L'ULTIMO TITANIO NAUFRAGIO CON RITMO

L'ULTIMO TITANIO NAUFRAGIO CON RITMO L'ULTIMO TITANIO NAUFRAGIO CON RITMO OGNUNO PER SE' Beryl Bainbridge traduzione di Alessandra Osti Fazi pp. 202 L 26.000 A storia esemplare del Titanic naufragato per hubris (dal greco: cieca arroganza, incosciente sfida agli dèi) durante il viaggio inaugurale viene di solito raccontata secondo uno schema che non fallisce: galleria di personaggi eterogenei riuniti per qualche giorno in un ambiente chiuso; tensioni, aspettative e speranze di vario genere; catastrofe finale che, per usare il termine di Totò, livella. Così molta fiction e tutto il cinema; fanno eccezione, in poesia, Thomas Hardy e Hans Magnus Enzensberger, per non parlare del celebre articolo tecnico di Conrad. L'ultimo film super-campione di incasso si rifa al cliché, anche se punta più sugli effetti speciali dell'apocalisse li h ll'idilli f conclusiva che sull'idillio fra un gióvane passeggero di terza classe é una giovane passeggera di prima, intorno al quale ruotano i non molti casi umani proposti. Come gli sceneggiatori di Hollywood, anche l'estrosa, prolifica Beryl Bainbridge sembra credere che in quelle navi chi viaggiava nella stiva potesse mescolarsi come e quando voleva coi privilegiati dei ponti e dei saloni, e ancora meno di loro ha spazio per quegli iloti che al momento del si salvi chi può non trovarono posto nelle scialuppe e i cui nomi non vennero nemmeno incisi nelle lapidi commemorative; anzi, la Bainbridge in terza classe non si affaccia nemmeno, concentrando quella fauna in un solo esemplare, una donna molto alta e molto bella, che passeggeri di prima salvano quando, delusa dal mancato arrivo dell'amante, tenta prematuramente di buttarsi dalla murata. Per il resto la galleria di cammei dell'autrice inglese, pur improntata alla sua caratteristica concisione, è più ampia e interessante di quella inventata per lo schermo. Le giornate e le nottate di traversata precedenti il fatidico lunedì 15 aprile 1912 vivono nella rievocazione di un testimone speciale, un giovanotto di nascita illegittima ma alle- vato come un gentiluomo in quanto parente della potente famiglia Morgan, parziale finanziatrice della nave, nella progettazione della quale egli ha svolto qualche funzione minore. Questo giovanotto è nevrotico, impaziente, orgoglioso e insicuro, e durante il viaggio oltre a frequentare i coetanei del suo giro, bevendo, giocan¬ do a carte e facendo conversazione, è stranamente attratto da due personaggi anomali, un misterioso signore dalla cinica filosofia a nome Scurra, e un modesto sarto ebreo che sogna di diventare couturier non si diceva ancora «stilista» - a New York. Il sarto si entusiasma della donna alta di cui sopra, trovando in lei la mannequin ideale per il vestito- capolavoro della sua vita; Scurra dal canto suo seduce l'altera debuttante di cui il ragazzo Morgan è timidamente innamorato, con gran delusione di questi, per cui il viaggio è peraltro un vero percorso di formazione, rivelatore dei particolari della sua nascita. Magistrale la Bainbridge risulta al momento del cozzo e di quanto segue, con una quarantina di pagine davvero ammirevoli per ritmo, intensità e precisione. La nave è considerata inaffondabile, quindi i passeggeri ricchi continuano fino all'ultimo a ridere e. a scherzare sulle bizzarre tenute in cui sono usciti all'aperto, prima di finire in acque che, almeno a giudicare dalla disinvoltura con cui il protagonista ci nuota, sono meno gelide dell'occhio della narratrice. Masolino d'Amico «Ognuno per sé» della Bainbridge: magistrale al momento dell'urto, con una quarantina di pagine notevoli per intensità, precisione e pathos DAI SUPERSTITI AL REGISTA WalterLord, La vera storia, Garzanti, pp. 192, L 16.000. Il resoconto più fedele del naufragio scritto da un cronista che ha intervistato i superstiti: milionari ed emigranti, ufficiali e marinai, donne e bambini. Didier Decoin, La cameriera del Titanic, Marsilio, pp. 304, L. 28.000. Storia d'amore (Bigas Luna ne ha tratto il suo nuovo film) tra Marie, giovane cameriera, e Horty, scaricatore di porto. Massimo Polidoro, La maledizione del Titanic, Avverbi, pp. 114, L. 12.000. Sogni premonitori, veggenze, presagi e fantasmi raccontati (e confutati) da un esperto dei fenomeni paranormali. Robin Gardiner e Dan Van Der Val, I due Titanic, Piemme, pp. 496, L 42.000. Tesi affascinante: fu tutta una truffa ai danni delle assicurazioni. Il Titanic, in effetti, non partì mai e navigò tranquillamente per i successivi vent'anni. Roy Menarini, James Cameron, Le Mani, pp. 140, L 22.000. Biografia ed opere del regista che, oltre a Terminator, Abyss e Aliens, ha firmato l'ultimo kolossal sul naufragio. Leonardo Di Caprio OGNUNO PER SE' Beryl Bainbridge traduzione di Alessandra Osti Fazi pp. 202 L 26.000

Luoghi citati: Hollywood, New York