Un uragano di sabbia sconvolge il Medio Oriente

Un uragano di sabbia sconvolge il Medio Oriente E la decisione dell'inviato Ue di visitare Har Homa a Gerusalemme provoca una tempesta diplomatica Un uragano di sabbia sconvolge il Medio Oriente Bloccato per 14 ore Vaereo del ministro Cook in viaggio per Israele IL CAIRO NOSTRO SERVIZIO Si contano i danni della tempesta di sabbia che da due giorni sta flagellando tutto il Medio Oriente. L'Egitto è stato il Paese più colpito da questa burrasca senza precedenti da cinquant'anni. Cinque persone sono morte. Le raffiche di vento hanno abbattuto muri, alberi e insegne pubblicitarie, e provocato incendi nei villaggi del Delta (domenica la temperatura ha toccato i 34 gradi, 12 sopra la media stagionale). Una barca carica di turisti tedeschi in gita sul Mar Rosso, nei pressi di Hurgada, si è ribaltata, ma senza fare vittime. Negli aeroporti c'è stato il caos: aerei dirottati su altri scali e voli cancellati, compresi quelli di alcune personalità intemazionali. Come quello del ministro degli Esteri britannico, Robin Cook. Ma anche l'aereo di Arai*a t ha dovuto atterrare al Cairo anziché a Sharm ElSheikh, nel Sinai, dove imperversa¬ va la tempesta. Il maltempo ha imposto pure la chiusura del Canale di Suez dopo che si era verificata una collisione tra due mercantili, fortunatamente senza pesanti conseguenze. Soltanto nel pomeriggio la situazione è cominciata a normalizzarsi quando la burrasca, che perdurava da domenica, si è spostata, lasciando II Cairo sotto una coltre di polvere giallastra. Il vento caldo e forte del deserto proveniente dall'Egitto e dalla Libia si è spinto su Israele, Giordania, Siria, Libano e ha oscurato persino il cielo sopra l'isola di Cipro. Un fenomeno i-arissimo in questa parte del Mediterraneo, secondo i responsabili del servizio meteorologico di Larnaca. A Beirut la tormenta di sabbia ha toccato i 110 km orari: tanto forte soffiava il vento che la celebre ruota del parco giochi, quasi un simbolo dalla capitele libanese e per questo risparmiata dalla guerra civile, si è accasciata al suolo all'alba. La visibilità era ridotta a soli cento metri, costringendo gli automobilisti a circolare con i fari accesi in pieno giorno. La radio intanto ha continuato a diffondere appelli alle persone anziane e a quelle sofferenti di asma affinché non lasciassero le loro abitazioni. Agli altri si raccomandava di coprire bocca e naso con un fazzoletto bagnato. Ad Amman una trentina di persone sono state ricoverate per problemi respiratori. E' la prima volta che il Medio Oriente viene flagellato in modo eoa impietoso dal Khamassin (deriva da 50, in arabo) la cui durata appunto è di 50 giorni e ha inizio a marzo e dura fino a maggio. Solitamente il fenomeno si limita al Nord Africa e a certe parti della penisola arabica. A fare le spese di questo repentino cambiamento del clima è stato il titolare del Foreign Office, Robin Cook, impegnato in una importante visita di Stato di tra giorni in Medio Oriente e che doveva iniziare domenica. E' stato costretto a trascorrere la notte a Larnaca in quanto il suo aereo non ha potuto atterrare al Cairo per via della scarsa visibilità e per il vento. Soltanto ieri pomeriggio è riuscito a fare scalo nella capitale egiziana, prima tappa della missione, dove ha incontrato il presidente Mubarak. Oggi è atteso in Giordania e in Israele, dove già lo attende un'altra burrasca, stavolta diplomatica. Burrasca provocata dalla decisione del ministro di visitare la zona di Gerusalemme Est dove sorgerà il nuovo insediamento ebraico di Har Homà, oggetto di una violenta contesa tra palestinesi e israeliani. La cosa non è stata affatto gradita al premier Benyamin Netanyahu, il cui consigliere politico Bar Dan ha definito la sosta di Cook a Har Homa «inopportuna». In serata è stato annunciato un compromesso. Ma sui muri di Gerusalemme sono comparse scritte: «Cook antisemita», «Cook torna a casa». IbraMmRefat

Persone citate: Benyamin Netanyahu, Cook, Homa, Mubarak, Robin Cook