Allarme rosso in Albania

Allarme rosso in Albania Allarme rosso in Albania Si teme una ondata di profughi TIRANA. L'Albania si sta febbrilmente preparando a fronteggiare un eventuale esodo di profughi di guerra dal Kosovo, esodo che potrebbe essere provocato da un ulteriore precipitare della crisi. Questa mattina il ministro della Difesa, Sabit Brokaj, e quello dell'Interno, Neritan Ceka, hanno preso parte ad una riunione tenuta alla prefettura di Kukes, capoluogo dell'Albania nord-orientale, regione che confina con il Kosovo lungo una fascia di 45 chilometri. Secondo quanto riferito da fonti locali, nel corso dell'incontro sono stati individuati gli edifici che potrebbero essere destinati all'accoglienza dei rifugiati. Il responsabile della Difesa Brokaj, in una dichiarazione all'agenzia di stampa albanese «Ata», ha affermato che «tutto è pronto» per fronteggiare un'eventuale emergenza. Fonti del ministero dell'Interno riferiscono intanto che negli ultimi tre giorni sono giunti in Albania solo dodici persone provenienti dalla tormentata regione serba. Già da due giorni le forze armate di Tirana sono in stato di massima allerta lungo la frontiera, e proprio nella zona di Kukes sono state rafforzate le misure di difesa. Il timore che, come conseguenza della crisi nel Kosovo, possa scoppiare una nuova guerra nei Balcani, è stato del resto espresso dal nuovo primo ministro della repubblica serbo-bosniaca, Milorad Dodik. Secondo il premier dell'entità «cetnica», «il pe¬ ricolo di un nuovo, sanguinoso conflitto non è affatto da escludere ed anzi è fin troppo evidente». Una situazione simile a quella sviluppatasi nel Kosovo, potrebbe a suo parere estendersi anche alla vicina Macedonia, dove vive una consistente minoranza albanese (più di mezzo milione, pari ad oltre il venticinque per cento della popolazione della Macedonia). Lo stesso timore, l'estendersi del conflitto, ha dominato ieri le discussioni tra i primi ministri della Bulgaria e della Turchia, due tra Paesi più direttamente minacciati dall'eventuale deflagrazione di una nuova guerra balcanica. I due premier si sono incontrati in Bulgaria, a Slanchev Briaga, sul Mar Nero. Al termine dell'incontro hanno invitato le autorità jugoslave e i nazionalisti albanesi del Kosovo a risolvere i problemi col dialogo. «Non accettiamo alcuna forma di violenza, contro chiunque sia diretta», ha affermato il pruno ministro bulgaro Ivan Kostov, Il premier ha però insistito sul fatto che la crisi va risolta «nell'ambito dei confini della Jugoslavia», e ha aggiunto: «Siamo molto preoccupati dalla prospettiva di un allargamento del conflitto». Il collega turco Mesut Yilmaz ha sollecitato i Paesi dei Balcani ad aderire alla proposta bulgara che prefigura una dichiazione congiunta a favore di una soluzione negoziata nel Kosovo, nel rispetto degli attuali confini.

Persone citate: Brokaj, Ivan Kostov, Kukes, Mesut Yilmaz, Milorad Dodik, Sabit Brokaj