I funerali di F. Ama.

I funerali I funerali «Nadia, una vittima di amicizie effimere» FOGGIA DAL NOSTRO INVIATO Don Giorgio Mazzoccato ha 62 anni, una massa di capelli lunghi, quattro extracomunitari in casa e un'idea ben chiara: no alle telecamere, alle macchine fotografiche, ai giornalisti. Don Giorgio preferisce evitare il più possibile qualsiasi forma di pubblicità. Quando a metà mattina la bara bianca di Nadia, infine, ritorna a casa, il suo piano è già pronto. Un cordone di carabinieri terrà lontano chiunque odori di stampa. Uno scherzo, in un paese di 1950 abitanti, dove, come dice il sindaco, Gaetano De Flumeri, «siamo tutti una grande famiglia». Un gioco da ragazzi, con una chiesa in grado di contenere al massimo trecento persone e una folla di almeno mille e cinquecento accorsi a dare l'estremo saluto a Nadia. Sono le tre e cinque del pomeriggio quando la bara bianca esce per l'ultima volta da casa. Dentro, Nadia è vestita di un abito bianco con velo, un'usanza di queste parti. In auto percorre i circa settecento metri fino alla chiesa, poi viene risucchiata all'interno, insieme con i familiari, gli amici, il sindaco, il preside del ragioneria, le compagne di classe. A quel punto la chiesa è stracolma: gli altri mille e duecento, giornalisti e non, rimangono fuori. La cerimonia dura una quarantina di minuti. L'unico messaggio letto è quello di monsignor Giuseppe Casale, vescovo di Foggia. Ai ragazzi di Castelluccio chiede «di dire la verità: non è in gioco un momento di evasione, ma la vita stessa». Alle quattro e un quarto la bara bianca si avvia verso il cimitero, portata a spalla dagli amici di Nadia. Prima di essere sepolta, viene coperta da decine di bouquet di fiori bianchi delle amiche di scuola e una compagna pronuncia a fatica poche parole: «Sei sempre stata amica di tutti ed è stata proprio l'amicizia a dimostrarsi effimera con te», [f. ama.]

Persone citate: Castelluccio, Giorgio Mazzoccato, Giuseppe Casale

Luoghi citati: Flumeri, Foggia