Occhiali, attenti ai cinesi di Ugo Bertone
Occhiali, attenti ai cinesi 11 Cadore, terra dei miracoli, minacciato dall'offensiva gialla AIUTO, arrivano i cinesi e per l'occhiale italiano, dopo anni di boom, risuona il primo, inatteso grido d'allarme. Per ora, a dire il vero, la situazione del settore, considerato a ragione una delle punte di diamante del «made in Italy», resta positiva. L'anno scorso la produzione è cresciuta del 3% (a 2900 miliardi) e l'export ha raggiunto quota 2100 miliardi ( + 2,8%). L'occupazione, addirittura è salita del 6 per cento, in linea con gli anni del boom. Eppure, dietro questi numeri, c'è una realtà ben diversa. I tre grandi del Cadore, Luxottica in testa, poi Safilo e De Rigo vanno a gonfie vele, assieme a poche altre realtà emergenti. Ma di fronte a questi gruppi che si sviluppano al ritmo del 10 per cento c'è l'amara congiuntura di almeno 150 delle 170 aziende medie e di buona parte delle 740 imprese artigiane che, a malape¬ na, hanno mantenuto i volumi di vendita passati, a scapito dei profitti. Il motivo? Semplice, arrivano i cinesi. Attorno a Shanghai e alle grandi città del colosso asiatica si è ormai sviluppata un'industria da 100 mila addetti e forse più (contro i 12 mila dipendenti del «made in Italy»). Fino a poco fa dalla Cina arrivavano lenti da poco prezzo e montature imperfette, all'insegna dell'economia. Ma oggi la musica è cambiata: in Cina sono arrivati capitali e tecnici dall'Occidente, dalla Francia, dalla Germania e anche dal Cadore. «A Shanghai spiega l'industriale Cannici, uno dei grandi della semilavorazione - ho 200 dipendenti. Il costo del lavoro? Rispetto all'Italia uno a 15 ma attenzione: là lavorano 280 giorni all'anno, il 40% in più di noi...». Difficile far concorrenza, sul prezzo, a rivali del genere. Anche perché i grandi stanno seguendo, a scapito dei piccoli, la lezione della Luxottica di Leonardo Del Vecchio: investire sui marchi, le «griffes», la distribuzione e concentrare la lavorazione in fabbrica, togliendo spazio ai piccoli. E il Cadore, ex terra dei miracoli, scopre all'improvviso i lati negativi della globalizzazione: non solo opportunità per crescere sui mercati di mezzo mondo, ma anche rischio di confronto con avversari nuovi e svegli, capaci di imparare la lezione della qualità a tappe forzate. E' la fine di un sogno? «Non tutti ce la faranno - commenta Enzo Rullani, grande esperto dei distretti industriali del Nord-Est - ma un po' di selezione non guasta...». Il problema è inventarsi, ancora una volta, qualcosa di nuovo senza illudersi di trovar la soluzione nel solo taglio dei costi. E questo vale per il Cadore, ma non solo. Ugo Bertone Occhiali, attenti ai cinesi
Persone citate: Cannici, De Rigo, Enzo Rullani, Leonardo Del Vecchio, Semplice
Luoghi citati: Cadore, Cina, Francia, Germania, Italia, Shanghai
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