Amazon, consigli ai naviganti di Stefano Bartezzaghi

Amazon, consigli ai naviganti Un viaggio nella mega-libreria virtuale: nata tre anni fa, propone 2 milioni e mezzo di titoli Amazon, consigli ai naviganti Curiosità e meraviglie nel catalogo più ricco del mondo i I parte che i commessi 1 non guardano di sottecj\ chi temendo furti o (pegrl gio) richieste inestricabi*AI li, non è poi molto diverso dall'essere fra le pareti di una libreria con le pareti, ma se non ci sono le pareti e i solidi (e soliti) scaffali, ci sono i libri, tutti quei libri che Italo Calvino elencava nell'indimenticabile primo capitolo di Se una notte d'inverno un viaggiatore... dove il Lettore va in libreria e si aggira fra pile di libri che ha letto e non ha letto, che lo attraggono, che gli ricordano una lacuna, che lo ricattano, che lo disgustano, in una completa fenomenologia delle diverse passioni che un libro può suscitare per il cliente di una libreria (con le pareti). Pareti o no, anche «qui» ci si può aggirare con le diverse attitudini da libreria, con il vispo saltellare di chi è curioso di tutto e tutto vorrebbe comprare, con la tensione fattiva di chi sa cosa cerca e ha una precisa lista di libri da spuntare, con l'indolenza di chi ha già comprato tutti i libri e aspetta che un titolo, una copertina si impongano alla sua dissimulata attenzione dicendo: «Io invece ti manco, e non sai quanto». A portata di «mouse» Solo che si tratta di atteggiamenti mentali, e non più corporei: li si manifesta anche muovendo solo le pupille sulle righe del video e i polpastrelli su quell'attrezzo (volante, faro, freno e acceleratore) ormai imprescindibile che è il mouse. Attenzione però al solito coretto: sarebbe facile dire «siamo seduti davanti al video eppure stiamo passeggiando per una libreria», per poi concludere che è tutta realtà virtuale. No, qui non ci sono pareti, ma i libri li si vede (non li si sfoglia) li si com pra, si ottiene anche lo sconto, e quelli a cui piace la parola par leranno di «libreria virtuale» ma si tratta di libreria reale, an corché immateriale, e di libri fatti di carta e non di aria. Infatti il «qui», questa libreria dove ci troviamo, si chiama «Amazon»: deve essere un omaggio postumo alla deforestazione necessaria per nutrire gli appetiti cartacei che questo posto tanto potentemente stimola. Aperta dal luglio del 1995 l'indirizzo e porta della libreria è www.amazon.com, e dentro ci stanno due milioni e mezzo di libri in inglese e non solo, quattrocentomila dei quali vengono proposti con sconti dal venti al quaranta per cento. Con la disinvoltura dei bravissimi, i gestori di Amazon in questi anni hanno inventato mille espedienti per emulare o anche migliorare i normali servizi di una libreria: si possono vedere le copertine, leggere schede e recensioni uscite sui giornali, si può inviare un libro in regalo scegliendo la carta del pacchetto, si può passeggiare fra le non-pareti di Amazon con un cestello in cui mettere i libri scelti, che alla fine si riporranno senza comprare, si posson scegliere le modalità del recapito (per l'Italia si va dalle dodici settimane via mare, 6 dollari per un libro, ai pochi giorni richiesti dal corriere internazionale, 36 dollari). Ma Amazon, in pratica, è anche una rivista letteraria su cui consultare classifiche, scrivere una propria recensione del libro, rispondere alle recensioni (con appositi spazi per autori ed editori a loro volta naviganti), chiedere consigli, giocare con John Updike a scrivere un romanzo, essere av- visati personalmente sulle prossime uscite di autori o argomenti già segnalati al cordiale staff di Amazon. Come è stato detto, questi sono fra i pochi che hanno già capito cos'è Internet («questi» sono