Cattive ragazze

Cattive ragazze Cattive ragazze AVETE festeggiato il carnevale? Noi Spies Girls no: sapete, non lo abbiamo mai amato molto. Neanche quando eravamo bambine, e permetteteci questo excursus nel giardino della nostra infanzia. Io, la Bionda, mi vestivo da olandesina, come quella della pubblicità della Miralanza: gonna a quadri bianchi e rossi, grembiuhno, trecce e un paio di zoccoli olandesi originali, così pesanti che avrebbero potuto essere venduti agli aspiranti suicidi al posto dei notori sassi da attaccare al collo. La Bruna indossava invece un costume da vezzosa damina: parruccona bianca impreziosita da una patacca che dello smeraldo aveva solo il colore, vestito azzurro e una sottogonna con cerchi rigidi per tenere gonfio il costume sottogonna che era il mio sogno proibito, visto che già allora io e la Bruna avevamo la fortuna (?) di essere amiche. Non conoscevamo invece la Rossa, che all'epoca oscillava fra un costume da spagnola (vestito rosso e balze in tulle nero), uno da fata Turchina (gonna azzurra, cappello a cono azzurro e parrucca azzurra che la Rossa avrebbe voluto tenere sempre, ben oltre il periodo carnascialesco) e uno da brasiliana (creazione casalinga consistente in una gonnella a balze, in fodera multicolore, e in un gilè, sempre in fodera multicolore). Tutte e tre, comunque, vivevamo il carnevale allo stesso modo: la mamme ci vestivano, i papà ci prendevano per mano e via, tutti insieme alle giostre in piazza Vittorio, in mezzo ad altri cento, mille bambini travestiti, andavamo sugli autoscontri affogando in oceani di tulle, ci impiastricciavamo di zucchero filato e irifine, verdi in faccia per la corsa in ottovolante, tornavamo a casa, e raccattavamo coriandoli per settimane. Ci divertivamo? Mica tanto; anzi, ad andare in giro per la città con i jeans che spuntavano sotto il costume e la parrucca che fluttuava in testa, ci sentivamo, più che festose, un po' ebeti. Però, in quegli anni, il carnevale era ancora il carnevale: coriandoli in ogni strada, costumi in ogni vetrina, giostre in ogni piazza, e quei giorni non erano poi troppo squallidi. Adesso, invece. Nelle vetrine, pende immota qualche stella filante; per terra, a parte chewing gum cicche kleenex e volantini, non si scova neanche un coriandolo ritagliato con le forbici in un quaderno usato; e i rari bambini mascherati che si incrociano per strada, se li guardi, sollevano su di te occhi spenti e rassegnati, come consapevoli della mestizia di una festa che non ha più significato.

Persone citate: Girls, La Bruna, Spies