Il secondo passo di Sonia di Claudio Gallo

Il secondo passo di Sonia «Lavorerò con fede e umiltà». Destituito il predecessore, che si ribella Il secondo passo di Sonia India, eletta leader del partito del Congresso NEW DELHI, Inutile combattere contro il destino e la forza ineluttabile di una dinastia che ha un posto d'onore nella tribuna della storia: Sonia Gandhi, 51 anni, da ieri non è più la Sfinge, come la chiamavano con un misto di ammirazione e malevolenza i giornali indiani. Dopo la lunga stagione dei no, la vedova di Rajiv Gandhi, la nuora italiana di Indirà, ha finalmente accettato la presidenza del partito del Congresso. Sotto gM eucalipti che circondano le mura rosse della residenza di famiglia, a 10 Janpath, già si è radunata una folla che ha deciso di acclamarla premier, ancora prima che il presidente Narayanan dica la sua. Ma nell'aggrovigliata situazione politica indiana, a questo colpo di scena se ne contrappone subito un altro: il leader del Bjp, il partito integralista hindu, Attar Bihari Vajpayee, ha trovato un traballante accordo con la sua improbabile alleata, l'ex attrice Jayalalitha (leader dell'Aiadmk) che dopo aver stravinto inaspettatamente le elezioni nel Tamil Nadu - il più importante Stato del Sud - aveva alzato il prezzo del suo appoggio a un governo integralista fino a farne tramontare ogni possibilità. Adesso, convinta Jayalalitha a dichiarare almeno un appoggio esterno (una desistenza) da parte dei suoi 27 deputati, Vajpayee può presentarsi a Rashtrapati Bhavan, la residenza del primo Presidente «intoccabile», il maestoso palazzo di Lutyens che ospitò Lord Mountbatten, con 267 seggi su 545, mentre il Congress di Sonia e i suoi poco convinti alleati dello United Front ne metterebbero insieme 262. L'incertezza e l'instabilità, gh spettri della propaganda elettorale continuano a tenere saldamente il palco della politica indiana. Come nella sua frenetica e discussa campagna elettorale (difficile dire quanto sia servita: certo ha funzionato più in difesa che all'attacco), Sonia Gandhi ha compiuto un altro blitz: la sua elezione alla carica che fu di Indirà Gandhi è stato un colpo di mano dei suoi fedelissimi, forti dell'appoggio della base, tanto che l'attuale presidente Sitaram Kesri, 82 anni, si è irritato non poco. «Sono ancora io il presidente - ha detto l'anziano leader - questa rimozione è illegale, mi dimetterò soltanto davanti all'assemblea nazionale del partito». Ma le sue parole hanno il suono di un fucile scarico. La rimozione di Kesri è stata annunciata da uno scarno comunicato che invocava l'intervento della donna più celebre del Paese come salvatrice della Patria: «Per uscire dallo stato di confusione e di incertezza che sta provocando immensi danni al partito, il Comitato direttivo ha deciso di nominare la signora Sonia Gandhi presidente del Congresso nazionale indiano, con effetto immediato». Evocando lo spirito della dinastia, da Nehru a Rajiv, Sonia Gandhi ha esordito con un proclama di guerra contro il Bjp: «I principi sui quali è fondata la nostra grande nazione sono oggi in pericolo. La decisione del partito del Congresso di eleggermi presidente mi affida un dovere ed un compito che devono essere realizzati con fede e umiltà». Madam non ha partecipato al¬ le elezioni ma potrebbe essere cooptata nel Senato, avendo così le carte in regola per aspirare alla poltrona di primo ministro. La notizia che il sereno è tornato tra il Bjp e i suoi recalcitranti alleati ha tuttavia messo in ombra questa possibilità. La protagonista della svolta è un personaggio sospeso tra folklo- re, nepotismo e malgoverno populista: Jayalalitha, un'imponente matrona del Sud dalla vita sessuale molto discussa che quand'era primo ministro nel Tamil proclamò festa pubblica il giorno in cui si sposò il figlio della sua «amica del cuore». Da sempre alleata del Congresso, amica «soi disant» di Sonia Gan- dhi, ha scelto questa volta l'alleanza con gli integralisti hindu senza preoccuparsi troppo della distanza ideologica dei nuovi compari. Ora chiede che nell'agenda nazionale dell'alleanza siano introdotti alcuni punti come la facoltà degli Stati di decidere il tetto dei posti di lavoro pubblici riservati alle caste svantaggiate, una quota per le donne, l'ufficializzazione del tamil accanto all'inglese e allo hindi, e la nazionalizzazione delle acque fluviali. E' facile vedere come queste richieste mettano a dura prova il pragmatismo così tenacemente sbandierato dai nazionalisti hindu nel processo di formazione del go- vcrao. Il moderato Vajpayee potrebbe riuscire a durare più a lungo dei 13 giorni del suo precedente esecutivo, ma questa volta troverà sulla sua strada Sonia Gandhi, con tutto il potere magico che i simboli hanno in India. Claudio Gallo Ma il capo del partito hindu si avvia a diventare premier Ottiene la maggioranza grazie ai seggi di un'alleata, ex attrice «LavoreIl sIndia A sinistra Sonia Gandhi Qui accanto il leader del partito nazionalista hindu Bihari Vajpayee

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