innanzitutto gli inventori di Amazon: un ingegnere informatico di Seattle, Jeffrey Bozes e sua moglie), anche con abissi di gentilezza: quando l'anno scorso si è bloccata per qualche ora, Amazon ha mandato un messaggio a tutti i clienti che erano rimasti «chiusi fuori», riservando a loro imo sconto aggiuntivo a quelli nuovamente praticati. Sarà che siamo abituati a pensare che la cortesia, in una libreria, sia inversamente proporzionale al chilometraggio degli scaffali, ma è proprio un altro mondo. Ogni tanto poi gira voce che Amazon non se la cavi molto bene sul piano economico, poiché tante carinerie verso i clienti costano. Sta di fatto che Amazon è un esempio luminoso di ciò che Internet potrebbe essere, come canale commerciale e contemporaneamente luogo di nuove modalità sociali. Ma certo la navigazione non è esente da curiosità e meraviglie. Eccoci, spinti da un provincialismo invincibile e anzi sempre più goloso, nel settore italiano. Naturalmente si può interrogare Amazon usando parolechiave o cognomi di autori italiani. Questo dà il modo di eseguire o almeno progettare rega¬ li molto snob: come far arrivare da Seattle al proprio vicino di casa un'edizione anglofona di Grazia Deledda (Reeds in the wind). Ma facendo altri giri si capita su una lista di cinquanta titoli italiani in traduzione inglese, che sono i libri di letteratura italiana più richiesti ad Amazon. Diciamo subito che ci si ritrovano gli autori che ci si aspetta siano noti negli Stati Uniti. Molto Eco, innanzitutto: sia i romanzi che i trattati semiotici e due raccolte di articoli divertenti e cosmopoliti (How to Travel with a Salmon, Travelsin Hyperreality). E poi Calvino (Mr. Palomar, The Baron in the Trees) vicino a una guida a Virgilio e sequenze memorabili come: Daniele del Giudice (Thepilot's lore, il sapere del pilota: dev'essere Staccando l'ombra da terra), Curzio Malaparte, Raymond Queneau (perché un francese? mah). Alte posizioni per Maurensig (The Luneburg Variation) e per Baricco (Silk). Anche questa è un'immagine della cultura italiana, con l'autobiografia di Dio scritta da Franco Ferrucci che affianca Jack Frusciante has Left the Band di Enrico Brizzi. Il titolo pasoliniano di Petrolio è rimasto in italiano, invece il Gattopardo di Tornasi è diventato The Leopard (e, a proposito: di Giacomo Leopardi non c'è traccia). L'eterno mito del «latin lover» Ma in questa bizzarrissima classifica o forse classificazione della letteratura italiana tradotta in inglese e venduta nel Web, la sorpresa arriva dal tredicesimo posto in su. E' un'allegra botta di umorismo, come il Nobel a Fo: fra i più venduti si trovano i tanti volumi (ben sei) della History ofmy life di Giacomo Casanova, libro che persino il casanoviano Fellini considerava noiosissimo. Mummificazione dell'anacronistico mito del latin lover? Casanova come Ramses? Ecco: in Amazon si posson trovare tante cose più serie, possibilità di studio e di lettura inaudite, appartenenze a comunità elettroniche eppure «calde» ; ma anche questi sguardi di sbieco sulla cultura italiana non fanno mai male. Ultima annotazione: il libro che è in cima alla lista non è di Casanova, è di Calvino: Invisible Cities. Forse quelli che frequentano una libreria senza pareti sono nel luogo migliore per cogliere la suggestione del titolo, e certamente non sanno che in Italia dicono che Calvino non lo si deve portare più. Stefano Bartezzaghi Fra gli italiani l'autore più richiesto è Casanova, il best seller «Le città invisibili» di Calvino Nessuna traccia di Leopardi Sopra, Italo Calvino: i suoi libri sono fra I più richiesti della sezione italiana In alto a destra il logo di «Amazon»

Luoghi citati: Amazon, Italia, Seattle, Stati Uniti