«La burocrazia è un alibi» di Bruno Gianotti

«La burocrazia è un alibi» «La burocrazia è un alibi» D'Antoni: non escludo lo sciopero IL LEADER DELLA CISL ROMA OVE' finita la svolta annunciata dal governo per il Mezzogiorno? Piero Larizza, leader della Uil, dice che l'incontro Prodi-Fossa «questo grande incontro Garibaldi-Cavour per fare una carovana di imprese che si sposta a Foggia», non è affatto un grande, positivo e significativo gesto politico: è molto semplicemente «un errore». Sergio Cofferati, numero uno della Cgil, paragona l'accordo con gli industriali di Treviso per gli investimenti a Manfredonia a «una goccia in un mare di problemi». Sergio D'Antoni, leader della Cisl, è più che altro perplesso: si aspettava un'operazione vera e si trova di fronte a «un'operazione di propaganda». Passi per gli industriali, ma l'atteggiamento del governo proprio non lo giustifica : «Dovrebbe metterci grande impegno, invece balbetta». E se non riprende a parlare correttamente, è pronta la richiesta di sciopero generale. Scusi D'Antoni, ma i patti per il Sud non sono un fatto secondario... «Certo, sono un fatto importantissimo, positivo. E io spero che ne seguano molti, moltissimi altri. Il fatto è che noi del sindacato siamo impegnati dal '96 a cercare nuovi strumenti, a spingere investimenti dove ci sono più disoccupati». E Confindustria fa solo propaganda? «Noi abbiamo puntato forte per avere strumenti moderni. Per tutti, non solo per qualche area: parliamo di contratti d'area, di flessibilità per importare occupazione in aree svantaggiate. Ora gli strumenti ci sono, ma questo governo non trova di meglio che fare un incontro con gli industriali per Manfredonia». Insomma, gli strumenti ci sono, ma non si usano... ((Questa è cattiva gestione: non si tiene sempre elevato il livello degli impegni. Non c'è un'azione complessiva, solo azioni separate. Solo immagine». Va bene, il meccanismo non funziona, ma il sindacato è in grado di vedere dove si inceppa? «Il governo deve fare un tipo di politica molto forte, non avere incertezze: fare un prowedi- mento e mandarlo in Parlamento. Invece non succede, e neppure un addetto ai lavori come il segretario generale della Cisl riesce a capire perché. Non sa più se sia una questione di strumenti, di Agenzia per il Sud, di rapporti con il ministro dell'Economia o di altro». Neppure una sensazione? «Tutti dicono: no ad altri carrozzoni, si tratta solo di coordinare l'esistente e di farlo funzionare. Allora, evidentemente, c'è del¬ l'altro che con è ancora emerso». Prodi ha appena detto che si tratta di sbloccare la burocrazia... «Macché, la burocrazia esiste ed è spesso un alibi, specialmente quando manca l'impegno politico. Se ci si mette sotto pressione, allora si va avanti anche con la burocrazia. Prendiamo Gioia Tauro: anche là c'era burocrazia, criminalità e tutto il resto. Ma abbiamo dimostrato che con politiche coordinate e grande tensione, anche in Calabria la criminalità viene isolata e l'investimento va avanti». Eppure Rifondazione dice che bisogna revocare i contratti d'area di Crotone e Manfredonia perché i salari sono sotto i minimi e distruggono le normative. «La conservazione ha grandi punte di insediamento. Io dico che si tratta di scegliere se sia meglio un disoccupato o un lavoratore che guadagna meno di un collega. In più c'è la piaga del lavoro nero: se noi diamo garanzie, facciamo lotta contro lo sfruttamento, una cosa che dovrebbe vedere anche Rifondazione. Invece, tra tabù e dogmi, i suoi occhi restano chiusi». Ma gli accordi in Puglia bloccano anche le contrattazioni.., «Ci sono le regole, chiare, trasparenti. Questo è il punto. La formazione lavoro dura tre anni invece di due. Se si insedia un'azienda nuova, non fa integrativi per 4 anni. E' tutto chiaro, si privilegia l'avvenire. Ma non c'è solo Rifondazione a non volere queste politiche e poi si propongono i lavori socialmente utili e le borse di lavoro a 800 mila lire il mese senza contributi: dov'è la coerenza? E poi si scandalizzano». La prossima settimana tornerete a Palazzo Chigi per ripartire. Da dove? «Da due accordi: settembre '96 e novembre '97. Verificheremo perché voghamo conferme sul lavoro fatto e sul molto lavoro non fatto. Soprattutto voghamo spingere sulle assunzioni di responsabilità e legare tutto alle questioni generali». Quali questioni? «Quelle legate all'occupazione, come l'orario che non può essere slegato dalla politica dei redditi. Oppure dovremo diminuire le ore lavorate anche dove non ci sono disoccupati?». Voi volete risposte e impegni. Cosa farete, se non arriveranno? «Sia chiaro subito che ci muoviamo accompagnati da una mobilitazione consistente. C'è già uno sciopero in Campania. Se il confronto stenta a rimanere alto, se non procede, io per parte mia non escludo nulla». Sciopero generale? «Non pronuncio quella parola. Io faccio le mie proposte, poi se ne discute in sede unitaria». Bruno Gianotti A r , e r e ti segretario della Cisl Sergio D'Antoni

Persone citate: D'antoni, Piero Larizza, Prodi, Sergio Cofferati, Sergio D'antoni