La legale dei top gun uccisa per un divorzio

La legale dei top gun uccisa per un divorzio Pordenone: colpita a martellate dall'ex marito della sua cliente che difendeva nella causa di separazione La legale dei top gun uccisa per un divorzio Colpita sotto lo studio | PORDENONE DAL NOSTRO INVIATO Sembrava un omicidio collegato a chissà cosa - agguato sotto allo studio, esecuzione feroce, arma del delitto: un martello - invece è morta (quasi) per niente Francesca Trombino, 43 anni, legale, un briciolo di notorietà per essere da un mese, l'avvocato difensore di uno dei militari americani, base di Aviano, Implicati nella strage del Cernii S. E' morta - dopo cinque ore di agonia - per una storia da due lire: aggredita dal marito di una donna che voleva divorziare e lei, Francesca Trombino, era l'avvocato della donna. L'uomo, che la squadra mobile ha fermato tre ore dopo il delitto, si chiama Antonio Sonego, 56 anni, pensionato. La moglie (diventata testimone di Geova) l'aveva abbandonato nove anni fa. Adesso c'era la causa di divorzio. E con il divorzio la questione degli alimenti. Francesca Trombino è morta per una faccenda di alimenti. Il delito è un lampo, ore 12,30, pieno centro di Pordenone. Lui aspetta la sua vittima sotto allo studio legale. Ha in mano un giornale. Racconta un testimone: «Si è avvicinato alla donna. Ha cominciato a gridare e poi dal giornale è uscito fuori un martello e con il martello l'ha colpita e colpita e colpita». Dicono gridasse: «Adesso la finirete di prendermi in giro!». Gli uomini della Mobile ricostruiscono i dettagli, confrontano le testimonianze, scoprono che un uomo, da almeno un mese segue la Trombino, la tormenta, va persino in tribunale a cercarla. Alle quattro del pomeriggio, l'uomo è identificato, vanno a prenderlo a Sacile, paesone a una decina di chilometri da Pordenone. Lui non ha alcuna reazione, «come se ci aspettasse», dicono gli investigatori. In casa gli trovano abba- stanza per chiudere il caso: il martello, una camicia sporca di sangue, una pistola. Perché in questa storia balorda c'è anche una pistola di mezzo. Ricominciamo da capo. L'ultima mattinata di Francesca Trombino, bruna, faccia allegra, comincia come sempre alle 7,30 del mattino. E' sposata da una quindicina d'anni, marito ingegnere, vita standard, due bambini, Olga di 13 anni e Alessandro di 7. Li accompagna a scuola. Va in studio che condivide con l'avvocato Malattia, il difensore dei quattro marines - pilota e tre uomini d'equipaggio - accusati della strage del Cermis. Lei è la legale del quinto imputato, il tenente colonnello Richard Muegge, capo squadriglia. Alle dieci e mezza è in tribunale. Routine. Possibilissimo che il suo assassino sia lì ad aspettarla. Intorno a mez¬ zogiorno lei rientra in studio. Ne esce quasi subito. E' una splendida giornata di sole, così Francesca fa due passi per il centro, arriva sino alla Standa, reparto alimentari. E con la busta di plastica della spesa torna tranquilla verso lo studio. Qualche minuto prima delle 12,30 Sonego - giaccone blu, alto, stempiato, il giornale arrotolato in mano - compare nella strada. Citofona su al primo piano. Non gli aprono. Resta lì, tra il porticato di marmo e il minuscolo giardino. Lei arriva. Lui la vede e la intercetta. «Le va proprio contro e comincia a gridare», dice uno dei testimoni. Lei resta calma, non si aspetta che stia per succedere niente di grave. Dice un altro testimone: «Dopo un minuto stavano gridando tutti e due, ho pensato che fossero due persone che si conoscevano e che stavano litigando...». Ancora un testimone: «Invece all'improvviso lui fa cadere il giornale per terra... Ed è in quel momento che compare il martello». La colpisce almeno tre volte in testa. Lei grida. Cade. Lui continua a colpirla: «Così la smetterete di prendermi in giro!». Dirà il referto medico: fratture multiple alla testa, sfondamento della volta cranica con fuoriuscita di materia cerebrale, fratture al collo e alle mani. Perché è con le mani che Francesca Trombino a cercato di proteggersi. Dopo il lampo di terrore i passanti cercano di avvici¬ narsi. Qualcuno grida di chiamare la polizia. Una donna scappa. Almeno quattro passanti si fanno intorno all'uomo. Lui non dice neppura una parola, dalla tasca del giaccone estrae una pistola. Si guarda in giro: tutti fermi, bene. Raccoglie il giornale. «Era calmissimo, però faceva una paura del diavolo». L'uomo si allontana verso la chiesa di San Giorgio, camminando lento. Rutta il giornale sporco di sangue in un cestino dei rifiuti, scompare. La prima ambulanza arriva sei minuti dopo. Gli infermieri avvolgono la testa della donna in una tela. Le infilano la flebo, la stendono sulla lettiga. L'ambulanza parte a tutta velocità verso l'Ospedale di Udine, reparto rianimazione. Arriva clinicamente morta. Tanto che i medici avviano la formale richiesta ai familiari per l'espianto degli organi. Il suo battito cardiaco resiste altre cinque ore. Lo stesso tempo che impiegano i nodi del delitto a essere slegati. Pino Corrias Dopo l'aggressione l'uomo ha minacciato i passanti con una pistola ed è fuggito La donna era l'avvocato di uno dei marines coinvolti nella tragedia del Cermis | L'avvocato Francesca Trombino, 43 anni, uccisa a martellate dal marito di una cliente In alto la donna, ferita, viene portata via in barella A lato polizia e carabinieri davanti allo studio legale L'avvocato Francesca Trombino, 43 anni, uccisa a martellate dal marito di una cliente In alto la donna, ferita, viene portata via in barella A lato polizia e carabinieri davanti allo studio legale

Luoghi citati: Aviano, Pordenone, Sacile