Fondazioni, raggiunta l'intesa

Fondazioni, raggiunta l'intesa Dopo una giornata di scontri in cui il numero legale è mancato due volte Fondazioni, raggiunta l'intesa Violante s'infuria, e sblocca l'impasse ROMA. Sulle Fondazioni bancarie un'intesa è stata faticosamente raggiunta in serata. Dopo una lunga giornata di scontri muro contro muro, e la mancanza del numero legale due volte nel giro di un'ora, maggioranza, governo e opposizioni hanno ripreso la strada del confronto, grazie anche all'intervento del presidente della Camera, Luciano Violante. E lo stesso Violante, in serata, ha lasciato intendere che un'intesa era stata raggiunta. L'accordo, secondo le prime indiscrezioni, prevederebbe due punti: un maggiore ancoraggio al territorio dei vertici delle piccole Fondazioni e il potere di indirizzo dell'Authority sulla redditività delle Fondazioni, Per quanto riguarda i vertici delle Fondazioni, dopo un'estenuante trattativa è stato riformulato un emendamento che era stato presentato dalle opposizioni: il 50% dei vertici degli organismi amministrativi, compresi gli organismi di controllo, deve essere residente da almeno tre anni nel territorio. Dal computo è escluso il presidente e sono fatte salve le situazioni esistenti. «Non vogliamo un terremoto delle strutture - ha spiegato Carlo Pace (An) - ma nemmeno che si possa decidere prima la dirigenza». Restano invece in vigore gli statuti esistenti per le grandi Fondazioni, nazionali o ultranazionali. Per quanto riguarda il secondo punto dell'accordo, l'Authority dovrà determinare un limite minimo di redditività rispetto al patrimonio da investire che non può essere superiore al rapporto tra i dividendi e il patrimonio medio del settore bancario, misurato su base triennale. L'accoglimento di queste proposte, su cui ha pesato fino all'ultimo la posizione di Rifondazione, dovrebbe consentire all'opposizione, come ha spiegato lo stesso Pace, di partecipare alle votazioni, pur mantenendo il voto contrario sul provvedimento. Tutto risolto, dunque? Il sottosegretario al Tesoro, Roberto Pinza, non ha voluto sbilanciarsi e cautamente ha risposto: «Bisognerà aspettare le votazioni». La seduta della Camera era iniziata in un clima di scontro e non aveva sortito nessun effetto la sollecitazione del superrninistro dell'Economia, Carlo Azeglio Ciampi, ad approvare il prowednnento in «tempi rapidi» e «possibilmente nell'attuale formulazione». Come sembravano cadere nel vuoto le preoccupazioni dei banchieri, secondo i quali, come ha detto il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, «se non passerà la legge, le Fondazioni non possono ulteriormente definire la loro natura e la loro attività». Per superare l'«impasse» è stato necessario l'intervento di Violante, che alla ripresa della seduta, dopo un incontro nella sua biblioteca con la Conferenza dei capigruppo, ha invitato il governo a «valutare con attenzione le questioni poste dall'opposizione» sulla riforma. Con questa motivazione ed al fine di sbloccare lo stallo, che durava dalla scorsa settimana, il presidente della Camera ha proposto, ed ottenuto dall'assemblea, una inversione dell'ordine del giorno, consentendo così un piccolo margine 'di tempo per un ulteriore confronto. La proposta di Violante è stata accolta con favore dalle opposizioni (Lega e Polo) e accettata, ma senza entusiasmo, dalla maggioranza (Rifondazione comunista aveva annunciato l'astensione sull'inversione dell'ordine del giorno). Le trattative sono riprese e in serata c'è stata la fumata bianca. Ma il problema del numero legale e della partecipazione al voto non ha riguardato solo le Fondazioni. «Colleghi, alzate la mano o finiamo su "Striscia la notizia" o qualcosa del genere», è sbottato Clemente Ma^ stella, vicepresidente di turno aUa Camera, alle prese con una raffica di votazioni su 25 disegni di legge di ratifica di altrettanti accordi interna zionali. E lo stesso presidente della Camera, Violante, ha così commentato in assemblea la quarta mancanza, ieri, del numero legale: «Da un punto di vista democratico la situazione ha una sua complessità: se vm ramo del Parlamento è impossibilitato a fon zionare ci sono le condizioni previste dall'ordinamento...». E ha osservato che esiste una «distonia» tra quanto i capigruppo affermano nella confe renza dei presidenti dei gruppi e quanto avviene in aula. Francesco Bullo Violante, presidente della Camera

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Carlo Pace, Francesco Bullo Violante, Giuseppe Guzzetti, Luciano Violante, Roberto Pinza

Luoghi citati: Roma