A Mosca confusione e veleni di Giulietto Chiesa

A Mosca confusione e veleni Eltsin minaccia: bisogna creare una situazione per cui non applicare un mio decreto equivale alla morte A Mosca confusione e veleni La cacciata del governo scatena il caos MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Bisogna creare una situazione tale che la mancata applicazione di un mio decreto sia equivalente alla morte. Ecco tutto». Eltsin - probabilmente incoraggiato dal titolo a cinque colonne del «Ru? Telegrafi) che lo definiva «in j^ado di agire, ma pericoloso» - ha avvertito il Paese del nuovo corso. I membri dell'Amrrùnistrazione presidenziale, mostrati dalla tv mentre ascoltavano la sentenza di Boris Eltsin, hanno incassato la testa tra le loro spalle. Tutti salvo la figlia Tatjana. E ieri la confusione nell'elite moscovita ha toccato i suoi vertici. Le uniche due ri-nomine certe nel futuro nuovo governo sono state - per bocca dello stesso Eltsin - quelle dei ministri degli Esteri, Primakov, e della Difesa, Sergheev. Il resto rimane nel limbo di tutte le incertezze, mentre il giovane «facente funzione» di premier, Serghei Kirienko, cominciava una serie frenetica di consultazioni a destra e a manca, nella Duma e al Consiglio della Federazione, avendo avuto il mandato di formare il nuovo governo senza avere avuto il mandato di guidarlo. Per cui se accadesse - come molti ritengono possibile che non sarà lui il candidato, il nuovo nominato si troverà tra i piedi un governo che non ha scelto. Insomma è il caos. E non può essere altrimenti visto come ci si è arrivati. Ieri un giornale, solitamente molto pro-Presidente, raccontava (citando fonti anonime dell'entourage di Cernomyrdin) che Eltsin non sembrava del tutto conscio della situazione mentre annunciava al premier il suo licenziamento. Sembrava non sapere che il nuovo premier doveva essere presentato alla Duma entro due settima¬ ne e avrebbe proposto a Cernomyrdin una cosa impossibile e improponibile: presiedere una delle due Camere del Parlamento. Difficile verificare queste indiscrezioni, ma impossibile non notare che la domanda sullo stato mentale del Presidente dilaga comunque dalle pagine dei giornali russi. Magari come domanda, come ipotesi, ma è presente, come variante possibile, in tutti i commenti. E ieri Cernomyrdin, attraverso il suo portavoce Shabdurasulov, ha fatto sapere inequivocabilmente il suo punto di vista: il licenziamento del governo «non può essere considerato un fattore di stabilizzazione», tanto più se si tiene conto che «è in corso una dura lotta politica e ci si trova in una difficile situazione economica». E l'ex premier, evidentemente molto contento di essere stato nominato candidato alla presidenza per il 2000 (come qualche geniale commentatore ha detto), se n'è andato in ferie. Per altro, a mente più fredda, il presidente della Duma, Selezniov, ha osservato ieri di fronte a un gruppo di giornalisti che la nomina di Cernomyrdin alla testa del comitato elettorale è atto destituito di ogni contenuto e addirittura censurabile. Infatti il Presidente non ha motivo di costituire un tale comitato, visto che esso già esiste. Né ha titolo, se non violando la legge, per far- sene uno a proprio uso e consumo. Dunque di che si occuperà Cernomyrdin? Nessuno lo sa, e neanche lui lo sa. E con tutta evidenza nemmeno gl'importa. L'altro destinatario degli avvertimenti di Boris Eltsin, cioè il potente sindaco di Mosca Jury Luzhkov, è stato addirittura più esplicito, non meno che astuto. Il licenziamento del governo? «Ottima cosa - ha detto - perché segna la fine della gaidarizzazione, della ciubaizzazione e del monetarismo speculativo, cioè di un periodo vergognoso della storia russa». E, come non bastasse, ha risposto agli attacchi televisivi di Boris Berezovskij, mostrando che non lo teme. «Quanto alla privatizzazione fatta da Ciubais - ha detto - non ho dubbi che essa sia stata ingiusta e che prima o poi la giustizia dovrà essere riparata. Le proprietà dello Stato devono essere privatizzate, ma non per quattro soldi». Col che i banchieri, che dalla privatizzazione alla Ciubais debbono le loro fortune, avranno buone ragioni per odiarlo e per combatterlo. E Luzlucov avrà, a sua volta, buone ragioni per dolersi - come ha cominciato a fare ieri - del licenziamento del ministro degl'Interni, Anatolij Kulikov. L'unico «errore strategico» - così lo ha definito - della decisione di Eltsin. Intanto gli occhi di molti sono puntati sull'asta per l'acquisto del colosso petrolifero statale Rosneft. Si sa che Berezovskijbn e i banchieri suoi alleati sono molto scontenti per il fatto che si privatizzerà il 75 per cento. Perché non hanno i soldi per comprarlo. Avrebbero voluto solo il 50 per cento. Sgarbo di Cernomyrdin. Se riusciranno a fermarla sarà la prova che hanno in mano il bastone del comando. Quello vero. Giulietto Chiesa Il Presidente annuncia che le uniche riconferme sono i ministri di Esteri e Difesa Il primo ministro russo ad interim, Serghei Kirienko entra alla Duma. Nella foto piccola, Eltsin: ieri ha fatto capire che i ministri degli Esteri e della Difesa verranno confermati

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