ADAMO E KANT PATTO DIABOLICO di Mario Baudino

ADAMO E KANT PATTO DIABOLICO ADAMO E KANT PATTO DIABOLICO Huizing e la cosa in sé L'ENIGMA DELLA COSA IN SE' Klaas Huizing Neri Pozza pp. 190 ' • L 20.000 A storia potrebbe essere raccontata così: per una serie di circostanze assolutamente imprevedibili e scpnvolgenti il grande Kant scopre finalmente la «cosa in sé», ciò che sta sotto la realtà fenomenica, che fonda tutto e consente la nostra conoscenza. Ma ne è talmente spaventato da portarsi la «cosa in sé» nella tomba. Materialmente. Perché la cosa in sé è un'indistruttibile piastrella. Ma una presentazione di questo genere è riduttiva e parziale: perché il libro di Klaas Huizing, che si intitola appunto L'enigma della cosa in sé, è una macchina narrativa che consente e anzi costringe a molti tentativi di riassunto, tutti sottilmente diversi l'uno dall'altro. E' questa la seconda opera di Huizing, quarantenne docente di teologia all'università di Wùrzburg, tradotta in italiano. Nella prima {Il mangwlibri, sempre edito da Neri Pozza) veniva messa in scena, con sontuoso dispendio di passione e ironia, un'ossessione solitaria e non poco solipsistica: quella di un pastore luterano per i libri. Qui l'ossessione si allarga, diventa collettiva e ambigua. C'è un intero cenacolo lossessione si allarga, diveilluminista che da Kònigsberg guarda a dotti, religiosi e scienziati di tutta Europa, alle prese con un «enigma» che puzza di stregoneria, di miracolo (e Kant diffida con tutte le forze dei miracoli), di Vangeli apocrifi, di manicheismo: la maledetta piastrella, appunto, che recherebbe impresso il «chirografo» di Adamo, un patto col diavolo fatto dal primo uomo imprimendo nella rena lo stampo della mano, e da allora diventato un blocco compatto e resistente a tutto. I dotti e ispirati illuministi (non solo Kant ma anche lo scrittore Johann, Georg Hamann, nella cui descrizione tornano le caratteristiche sa nano le caratteristiche .salienti del vecchio «mangialibri», il poeta Herder, il fisico Lavater, il magnetista Mesmer, ma ci sono poi personaggi probabilmente d'invenzione, alcuni esilaranti) tentano di distruggere la piastrella, per ricondurla così alle leggi della natura. Viene su di essa scaricata la forza del fulmine, senza successo. Viene bollita in una appena inventata pentola a pressione. Viene schiantata con i magli di una macchina a vapore, e se ne ottiene solo una musica dolce e celestiale che ammonisce gli uomini a non fidare troppo nel progresso. Viene persino congelata da uno stralunato italiano precursore del frigorifero: niente, il Male diventato pietra resiste. Salvo colpi di scena, naturalmente: ma sarebbe ingeneroso anticiparli, in un libro che si nutre di «colpi di scena», innanzi tutto stilistici. Huizing, scrittore dotto, si diverte a produrre giochi irriverenti di citazioni, spiazzamenti e anacronismi vertiginosi. Come quando il domestico di Kant, il prussiano Martin Lampe, dopo aver avuto amorosi traffici con la domestica di Papin, fisico a Wùrzburg (la città di Huizing...), smarrisce la piastrella che dovrebbe infilare sotto il maglio e la chiede affannosamente alla donna che, essendo francese, gliela indica mor- inorando, alla Bunuel: «L'obscur objet?». Qui si aprirebbe un capitolo non da poco, a proposito di Lampe, forse il vero eroe di un romanzo di formazione, dove il domestico grazie al lungo contatto con la stregonesca piastrella e all'altrettanto stregonesco Kant diventa sapiente e inventore, non più strampalato degli altri, ma neanche meno, fino a perire mentre sperimenta un aggeggio destinato a glorie future: il roller-biade. Ma rincorrere Huizing in questo suo romanzo pieno di doppi fondi è un piacere che non si esaurisce in una sola lettura. Con un globale - e delizioso anacronismo, fa diventare novecenteschi i suoi personaggi del Settecento raccontandoli però alla maniera del grande romanzo inglese settecentesco. E come uno Sterne deborda, è sempre troppo «presente» nella narrazione, indulge al commento, si diverte a spese dei suoi personaggi. t Fra odori grevi, cucine pesantissime, sbronze non da poco e geniali forzature: come quando fa dire a Hamann, contro Kant, che la morale, in fondo, è un problema linguistico. Evidente, aggiungiamo, proprio grazie ai romanzi. Mario Baudino Immanuel Kant L'ENIGMA DELLA COSA IN SE' Klaas Huizing Neri Pozza pp. 190 ' • L 20.000

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