L'iceberg Le Pen ha affondato il Titanic della destra francese di Enrico Benedetto

L'iceberg Le Pen ha affondato il Titanic della destra francese In briciole l'Udf, ii partito fondato da Giscard d'Estaing L'iceberg Le Pen ha affondato il Titanic della destra francese PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Rien ne va plus. Nell'infernale roulette della politica francese, ove è Le Pen a tenere il banco, i giocatori moltiplicano ormai le puntate selvagge. L'rpr annuncia: non gioco più con l'udf. Rompendo il ventennale patto federativo, il gollismo si presenterà da solo alle prossime elezioni. «Siamo noi la colonna vertebrale della Destra», proclama un suo notabile, Jean-Louis Debré. Gli invertebrati, cioè l'udf, tra uno spasmo agonico e l'altro polemizzano con l'rpr che li molla in piena crisi ma - ancor più - la loro controversa leadership. L'atmosfera è da golpe. Il generalissimo Léotard vive una situazione badogliana. Il capo è lui, ma comanda il suo peggior avversario, Bayrou. Che sulle ceneri dell'uaf vorrebbe costruire una formazione centrista dai contorni assai vaghi. Léotard lo fustiga. «Siamo ancora in democrazia: anziché cedere alle esternazioni televisive, parliamone in Consiglio Nazionale». Aggiunge con fierezza: «Lunedì mi riceverà Jacques Chirac». Perfida replica di Séguin: «Strano. Di solito è l'Eliseo a comunicare le udienze». Nell'attesa, l'udf bretone cala le scialuppe: scissione. E la sindrome Titanio avvolge come un incubo la ex corazzata giscardiana. Il capitano in seconda Léotard è patetico. Silurato dal Front National, affonda tra dichiarazioni di sterile eroismo. La sua inadeguatezza è tale da spingere Giscard sulla tolda. Silenzioso dal 15 marzo, abbandona l'Aventino denunciando chi preferisce «i quotidiani intrighi personali» all'«anticipare gli eventi». Il nostromo Léotard incassa. L'iceberg Le Pen era necessario avvistarlo anziché pavoneggiarsi nell'uniforme. Ma «non saranno i partiti a salvare la Francia». La fine dell'udf? «Riorganizzarsi e cambiar nome non arreca vantaggi o handicap special». Che spleen, monsieur le Président. E tuttavia dietro l'aplomb, Valéry Giscard d'Estaing frigge. Malgrado la cortina fumogena sparsa dal suo entourage, la Francia ha compreso che fu lui a consigliare a Charles Millon - presidente nella Regione lionese - di allearsi con Le Pen. Non lo ammetterà mai. Nondimeno, la conferma indiretta giunge dallo stesso Millon. E «Le Monde» lo scrive. Peraltro, Frangois Millon ha visitato ieri Giscard a domicilio nella vana speranza che l'ex titolare dell'Eliseo alleviasse le sue sventure ammettendo i «consigli» filo-Le Pen. In fondo, però, l'enigma Giscard non interessa più il Paese. L'uragano è tale che ogni bollettino annulla i precedenti. La Francia ha trascorso 10 giorni chiedendosi: l'udf espellerà i 5 reprobi al¬ leatisi con il fn che garantiva l'accesso alle presidenze regionali? Ebbene, bisogna riformulare l'interrogativo. «Rimarrà ancora qualcuno all'udf, mercoledì prossimo, per espellerli?» ci domandiamo. Se Philippe Séguin dice che nell'rpr perlomeno «qualcuno comanda», come dargli allora torto? «Tra Gauche e Front National esiste una forza aliena dal compromesso» scandisce. Vorrebbe, Séguin, rimodellare su un rassemblement pour la République novello la Destra, raccogliendo le truppe sparse e demoralizzate che dopo il 15 marzo-8 settembre moltiplicano le diserzioni. Chirac lo incoraggia. E la resa udf pure. Non molla, Philippe Séguin. Il che per un gollista è Tabe. Ma teme, in definitiva, che dall'eutanasia udf nasca il Grande Centro. Incute paura, la «Cosa» transalpina. Bisogna dunque giocare d'anticipo sottraendole il terreno. L'rpr ci prova. Da separati in casa a rivali. La Gauche ride, ma guardinga. Non sa bene come posizionarsi. Annunciando la modernizzazione della V Repubblica - in pectore, già la VI - Chirac brucia Jospin. E' l'Eliseo a guidare la controffensiva anti-Fn. Nonché la riforma elettorale tesa a reintrodurre il maggioritario. «Vogliono sdogherei? Resisteremo» grida Jean-Marie Le Pen, denunciando come sua abitudine un complotto. Jospin, lui, tace. Ma ha in serbo un rimpasto. Martedì cambierà portavoce licenziando la non telegenica madame Trautmann. Per il resto, modifiche secondarie. Intende dare un segnale alla Nazione. «Non preoccupatevi, ci pensa il governo». Se almeno fosse vero. Enrico Benedetto E intanto Jospin annuncia un mini rimpasto di governo come a dire: «Tranquilli ci pensa la gauche» L'ex Presidente e leader dell'Udf, Valéry Giscard d'Estaing

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