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Alt alle auto, passa il rospo Torino, gli abitanti di un paese difendono le migrazioni dei batraci Alt alle auto, passa il rospo E, quasi una favola. Chi capita verso sera a Rivarossa, in provincia di Torino, può assistere a uno strano spettacolo. Alcuni abitanti muniti di pila s'inoltrano in un boschetto e nell'attigua strada provinciale, raccogliendo in un secchio manciate di rospi. Cosa se ne fanno? Viene il sospetto che se li portino a casa per metterli in padella. Invece li trasportano in un vicino laghetto. Intanto un altro gruppo di abitanti fa grandi segnalazioni agli automobilisti perché rallentino l'andatura e non investano i rospi in migrazione. Perché di questo si tratta. I bitorzoluti anfibi, per recarsi nei luoghi dei loro rendez vous amorosi, devono compiere migrazioni di chilometri. Procedono a tappe, più velocemente quando piove e scivolano sul terreno bagnato, più lentamente quando il tempo è asciutto. Sostano durante le ore del giorno e riprendono la marcia al crepuscolo. Man mano le loro file si ingrossano. Altri rospi, appena usciti dall'ibernazione, raggiun¬ gono il primo nucleo di migratori. Sono tutti diretti alla stessa meta, il laghetto in cui le femmine deporranno le uova. E se nel tragitto abituale c'è una strada da attraversare, migliaia e migliaia finiscono spiaccicati sotto le ruote delle macchine. Ed ecco che finalmente anche da noi c'è la popolazione di un paesino che cerca di aiutare i rospi a compiere i loro doveri coniugali. All'estero si fa anche di più. In Germania si trova spesso sulle strade il cartello «Attenzione. Rospi in migrazione». In Francia e in Inghilterra si costruiscono al di sotto della strada veri e propri «rospodotti». E quando si è inaugurato un tunnel salvabatraci nel Buckinghamshire, sulla bella strada che congiunge Henley a Marlow, oltre ai notabili cittadini e ai giornalisti c'era la televisione e perfino un sottosegretario giunto appositamente da Londra. Chissà se i nostri politici, almeno i verdi, farebbero altrettanto? Isabella Lattes CoHmann