II lamento di Caproni

II lamento di Caproni L'INEDITO II lamento di Caproni 66 ERA un sonetto di Giorgio Caproni, nascosto per I ' " quasi cinquantanni fra le sue carte. Doveva entrare nel gruppo degli Anni tedeschi, sanguinante medi1 i tazione per immagini sull'esperienza della guerra. I I sonetti di quella serie, pubblicati nel Passaggio di Enea (1956) sono undici, preceduti da un dodicesimo. Ma questo, con l'indicazione, poi cancellata di Lamento XIII, rimase fuori: non si sa per quale ragione. Lo possiamo leggere oggi (con un altro frammento) sul primo numero della rivista Trasparenze, di lettere e arti, che Giorgio Devoto lancia da Genova, nelle sue edizioni di San Marco dei Giustiniani. Un regalo che gli hanno voluto fare i figli di Caproni, Mauro e Silvana per riconoscere la sua lunga fedeltà all'opera del padre e consentirgli di inaugurare nel modo migliore la sua iniziativa. [g. e] QUESTA città di piombo sulle mie spalle! i suoi cupi ponti! i bùi teatri àlidi di fiati umani penetrati per l'eterno nei muri! Io con le mie infinite fatiche, quali spie vedo ora cedere fra i colonnati che umanamente piegano ov'io già ti ricopersi di povere?... Alle mie ultime ceneri alzate sul denso giro d'un cieco Tevere, ecco in quale nebbia frugo le pietre - ecco in che incenso gli occhi mi brucio se a un velo di sale tra gli archi acri d'orina alita immenso pari al respiro d'un popolo il mare. hA A tu sei una mattina bianca ed alta 1 1 dove perfino l'ombra va in salita e esalta: sei la voce più pulita e viva ch'io conosca, e sei la barca umana che celeste è colorita di gerani rossissimi - di vita!... Giorgio Caproni 99 Lo pubblica ora la nuova rivista di Giorgio Devoto «Trasparenze» Un sonetto nascosto per quasi cinquantanni fra le sue carte ritrovato dai figli

Persone citate: Caproni, Giorgio Caproni, Giorgio Devoto, Giustiniani

Luoghi citati: Genova