Parole, parole, parole

Parole, parole, parole Parole, parole, parole Da Dalida alla Baker la verità in musica Un dialogo famoso, tratto da «La signora della porta accanto» di Frangois Truffaut, illustra il senso di «Parole, parole, parole», l'ultimo film di Alain Resnais, scritto da Agnes Jaoui e Jean Pierre Bacìi, premiatissimo in Francia (dove è uscito il 12 novembre e ha già avuto 2 milioni e 300 mila spettatori) e all'ultimo FilmFest di Berlino dove ha ricevuto l'Orso d'Argento «per lo straordinario contributo al cinema moderno». Dice Bernard, cioè Gerard Depardieu: «Guarda, finalmente la tua radio funziona. Sono contento che t'interessi alle notizie. Bisogna sapere che succede nel mondo». Risponde Mathilde, cioè Fanny Ardant: «No, ascolto solo le canzoni perché dicono la verità. Più sono stupide, più sono vere. D'altra parte non sono stupide!...dicono "non mi lasciare", "la tua assenza ha spezzato la mia vita", o "sono una casa vuota senza di te", "lasciami diventare l'ombra della tua ombra"...». Tra i tanti brani del film, oltre a «Paroles, paroles» nella versione di Dalida e Alain Delon, ci sono pezzi classici come «Nathalie» di Gilbert Becaud, «Avec le temps» di Leo Ferré, «J'm'en fous pas mal» di Edith Piaf e «J'ai deux amours» di Josephine Baker. [f. e]

Luoghi citati: Berlino, Francia