Racket dei pit-bull, allarme del Viminale

Racket dei pit-bull, allarme del Viminale Un rapporto sul fenomeno: questi cani vengono torturati, drogati e addestrati alla ferocia Racket dei pit-bull, allarme del Viminale «Combattimenti crudeli con un giro di scommesse miliardarie» ROMA. Il ministero dell'Interno è preoccupato dalla moda criminale dei combattimenti tra cani. «Un anno fa abbiamo dato indicazioni precise alla polizia», avverte il sottosegretario Giannicola Smisi, ieri presente al convegno sulle Ecomafie organizzato dalla Legambiente. Solo nel '97 sono stati un centinaio gli interventi delle fòrze dell'ordine per bloccare i combattimenti che vedono protagonisti i pit-bull. Cani costruiti in laboratorio per uccidere. Già aggressivi di carattere, i pitbull vengono resi più feroci da un addestramento crudele. La Legambiente dedica ai pitbull, e ai combattimenti tra cani in generale, un capitolo del suo rapporto. Vi si riferisce di come i cani (diecimila?) vengano addestrati alla ferocia. «Il pit-bull possiede una potenza mascellare devastante: quando stringe i denti non molla più la presa per nessuna ragione». Sono, i pit-bull, poveri cani picchiati dai loro «allenatori», torturati con scosse elettriche, abituati a uc¬ cidere altri cani per nutrirsi (e ci sono zone dove stanno sparendo i bastardini), drogati con anabolizzanti e anfetamine. Infine lanciati su ring improvvisati dove si dilaniano tra loro. Intorno al ring ci sono gb spettatori. Non mancano le telecamere amatoriali di qualcuno che provvede a filmare il combattimento per poi rivendersi il video. E fioriscono, naturalmente, le scommesse clandestine. Finora la Regione dove massima è la moda dei combattimenti è la Campania. La camorra organizza gli allevamenti e i «duelli». Ma sono molti anche i «guaglioni da strada» che allevano artigianalmente un cane da combattimento per questioni di sicurezza personale, per segnalarsi nel quartiere, per emergere tra la delinquenza. Secondo stime parziali, a Napoli sono almeno 500 i pit-bull in circolazione. Il giro presunto delle scommesse è di centinaia di miliardi, e c'è anche un indotto malavitoso di veterinari, allevatori, organizzatori, scommmet- titori, produttori di video, negozianti di prodotti per animali, proprietari di capannoni. Non c'è solo la camorra campana che ha fiutato l'affare. La malavita di tante altre regioni si fa avanti. E poi gli «^dipendenti». E' dell'altro giorno la notizia che un pit-bull ha aggredito e ucciso un cane lupo in una piazza di Roma, nel quartiere della Garbatella, tra i lazzi e forse anche i calci di una banda di ragazzi: il proprietario del pit-bull, a bordo di un motorino, stava «allenando» il cane alla corsa, quello a un certo punto ha visto il cane lupo ed è scattato. Commento dei ragazzi, il giorno dopo: «Noi ai cani gli voghamo bene. Qui ci abbiamo il pit-bull in venti. Siamo intervenuti a calci per separare i due animali. Comunque è vero che vengono da Napoli per organizzare gli incontri». n fenomeno sta dilagando. Risultano operazioni di polizia in tutte le regioni della Campania, ma anche in Sicilia e Calabria. E poi si segnalano combattimenti o sequestri a Pescara, Fiumicino, Frascati, Udine, Massa. Vicino a Torino, nel maggio '95, la polizia fece irruzione in un capannone dove tre pit-bull stavano combattendo contro un puma. «Abbiamo dato indicazioni precise - spiega Smisi - perché il combattimento tra cani non ci sembra affatto una questione nùnima Né abbiamo timore di passare per animalisti. Riteniamo che i combattimenti tra cani siano un segnale inquietante di degrado sociale, fenomeni di crudeltà senza eguali». A fronte della preoccupazione del Viminale, mancano leggi adeguate: in Francia e Gran Bretagna hanno messo fuorilegge i cani di razza assassina, in Italia al massimo si può invocare il maltrattamento di animali (contravvenzione) o il gioco d'azzardo (reato minore). Ma il Parlamento sta depenalizzando il gioco d'azzardo, e allora i combattimenti tra cani si potranno organizzare anche nei condomini. Francesco Grignetti Sarebbero diecimila i pit-bull in Italia I combattimenti che li vedono protagonisti si svolgono soprattutto in Campania

Persone citate: Francesco Grignetti, Giannicola Smisi