Due agenti al soldo del clan di T. A.

Due agenti al soldo del clan Due agenti al soldo del clan Brindisi: trafficavano in armi e informavano un ex pentito BRINDISI. Armi, sigarette, poliziotti e boss. Nel clan dell'ex pentito c'erano anche due agenti. Lavoravano per lui, gli passavano informazioni, indicavano i depositi di sigarette da svuotare (delle bande avversarie), trafficavano in armi. Il clan di Francesco Trane usava appoggi influenti ed informazioni di prima mano e trescava con la camorra. Con lui, già recluso, sono stati arrestati Francesco Vacca, 43 anni, e Mario Greco, 38 anni, sovrintendenti di polizia in servizio prima alla squadra mobile della questura di Brindisi e ora l'uno all'ufficio stranieri e l'altro al commissariato di Ostuni. Ventitré le ordinanze di custodia cautelare firmate dal giudice per le indagini preliminari Pietro Baita su richiesta dei sostituti procuratori Giuseppe Capoccia e Leonardo Leone De Castris, della direzione distrettuale antimafia di Lecce. Cinque erano già detenuti. Venticinque le informazioni di garanzia: destinatari anche quattro carabinieri, già sospesi dal servizio su provvedimento del giudice. Collaborando con i colleghi poliziotti, avrebbero falsificato un verbale in cambio di decine di casse di sigarette. Avvisi inoltre ad un ispettore di polizia e ad un avvocato. Trane era in carcere da un paio di settimane: l'avevano trovato a bordo di un'auto rubata. Era ricercato. Collaboratore di giustizia dal '92, fino al '96, nel suo rifugio, aveva però organizzato la banda, diretto le rapine, pare anche ad uffici postali oltre che ai concorrenti della «sacra corona unita». Gli era perciò stata revocata la protezione. Poi l'arresto. E fu sventato così il suo progetto di imbarcarsi su un veloce motoscafo contrabbandiere con cui avrebbe raggiunto il Montenegro. Accusato di associazione mafiosa, uomo di punta della «sacra corona unita», viveva blindato a Sabaudia (Latina), il rifugio che il ministero dell'Interno gli ave va riservato. Aveva stretto rapporti con i clan Gionta e Leveque di Torre Annunziata, con i poliziotti di Brin disi, con Francesco Prudentino, il boss (anch'egli della sacra corona) fuggito in Montenegro. Adriano Stano, un pentito della scu, ha confermato i legami fra Trane e i due agenti raccontando di un poliziotto (Vacca) che l'aveva stupito per la sua conoscenza delle formule mafiose di affiliazione. Un altro agente gli aveva confermato: «E' molto legato a Trane». L'inchiesta ha accertato che i poliziotti indicavano i depositi di sigarette di contrabbando da saccheggiare. Depositi dei clan avversari. Nel corso delle perquisizioni eseguite a Torre Annunziata, a Milano e Brindisi, i carabinieri si sono imbattuti in Lucia Maggio, la donna di Trane. Nella sua casa sono stati ritrovati un catalogo di fucili Kalashnikov e un vademecum del perfetto dinamitardo. [t. a.]