Castro spezza un tabù: tratto con i cubani di Miami di Maurizio Molinari

Castro spezza un tabù: tratto con i cubani di Miami L'AVANA Il sottosegretario Serri di ritorno da Cuba: liberati più prigionieri di quanti ne ha indicati il Papa Castro spezza un tabù: tratto con i cubani di Miami IlLider màximo chiede aiuto all'Italia per rompere l'embargo ROMA. Fidel Castro durante un incontro all'Avana con il sottosegretario agli Esteri, Rino Serri, ha confermato l'esistenza di un nuovo approccio alla questione dell'embargo Usa contro Cuba grazie al progressivo «cambiamento dei rapporti con gli esuli». Il «Lider Màximo» ha inoltre esplicitamente chiesto all'Italia aiuto per essere ammessa nella Convenzione di Lomè fra l'Unione Europea e i Paesi dell'area del Caribe. «Dopo la visita del Papa - commenta Serri al suo ritorno in Italia - è iniziata all'Avana una stagione di apertura: tanto sull'embargo Usa che sui temi economici c'è il desiderio di aprirsi alle realtà circostanti, cercando dialogo e integrazione». Il primo a descrivere a Serri il nuovo approccio all'embargo è stato il presidente dell'«Assemblea Nazionale del Potere Popolare» (il Parlamento, ndr), Ricardo Alarcón de Quesada, incaricato da Fidel di curare i rapporti con l'America. «I cubani leggono oggi l'embargo più sotto un profilo politico che non ideologico» ha detto Alarcón, mostrando interesse ad approfondire i motivi che spingono Washington a soste¬ nere le sanzioni e quindi, in primo luogo, a sondare umori e personaggi della numerosa comunità di esuli presente in Florida. «I cubani considerano l'embargo un problema interno» dice Serri. A conferma del nuovo clima, Alarcón ha annunciato «presenze sorprendenti» in una «prossima missione americana». Si parla anche di un generale in pensione. «E' stato poi il ministro degli Esteri Roberto Robaina - racconta Serri - a dirmi che i rapporti con l'emigrazione cubana a Miami sono cambiati, aprendo prospettive nuove per l'area». Sono tre i motivi che hanno portato Cuba a fare questo passo verso quelli che finora erano solamente definiti come «traditori filo-yankee»: il peso crescente per l'economia nazionale delle rimesse annuali (arrivate ad un miliardo di dollari); il ricambio generazionale fra gli esuli, con oltre il 60 per cento oramai nato negli States; la capacità dimostrata dagli emigrativi di condizionare le scelte dell'Amministrazione di Washington attraverso i meccanismi della democrazia politica. Durante i 180 minuti di faccia a faccia fra Serri e Fidel, è arrivata l'ultima conferma: «L'embargo è una questione complessa ma aperta» ha annuito Castro. Un altro segnale di apertura è giunto dalla liberazione dei prigionieri chiesta da Giovanni Paolo II. Fonti informate affermano che «la lista è stata rispettata e, in alcuni casi, anche integrata dai cubani». Castro ha quindi espresso a Serri l'interesse di Cuba di aderire alla Convenzione di Lomè una volta ammessa nell'Associazione dei Paesi del Caribe. «E' una richiesta - commenta Serri - che fa trapelare l'inizio di possibili trasformazioni economiche nell'isola nonché la disponibilità ad accettare le parti dell'accordo di Lomè che fanno chiaro riferimento al rispetto dei diritti umani». La visita di Serri è coincisa con la firma di tre accordi sulla cooperazione sanitaria ed un'intesa contro il narcotraffico, che confermano il rafforzamento in corso dei rapporti bilaterali dopo la «Dichiarazione congiunta» siglata lo scorso anno all'Avana da Patrizia Toia, sottosegretario agli Esteri con delega per l'America Latina. Maurizio Molinari