Quando il pei sfidò Craxi di R. I.

Quando il pei sfidò Craxi IL PRECEDENTE Quando il pei sfidò Craxi ROMA. La mattina del 22 settembre 1984 una delegazione del partito comunista, guidata da Antonio Montessoro, responsabile dell'Ufficio Problemi del Lavoro del dipartimento economico, si presentò in Cassazione all'ufficio centrale per il referendum. Da un camioncino vennero scaricati un centinaio di scatoloni con il milione di firme raccolte da Botteghe Oscure. Il pei proponeva il referendum che chiedeva il recupero dei quattro punti di contingenza tagliati dal governo Craxi con il decreto del 14 febbraio 1984, o «decreto di San Valentino». La decisione del taglio della contingenza (che si traduceva in 27.200 lire in meno lorde al mese sugli stipendi di lavoratori pubblici e privati) aveva spaccato anche il sindacato: con il governo si erano schierate Ci si, Uil e la componente socialista della Cgil di Luciano Lama. Al voto del 9 e 10 giugno 1985, i «no» al ripristino furono il 54,3%, i «sì» il 45,7. Il pei era stato battuto, Craxi e il pentapartito festeggiavano, la Confindustria annunciava la disdetta formale degli accordi sulla scala mobile. [r. i.]

Persone citate: Antonio Montessoro, Craxi, Luciano Lama

Luoghi citati: Roma