LA RAGIONERA DEGLI ETRUSCHI
LA RAGIONERA DEGLI ETRUSCHI Imi LA RAGIONERA DEGLI ETRUSCHI La saga di Mariangela Cerano RASNA I cieli dimenticati Mariangela Cerrino Tea pp. 382 L. 16.000 VINOVO sei anni ha già letto Piccole donne. A dieci, sulla tacca delle sue letture, sono già intagliati i nomi di Faulkner, Mailer, Hemingway e - soprattutto - di Lawrence e della sua scandalosa Lady. Nessuno stupore se a diciassette pubblica, da Sonzogno, il suo primo romanzo (ne seguiranno 25) scritto a quindici: amore e morte nella guerra d'indipendenza americana. Nel frattempo si diploma in ragioneria, vende diecimila copie e guadagna un milione del '66. Poi il buco nero. Muore la madre: scriveva novelle. Qualche anno dopo, il padre: scriveva su Tuttosport. Parole e carta, il respiro di famiglia. Vent'anni ed è già sola. Pragmatica torinese di prima cintura - Vinovo è sinonimo di trotto, galoppo e prosciutto - bussa lavoro alle porte del salumificio Campagnolo. In breve, da segretaria di direzione, diventa capo del personale. Sindacati, produzione, esuberi ed assunzioni tutti i giorni da trent'anni. E la sera? Computer dalle 20,30 alla mezza, weekend e festivi esclusi. Bionda, cinquant'anrii, un gatto per compagnia: questa è Mariangela Cerrino, l'arma contundente che Mario Spagnol ha scelto per rispondere all'operazione JacqMondadori. Etruschi contro egizi, i re non romani di Roma (Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo) contro i faraoni: la saga in edizione economica continua dunque con Tea (500 lire in meno), stesso formato, stessa carta, stessa cadenza (in libreria ogni due mesi), fi primo volume di Basna (Etruschi, appunto) è appena uscito col titolo I cieli dimenticati. Seguiranno: La Via degli Dei e La Porta sulla Notte. Pronto anche il corollario di rito: in autunno, primo libro {Il Segno del Drago) di un'epopea dell'Anno Mille sulla strada tra Torino e Chambéry: quasi un Fratel Cadfael della Valsusa. Non tira mai il fiato? «A me non interessano mariti, figli. La scrittura è la mia famiglia. Io vivo solo per scrivere. Senza limiti. Lei questo lo chiama lavoro? Il mare della storia, i mondi della fantascienza, i sentieri del west? Io, no. Per me il lavoro è la fabbrica. Il resto è libertà, catene spezzate». Sì, ma non basta schiacciare un bottone. A meno di essere un pozzo di scienza. «D'accordo, sono una ragioniera. E allora? Uno si documenta. A me bastano sei mesi di full immersion e poi sono pronta. Nel periodo della rivoluzione americana ero arrivata ad imparare persino il dialetto degli indiani Dalaware. Con gli etruschi è stato lo stesso». Vuol dire che non ne sapeva niente? «Tabula rasa. Senta: nel '90 arrivo da Spagnol con molto pubblicato e un fantasy ancora inedito. Lui mi dice: bello, ma non mi interessa. Ha mai pensato agli etruschi? Nò, ma non vuol dire. In fondo ho fatto di tutto». E allora? «Rifletto: ho un'amica bibliotecaria e un'altra archeologa. Le contatto. Leggo tutto ciò che c'è da leggere. Arrivo persino a mettere le mani sul catalogo della Mostra degli Etruschi di Roma '77. Ci trovo le planimetrie ai tempi di Tarquinio il Superbo. Così ho anche gli angoli, le vie, i templi, gli altari. Ogni cosa col suo nome vero. Ogni cosa al suo posto. Fine. A quel punto sono pronta a far muovere i personaggi nel loro habitat reale. E firmo». Così nasce «Rasna». «Nasce l'edizione rilegata. Che è un po' diversa da quella che sta uscendo oggi». In che senso? «Per un'operazione come quella attuale bisognava alleggerire un po' la scrittura. Trasformare le riflessioni in movimento. Il risultato? Un mese di lavoro, una sessantina di pagine in meno e maggiore velocità». E' contenta? «Sì, sempre. Io ho un'alta opinione di me stessa. Non sono una finta modesta. Il mio mòtto è: c'è un problema? Lo risolvo. Basta applicarsi». Un esempio... «Anco Marzio. Per necessità di narrazione mi serviva sdoppiarlo per creare due simboli: Ancus, l'eroe che non conosce mezzo diverso dalla lotta e Marcius, l'uomo che rappresenta la sete d'innovazione. Il braccio e la mente. Rispettiva mente fratello e nipote di Numa Pompilio. Il primo fonda Ostia, il secondo costruisce il ponte Subhcio, anche se la pa ternità vera è quasi certamente da attribuire ai maestri rasna, gli stessi che prosciugarono le paludi, incanalarono le acque sorgive e costruirono quel mi racolo che ancora oggi è la Cloaca Maxima». C'è spazio per altro nella sua vita? «I viaggi. Ho girato tutto il mondo. Mi mancano Cina e Australia». E quando trova il tempo? «Nelle ferie. Dieci giorni all'anno»... Piero Soria La risposta della Tea al Faraone dijacq: un libro ogni due mesi, il primo già in libreria. L'autrice è dirigente di un salumificio Mariangela Cerrino RASNA I cieli dimenticati Mariangela Cerrino Tea pp. 382 L. 16.000
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