Ardeatine: ergastolo per Priebke e Hass

Ardeatine: ergastolo per Priebke e Hass L'ex capitano SS: finale già scritto. I difensori: sentenza politica che calpesta il diritto Ardeatine: ergastolo per Priebke e Hass 77 verdetto accolto dall'applauso dei parenti delle vittime ROMA. Ergastolo per i due ex ufficiali nazisti Erich Priebke e Karl Hass. Ieri pomeriggio, dopo 8 ore di camera di consiglio, la corte militare d'appello li ha condannati alla massima pena per la loro partecipazione all'eccidio delle Fosse Ardeatine. I due imputati (per entrambi il procuratore generale militare Giuseppe Rosin aveva chiesto l'ergastolo) non erano presenti al momento della lettura della sentenza, salutata da un lungo applauso proveniente da alcuni familiari delle vittime della strage ordinata per rappresaglia dopo l'attentato di via Rasella. In primo grado Priebke era stato condannato a 15 anni ed Hass a 10 anni e 8 mesi. Ai due il tribunale aveva però condonato 10 anni. I giudici della corte militare d'appello, come ha spiegato il presidente della corte leggendo il dispositivo della sentenza, hanno escluso ogni circostanza attenuante arrivando quindi alla condanna all'ergastolo. «Una sentenza politica», la definiscono i legali di Priebke ed Hass. La dichiarazione più dura è quella dell'avvocato Giosuè Naso, che difende Priebke: «Questa sentenza per me è una mortificazione del principio di legalità e dello Stato di diritto. Quando un tribunale, una corte, un giudice, ricevono gli applausi del "loggione" vuol dire che forse hanno soddisfatto le attese ma non vuol dire che abbiano fatto giustizia». Ricorrerà in Cassazione, «ma non è detto che avremo soddisfazione, perché la vicenda Priebke ormai è fuori dal diritto, e quindi tutti i giudici che se ne occupano lo fanno per soddisfare le attese di una parte della pubblica opinione. Quindi, se per far questo debbono mettere sotto i piedi, come letteralmente questa corte ha fatto, il diritto, lo fanno». L'avvocato Stefano Maccioni, difensore di Hass, stupito per la negazione delle attenuanti, si chiede invece «come si possano negare le circostanze generiche ad una persona di 86 anni che da 50 anni Vive in Italia senza alcun precedente penale. Hass è sconcertato, non riesce a capacitarsi, perché gli è stata riconosciuta la stessa pena di Kappler». Non ha perso invece la calma ed è certo di uscire da questa storia «a testa alta», secondo il suo procuratore Paolo Giachini, Priebke, che «è sereno», e che ha commentato cosi la sentenza: «E' andata come già sapevamo». Priebke - che la sera prima aveva dichiarato a una tv argentina di essere certo dell'assoluzione - è apparso ieri mattina in aula per leggere un lungo memoriale e parlare, per la prima volta, dei suoi sentimenti, definendo l'eccidio delle Fosse Ardeatine come «una cosa orrenda, una tragedia personale». «Nel '44 ero come sono ora: un credente, e se avessi potuto evirare quell'orrore lo avrei fatto. La mia morte, però, non avrebbe salvato quegli innocenti. Quell'episodio mi ha perseguitato per tu^ta la vita, ma non ho mai voluto barattare la mia dignità con una pubblica esibizione di pentitismo, e anche questo è stato fatto passare per cinica indifferenza». Infine ha dichiarato: «Oggi con inspiegabile doppiezza, persone malvage continuano ad infierire per ottenere per me l'ergastolo. E' un sentimento non di giustizia ma di vendetta, una volontà tenace che ha scelto me come simbolo di una faida che non si deve spegnere. Tutto questo anche se frutto di falsificazioni create a tavolino e non dimostrate, lascia dubbi