CINDERELLA di Sergio Trombetta
CINDERELLA CINDERELLA H NFURIAVA la SeI conda guerra GB mondiale, ma già si sentiva in lontananza l'incalzare della fine, quando Sergej Prokofev poneva mano alla musica di «Cenerentola». Una fiaba per i prossimi tempi di pace ma anche, siamo in era sovietica, un inno alla «gente comune, onesta e laboriosa». Dovevano passare soltanto tre anni dal debutto al teatro Bolshoj nel 1945 (con la coreografia di Rostislav Zacharov) perché avesse luogo la prima inglese di «Cenerentola» che Frederick Ashton coreografava nel 1948 per quello che sarebbe diventato di lì a pochi anni il Royal Ballet. Era il suo primo balletto a serata intera, in tre atti, e fu subito un successo. A 50 anni dal debutto, ancora gloriosamente viva, quella «Cenerentola» arriva al Teatro Regio dal 13 al 22 marzo (prenotazioni all'8815.241). Lirismo e umorismo erano due costanti di Ashton e la «Cenerentola» ben si adattava a questo genere di talento: con la storia d'amore della piccola sguattera trasformata in prin¬ cipessa e con le due sorellastre cattive e scornate, qui interpretate da due uomini en travesti. Comicità e buoni sentimenti. Ma è soprattutto un puro e splendido omaggio alla tradizione accademica russa di Marius Petipa questa «Cinderella» che arriva in una produzione rinnovata del 1987. Un capola- voro che tiene da 50 anni dunque. Ma accanto a questa versione deliziosa e tradizionale, nel corso del tempo se ne sono aggiunte molte altre «sacrileghe» e «trasgressive». L'ultima in ordine di tempo è quella del giovane inglese Matthew Bourne: una riscrittura geniale che col¬ loca la fiaba a Londra ai tempi dei bombardamenti nazisti durante l'ultima guerra mondiale. Dodici anni fa Maguy Mann, con la sua «Cendrillon» per il Balletto dell'Opera di Lione aveva coperto i volti dei danzatori con infantili maschere di porcellana riducendo la vicenda a una storia fra bambini buoni e crudeli. Rudolf Nureyev, ai tempi della direzione dell'Opera di Parigi, aveva trasferito tutto a Hollywood. La fata madrina era lui stesso in abiti da producer (con un trucco alla Groucho Marx) e per l'arrivo a palazzo, Cenerentola (alla prima era la sfolgorante Sylvie Guillem) scendeva le scale fra un crepitare di flash, faceva innamorare il divo di turno e invece di sposarlo, alla fine facevano un film insieme. Molto simile la versione di Eugenio Polyakov al Maggio Musicale: qui Cenerentola (Alessandra Ferri) faceva la sua comparsa trasformata in Marilyn con parrucca bionda e abito plissettato svolazzante. Sergio Trombetta CINDERELLA Miyako Yoshida è Cenerentola nelle recite del 13 e 21 marzo al Teatro Regio
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