Immigrati, l'allarme di Napolitano

Immigrati, l'allarme di Napolitano Giallo sulle dichiarazioni del ministro, che in serata accusa: «Riferite malamente le mie parole» Immigrati, l'allarme di Napolitano «Troppi inghippi, la legge non decolla» ROMA DALLA REDAZIONE «Il governo ha problemi seri di applicazione della legge sugli immigrati, non inferiori a quelli avuti nell'approvazione». L'allarme di Giorgio Napolitano arriva ieri pomeriggio, nei resoconti dell'Attivo nazionale del pds. Un incontro che sa di consuntivo, ma che in serata trova ima precisazione in un comunicato del ministro dell'Interno: «Non so chi abbia malamente riferito le parole con cui ho parlato dell'impegno del governo a dare attuazione alla legge. Non ho affatto detto che non siamo in grado di assolvere tutti questi adempimenti e di superare le difficoltà che vi sono connesse». Il ministro dell'Interno aveva escluso ogni sanatoria generalizzata per gli irregolari presenti in Italia, una richiesta avanzata da Caritas e Cei: «Altrimenti tanto vale gettare la legge nel cestino». I problemi - aveva specificato Napolitano secondo i resoconti delle agenzie di stampa - riguardano «adempimenti, strutture di accoglienza e risorse finanziarie». Mancano aveva aggiunto - i centri di accoglienza e di permanenza, anche temporanea, come i servizi di assistenza alle frontiere, in quanto «pericoloso e oneroso» è il loro allestimento. Mancano ancora - aveva spiegato - alcuni adempimenti che sono invece «urgenti» «per non fornire pretesti alle campagne volte a vanificare il senso della legge»: il documento di programmazione triennale che fissa le quote di ingresso e ia relazione sullo stato attuale dell'immigrazione irregolare da presentare a tre mesi dall'approvazione della legge. Quanto al regolamento di attuazione, il ministro aveva assicurato che «non sarà uno strumento per modificare il provvedimento, prima è necessario un periodo di prova. Poi, eventualmente, seguiranno appositi decreti correttivi». Un richiamo esplicito è stato rivolto ai partiti, che devono svolgere un molo di cinghia di trasmissione tra governo e società, invece di «stare chiusi nelle stanze per vedere se il governo fa trucchi», in sede di emanazione del regolamento di attuazione della legge. Non sarà «una prova d'appello per aggirare la legge sull'immigrazione» nemmeno la legge sul diritto d'asilo all'esame del Parlamento. «La legge è importante - ha spiegato il ministro Napolitano - ma per una seria politica dell'immigrazione servono anche altre cose: politiche sociali, del lavoro ed estere, sia a livello europeo che del bacino Mediterraneo». D'accordo con Napolitano sulle difficoltà di applicazione della legge anche il ministro degli Affari Sociali Livia Turco, che ha sottolineato l'importanza di un «rapporto costante» con le associazioni e gli enti locali, «senza fossilizzare l'attenzione sul regolamento di attuazione», ma con la «consapevolezza che la legge va applicata in tutte le sue parti». Deciso il «no» alle richieste di sanatoria avanzate da Caritas e Cei anche dal pds. Giulio Calvisi, responsabile del partito per l'immigrazione è stato deciso nel chiarire che «sicuramente non vi sarà alcuna sanatoria generalizzata», pur ammettendo che esistono i margini «per una più equa applicazione della legge e per un ulteriore allargamento della fascia della regolarità e dell'integrazione». I beneficiari, secondo il responsabile dell'immigrazione del pds, potrebbero essere «i lavoratori soci di cooperative, i lavoratori autonomi, persone a vario titolo ormai inserite nel nostro Paese». Secondo Calvisi, esistono «concreti rischi» per la legge sull'immigrazione che potrebbero emergere al momento della definizione del regolamento attuativo. Un rischio che potrebbe colpire «alcune parti innovative, quelle più in linea di discontinuità con il passato della legge», quelle che di più metteranno alla prova l'amministrazione e l'apparato burocratico «nel compiere un salto di qualità per garantire la programmazione delle politiche e certezza di diritto per gli immigrati». Il diritto di voto amministrativo per gli immigrati fu stralciato dalla legge per eccezione di costituzionalità. A questo proposito Calvisi ha sostenuto che «il voto agli italiani all'estero e diritto di voto per gli immigrati sono legati da una continuità politica», perché «l'opinione pubblica italia¬ na capirebbe meglio ima contestualità delle due distinte iniziative politiche». Calvisi ha poi sottolineato l'importanza di rilanciare la cooperazione allo sviluppo. Quella bilaterale per la quale oggi «l'Italia spende 500 miliardi, occupando il 21° posto tra i Paesi impegnati nella cooperazione», ma anche quella multinazionale «oggi troppo basata su una delega passiva agli organismi internazionali». Anche secondo Marco Minniti, segretario organizzativo del pds la legge sull'immigrazione comporta un rischio per l'Italia, quello di «essere spinta a una funzione di Paese-cuscinetto. Essere insieme una porta aperta verso l'Europa e il gendarme che questa porta deve custodire». La discussione si è conclusa con l'istituzione di un forum permanente sui temi deU'ùnmigrazione a cui ha aderito anche lo stesso Minniti. LI tifiti DELL'IMMIGRAZIONE (DATI IN MIGLIAIA] MILANO 1306 204 35 20 TORINO 921 34 11 3 GENOVA 660 8 3 2 VENEZIA 298 13 1 1 BOLOGNA 386 17 3 1 FIRENZE 383 31 7 2 ROMA 2806 230 46 15 NAPOLI 1050 38 10 8 BARI 335 11 4 5 PALERMO 745 24 5 3 TOTALE 8890 610 125 60 In Italia gli immigrati irregolari sarebbero circa duecentomila