Novartis, utili record alla prima candelina di Ugo Bertone

Novartis, utili record alla prima candelina Il dividendo salirà a 25 franchi (+50%) Novartis, utili record alla prima candelina Per il numero 1 della farmaceutica profitti da 8200 miliardi (più 43%) LONDRA DAL NOSTRO INVIATO «E' stato un anno molto positivo» commenta soddisfatto Alex Krauer, amministratore del colosso Novartis, prima industria mondiale, assieme a Merck, del farmaco, la seconda in Italia con i suoi 1626 miliardi di lire (sui 37 mila a livello mondiale). Non tutti'avrebbero scommesso sulla riuscita del matrimonio del secolo, la fusione tra Ciba Geigy e Sandoz, 16 mesi fa, e invece, nel primo anno di vita, il '97, gli utili del nuovo colosso svizzero sono cresciuti del 43% a 6,8 miliardi di franchi svizzeri (ben 8200 miliardi di lire); nello stesso periodo l'azione, una delle preferite dai gestori di tutto il mondo, è passata da 1500 franchi a oltre 2700. Un bel risultato, se si pensa che la svedese Pharmacia (proprietaria di quella che fu la farmaceutica Montedison) e l'americana Upjohn continuano a litigare in casa e che il fidanzamento tra gli inglesi di SmithKline-Beecham e di Welcome Glaxo è finito in una clamorosa rottura ancor prima delle nozze (e la City ci ha rimesso qualcosa come 60 mila miliardi di lire in minor valore dei titoli coinvolti...). E così herr Krauer può venire qui a Londra, davanti agli analisti finanziari di tutto il mondo collegati via satellite, ha spiegare la ricetta della fusione alla svizzera. Certo, la via delle fusioni è obbligata: nel mondo i governi tagliano le spese inutili sulla salute, occorre concentrare le ricerche sui farmaci e sulle nuove tecnologie mentre si abbassano i margini. Ma guai a chi sbaglia... «Non so - spiega sorridendo - se ci abbia aiutato il fatto che fossimo tutti di Basilea, una piccola città. Certe volte sono i vicini i nemici più feroci». «Forse aggiunge - c'è voluto il nostro senso di responsabilità. Prima abbiamo discusso, litigate anche duramente a difesa delle nostre aziende e dei nostri dipendenti. Poi, una volta fatta l'intesa abbiamo ragionato da squadra». Ed è servita l'esperienza passata: ai tempi della fusione tra Ciba e Geigy si decise di tener in vita i vecchi marchi e le vecchie realtà aziendali. E fu un disastro. Meglio un taglio netto con il passato, il coraggio di scegliere un nome nuovo, Novartis e di far proprio un motto giapponese: «Non seguiamo il sentiero. Andiamo invece dove non c'è sentiero, lasciando una traccia». Certo, ci sono anche i tagli del personale, faccia dolorosa della medaglia: ma sui 12 mila esuberi previsti entro il Duemila già 9 mila, a Uvello mondiale, sono stati effettuati con pochi problemi. Basti il caso italiano dove, tra società cedute, opportunità offerte ai dipendenti per trovare altre sistemazioni e prepensionamenti, a Novartis l'occupazione è scesa di 600 persone (ovvero il 90% dei programmi) ma, in realtà, il problema sociale ha toccato solo 150 persone (gli altri sono stati tutti ricollocati) e la vertenza si è chiusa con sole 4 ore di sciopero. «Anche in Italia - aggiunge Krauer - si comincia a spendere meno e in maniera più intelligente per la salute». Eppure, questo può voler dire profitti più bassi... «Nel breve forse. Ma è più importante, anche per noi, che le risorse, limitate, vengano impiegate nella maniera migliore». Basta, insomma, con i vecchi signori del farmaco. Il nuovo «look» passa per la trasparenza, assicura Krauer ma, mentre le polemiche in Italia sono concentrate sul caso Di Bella («non ci capisco nulla, non vorrei commentare...» spiega Krauer) a Bruxelles si comincia a giocare una partita decisiva per il nostro destino: le biotecnologie. Proprio oggi la Commissione dovrà dare il via libera alla sperimentazione di un nuovo mais nato in laboratorio. (Accettiamo di sottostare a tutte le regole e a tutte le cautele possibili - protesta Krauer - ma sarebbe criminale vietare all'Europa questa carta per il futuro». Intanto gli analisti già proiettano le vendite del nuovo prodotto per la cura del morbo di Alzheimer e la ricadute dei nuovi antitumorali: il '98 non è partito benissimo, ma i profitti ci saranno, eccome. «Andrà meglio che nel '97» sostiene Krauer, dopo aver annunciato che il dividendo quest'anno salirà a 25 franchi (+50%). Ugo Bertone

Persone citate: Alex Krauer, Di Bella, Sandoz

Luoghi citati: Basilea, Bruxelles, Europa, Italia, Londra, Novartis