«Undici passeggeri sul treno dell'euro»

«Undici passeggeri sul treno dell'euro» Scelte ormai fatte per la moneta unica. Promossa l'Italia e i ministri economici Ue già pensano al dopo «Undici passeggeri sul treno dell'euro» Ma Waigel vuole regole ancora più dure YORK DAL NOSTRO INVIATO L'ingresso dell'Italia nell'euro? Ormai sembra una questione chiusa e forse proprio per questo la Germania chiede garanzie aggiuntive da prendere però il 3 maggio, all'indomani della decisione su chi entrerà nella moneta unica. A York, al vertice dei ministri economici e finanziari europei e dei governatori delle banche centrali, il ministro delle Finanze tedesco Theo Waigel ha annunciato che chiederà ai Quindici una «dichiarazione comune» nella quale si impegnino a «proseguire in modo durevole il consolidamento delle loro finanze pubbliche». Sei i punti che Bonn vorrebbe vedere elencati in questa dichiarazione: la sorveglianza rafforzata dei bilanci dei Paesi membri nel 1998; l'esame a livello comunitario dei programmi di convergenza per il 1999; l'impegno esplicito al rispetto del patto di stabilità approvato su proposta della stessa Germania, che prevede sanzioni per chi sfonda il raappoito del 3% tra deficit e Pil; l'impegno di quei Paesi che hanno alto debito pubblico - Italia e Belgio in particolare, quindi - a ridurlo a un «livello accettabile»; impegno a ridurre il più possibile i debiti a lungo termine; una esplicita affermazione che il risanamento finanziario dovrà essere fatto con le risorse di ciascun Paese e mai attraverso il bilancio comunitario. Ma la richiesta di nuove condizioni «politiche» da parte della germania sembra essere proprio il segnale che ormai nessuno pare avere più dubbi sulla composizione della squadra che scenderà in campo per giocare la partita della moneta. Chi parla lo fa per scommettere su undici titolari con lo scudetto dell'euro appuntato sulla maglia e la parola ricorrente nei corridoi del vertice è «tranquillità». Tranquillo è il ministro delle Finanze belga Philippe Maystadt, che parla esplicitamente di un euro a undici, un parere non del tutto disinteressato visto il suo Paese condivide con l'Italia il primato poco invidiabile del più alto debito pubblico in rapporto al Pil; tranquillissimo anche il Commissario europeo Yves-Thibault de Silguy, gran regita di quelle raccomandazioni che la Commissione approverà mercoledì prossimo e che di fatto aggiudicheranno i posti nell'Unione monetaria. «Se fossi un italiano o un belga sarei tranquillo», concede il primo ministro lussemburghese Jean-Claude Juncker. E perfino Hans Tietmeyer, il presidente della Bundesbank, risponde a un giornalista italiano che gli chiede se adesso è più sereno sul nostro debito con una frase forse beffarda, ma tranquilliz- zante: «Non so da dove abbia tirato fuori una preoccupazione particolare da parte mia». Se il bollettino meteorologico di York annuncia tempo sereno sulla nascita della moneta unica; sembrano diradarsi anche le nubi che venivano dall'Ime, l'Istituto monetario europeo che si pronuncerà anch'esso il 25 marzo fotografando la situazione dei candidati all'euro, ma senza diritto di promozione o bocciatura. Il suo giudizio, che restava la maggiore incognita per l'Italia non sembra destare più troppi timori a York. Non prevede «particolarmente» che ci siano delle differenze con il testo della Commissione il belga Maystadt, e anche negli ambienti della Commissione si respira la certezza che tra Bruxelles e Francoforte non ci saranno troppe note discordanti. Anche il rapporto commissionato dal governo di Bonn alla Bundesbank - e che arriverà comunque due giorni dopo la decisione della Commissione - non dovrebbe riservare sorprese negative per l'Italia. Forse è un sintomo di questa certezza ormai raggiunta anche la prudenza assoluta che ostentano i membri della delegazione italiana, contrapposta alle affermazioni spesso entusiastiche degli ultimi mesi. Il ministro dell'Economia Carlo Azeglio Ciampi, a 72 ore dal verdetto di Bruxelles, ripete per l'ennesima volta che attende «con fiducia» il giudizio della Commisssione, ma che comunque aspetta «i fatti che arriveranno il 2 e 3 maggio», quando i capi di Stato e di governo daranno il loro sì finale alle promozioni nell'euro. E il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, che come tutti i governatori dei Quindici ha partecipato alla redazione del rapporto dell'Istituto monetario europeo si limita a dire che «alla fine si dovrebbe trovare un accordo» sul documeno della futura banca centrale e che testi come quello in preparazione «vengono rielaborati fino all'ultimo momento». Parole caute ma non pessimistiche. Francesco Manacorda Visco contrario allo stanziamento di nuove risorse per il Mezzogiorno «Non è questione di mettere soldi i. ma serve una maggiore organizzazione» Ber Commissario europeo YvesThibault de Silguy, gran regita di quelle raccomandazioni che la Commissione approverà mercoledì prossimo e che di fatto aggiudicheranno i posti nell'Unione monetaria. «Se fossi un italiano o un belga sarei tranquillo», concede il primo ministro lussemburghese Jean-Claude Juncker. E perfino Hans Tietmeyer, il presidente della Bundesbank, risponde a un giornalista italiano che gli chiede se adesso è più sereno sul nostro debito con una frase forse beffarda, ma tranquilliz- Il governatore della Banca dItalia Antonio Fazio e, a destra, il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi ranno troppe note discAnche il rapporto commidal governo di Bonn allasbank - e che arriverà codue giorni dopo la decisioCommissione - non dovrservare sorprese negativtalia. Forse è un sintomo dcertezza ormai raggiuntla prudenza assoluta cheno i membri della delitaliana, contrapposta almazioni spesso entusiastgli ultimi mesi. Il ministrconomia Carlo Azeglio C72 ore dal verdetto di Bripete per l'ennesima vattende «con fiducia» il commissario europeo Yves-Thibault de Silguy ★ * * * * * Il presidente della Bundesbank Hans Tietmeyer Il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio e, a destra, il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi commissario europeo Yves-Thibault de Silguy