infamanti, se non altro per il lungo tempo trascorso e rimpossibilità ormai di provare il contrario. Io sono stato scelto per tenere viva la memoria di tutti i mali di un periodo storico. Non conta chi sia stato l'uomo Erick Priebke e..cosa abbia fatto realmente, conta che egli paghi per ciò che oggi si vuol fargli rappresentare». ■ • - «Giustizia è stata fatta, sono felice soprattutto per l'Italia. Era un debito che dovevamo saldare con le vittime delle Fosse Ardeatine», ha commentato Giovanni Gigliozzi, presidente dell'Associazione nazionale famiglie italiane martiri). Secondo l'avvocato di parte civile Giancarlo Maniga «la sentenza è un atto di giustizia perché è stata riconosciuta la colpevolezza degli imputati. Come sarà eseguita la pena è una cosa che non ci riguarda più». Rosetta Stame, parente di una delle vittime delle Fosse Ar¬ deatine, al momento della lettura della sentenza è scoppiata in lacrime: «Sono lacrime di gioia perché adesso finalmente i nostri morti possono riposare in pace». «Per noi l'ergastolo è venuto cinquant'anni fa», ha detto Giulia Spizzichino, parente di sette persone uccise alle Fosse Ardeatine e di altre 18 che morirono nel campo di concentramento di Auschwitz. «Sono rintruant'anni che stiamo soffrendo, che ci portiamo dentro un dolore che nessuno potrà mai lenire». Ieri sera al Portico d'Ottavia, al ghetto, alla fine della funzione religiosa del sabato in sinagoga, molti ebrei romani si sono radunati a commentare la notizia. Unanime la soddisfazione, ma anche molti commenti amari: «L'unico rimpianto è che la condanna sia giunta tanto tardi. Bisognava punire subito e senza pietà tutti questi crimi- nab». Ir. cri.] L'ultima difesa di Erich: sono un credente, se avessi potuto evitare quell'orrore lo avrei fatto Commozione e soddisfazione al ghetto di Roma: «Ma bisognava punirli tutti subito allora» In via Rasella muoiono 33 militari tedeschi per una bomba piazzata dai partigiana LE TAPPE DELLA VICENDA 24 marzo '44 | Per ordine di Kappler, 335 ' persone (5 più del previsto per un errore attribuito a Priebke) vengono uccise alle Ardeatine. La strage viene scoperta a giugno. 9 maggio'94 li Per la Cassazione || Priebke deve essere J| J| giudicato dal tribunale m !§ militare. Processo da rifare. La Cassazione accoglie il ricorso contro la Corte d'Appello militare che ha respinto la ricusazione di Quistelli La Cassazione decide che sarà il tribunale militare di Roma, con una nuova composizione, | a giudicare Priebke e Kass. A marzo Hass è rinviato a giudizio. Riuniti i due processi. Rintracciato da uno tv, Priebke è arrestalo dalla polizia argentina. L'Italia ne chiede l'estradizione, concessa a fine// novembre. // Comincia il processo // militare a Priebke. // i 5 dicembre'96 La magistratura militare solleva «difetto di giurisdizione» e invia gli atti a quella ordinaria. 1 agosto W Priebke è prosciolto dall'accusa di «concorso in omicidio plurimo continualo». Con le attenuanti, il reato è prescritto. In serata è riarrestato per una richiesta di estradizione, dalla Germania. La procura di Romo ritiene di non poter giudicare Priebke e Hass perché militari. Il pm Ormanni chiede di sollevare il conflitto di giurisdizione. Dieci giorni dopo Priebke e Hass .' vengono riarrestati. lì 14 aprite W Comincia il processo, nell'aula bunker di Rebibbia □zzzzzz 22^0*97 Sentenza di primo grado: a Priebke 15 anni (10 dei quali condonati). 10 anni e 8 mesi ad Hass, subito liberato. Accusa, difesa k e pg ricorrono inapjKiy|. Comincia il processo di Appello. ;|: 0

Luoghi citati: Germania, Italia, Roma