle procure MILANO. Il dissesto finanziario delle Ferrovie dello Stato finisce sui tavoli della magistratura. L'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Giancarlo Cimoli, ha trasmesso ad alcune procure il rapporto redatto dalla società di certificazione di bilanci «Deloitte and Touche» sulla gestione del gruppo negli anni compresi tra il '93 e il '96 (quando ai vertici vi era Lorenzo Necci). La notizia ha trovato conferma in ambienti delle stesse Ferrovie dello Stato, secondo cui il rapporto è stato inviato a «tutte le procure potenzialmente interessate». La magistratura, tra l'altro, è da qualche tempo al lavoro anche nella sede romana delle Fs dove è stato allestito un ufficio riservato agli inquirenti. La voluminosa relazione, commissionata dallo stesso Cimoli nell'ottobre del '97 e ultimata dalla Deloitte a fine anno, interessa tutto l'universo Ferrovie, con il profilo di ogni transazione e ogni operazione svolta anche dalle controllate negli anni interessati. Un quadro completo, in definitiva, su tutti gli aspetti procedurali e gestionali delle Ferrovie guidate da Necci. Il materiale prodotto dalla società di certificazione andrà ad integrare le in- formazioni in possesso dei magistrati impegnati nei filoni delle inchieste in corso. Lunedi scorso, in margine a un convegno sul progetto di tratta Lione-Milano-Lubiana, Cimoli aveva affrontato per grandi linee il tema delle inchieste giudiziarie. «Non temiamo sorprese dal lavoro della magistratura - aveva detto ai cronisti poche ore prima dell'incidente del Pendolino -, abbiamo analizzato i progetti con molta attenzione e messo a disposizione tutto ciò che ci è stato chiesto». A una domanda sugli effetti delle inchieste sulla vita della società aveva risposto: «L'azienda va avanti, anche se certo non è bello avere una situazione di questo genere intorno a noi». E oggi il ministro dei Trasporti Burlando sottoporrà all'esame del Consiglio dei ministri uno schema di decreto che potrebbe riservare molte sorprese rispetto alle indicazioni emerse nelle scorse settimane: un regolamento di 9 articoli per liberalizzare il trasporto ferroviario in Italia e adeguare così la normativa nazionale a quella europea. Presentato ieri dal sottosegretario Soriero ai sindacati, il testo messo a punto da Burlando stabilisce il primo passo per la «societarizzazione» delle Fs, con l'avvio della prima fase e l'attuazione della separazione contabile; successivamente ci sarà l'apertura delle rotaie italiane ai treni di altri vettori, anche stranieri. La liberalizzazione non riguarderà i servizi locali, regionali o interregionali. Il gestore dell'infrastruttura, al quale in futuro saranno aggiunte le nuove linee ad alta velocità in costruzione, sarà autonomo e indipendente dalle imprese che fanno trasporto e responsabile del controllo e della circolazione dei treni, della manutenzione e della riorganizzazione che queste nuove funzioni comporteranno per le Fs. Lo Stato vigilerà sul gestore mentre i rapporti con la società saranno regolati da contratto di programma. Sul problema ferrovie è intervenuto ieri il presidente del Consiglio, Romano Prodi, intervistato da Enzo Biagi per «Il fatto». «Le Ferrovie non sono un problema di malocchio. Il problema sono gli investimenti nei mezzi e dare fiducia alle persone», ha affermato. «Mi ricordo benissimo quando mio padre diceva che nelle Ferrovie c'erano i migliori tecnici del Paese. Noi dobbiamo ritornare a quel momento, allora le Ferrovie andranno bene». Intanto nel nodo ferroviario di Bologna, il più importante d'Italia, la circolazione dei treni è tornata alla normalità, dopo l'incidente di Firenze, già nelle prime ore della mattina di ieri. Verso le 18 i ritardi dei convogli in partenza o in arrivo erano limitati a due o cinque minuti, ed erano dovuti anche al rallentamento precauzionale (non più di 30 chilometri orari) tra Firenze Castello e Rifredi. Sul fronte sindacale, il collegio arbitrale chiamato a decidere sulla sorte di Ferdinando Merli, il macchinista licenziato dopo un incidente del novembre scorso in Liguria, ha chiesto all'azienda di sospendere il provvedimento e al Comu di soprassedere allo sciopero dell'I aprile. Le Fs avrebbero accettato la proposta mentre il rappresentante del Comu nel collegio arbitrale, Savio Galvani, si è riservato di rispondere, [r. cri.] L'incidente del Pendolino avvenuto a Firenze

Luoghi citati: Bologna, Firenze, Italia, Liguria, Lubiana, Milano