Ben Jelloun: meglio una mela profumata che una discutibile lezione sul razzismo di Nico Orengo

Ben Jelloun: meglio una mela profumata che una discutibile lezione sul razzismo Ben Jelloun: meglio una mela profumata che una discutibile lezione sul razzismo CRIVERE è portare lo sguardo sulle cose. Ho un figlio di 21 anni e ho preso il tempo di vivere la sua infanzia», raccontava Philippe Delerm a Gabriella Gatto [Tuttolibri, 2/10/'97), all'indomani della pubblicazione in Francia ài La première gorgée de bière, il caso editoriale parigino: capitoletti per descrivere i minuscoli piaceri della vita, come il possedere un coltellino o leggere i giornali sorbendo un caffè, comprarsi le paste la domenica o chiudersi nella magia di una sala cinematografica. Trecentomila copie vendute in pochi mesi. A Tahar Ben Jelloun sembra non essergli piaciuto {Repubblica, 4/3/'98): «La dimensione e il prezzo hanno la loro influenza. I lettori sono contenti, anche se c'è di che sentirsi delusi. Hanno letto un libro che ha parlato loro come ci si rivolge a un confidente, un amico cui si dicono piccole cose senza peso. Allora tutti ci si riconoscono. Un libro che mette d'accordo tutti». Di Ben Jelloun è appena uscito: Il razzismo spiegato a mia figlia, anche qui dimensioni e prezzo ridotto, linguaggio confidenziale. Certo, il tema è alto, parlar di razzismo non è ricordare il profumo di una mela. Ma se il profumo della mela è preciso, incanta, leggere: «la natura spontanea dei bambini non è razzista» suona impreciso e discutibile. Nico Orengo

Persone citate: Ben Jelloun, Gabriella Gatto, Philippe Delerm, Tahar Ben Jelloun

Luoghi citati: Francia