Di Bella, i Nas in farmacia

Di Bella, i Nas in farmacia L'accusa: produzione irregolare. Al telefono verde 1300 chiamate Di Bella, i Nas in farmacia Quaranta denunciati per la melatonina Il professor Luigi Di Bella. La sua cura sarà probabilmente sperimentata anche in Canada BARI. Farmacisti denunciati, numeri verdi intasati, sondaggi, l'interesse di Paesi stranieri: la cura antitumori del professor Di Bella continua a far discutere, a raccogliere consensi e critiche, a coinvolgere la giustizia. Quaranta farmacisti in tutta Italia sono finiti nel mirino dei Nas per aver prodotto melatonina in forma galenica non con i componenti puri, ma utilizzando un semilavorato. Inoltre, in alcuni casi preparavano scorte di questo prodotto, che fa parte del cocktail somministrato dal fisiologo modenese. Il discusso metodo di cura continua comunque a godere della fiducia dei malati. Il numero verde nazionale a cui si possono chiedere informazioni al riguardo (167550051) ieri è stato tempestato da 1300 chiamate. «Sono stanco di chemioterapia, voglio seguire il metodo Di Bella perché ci credo», è stata la richiesta più frequente. Ai pazienti rispondono 24 operatori, per lo più medici e psicologi. E' possibile utilizzare anche il numero verde Sos Tumori (167-42241) di Genova. Chi continua non credere al professor Luigi Di Bella è la categoria dei medici. Secondo un sondaggio di Riza Psicosomatica, il 69% dei camici bianchi italiani liquida il professore modenese come «uno dei tanti che illudono i poveri malati». Di diverso avviso la rivista, che definisce il metodo Di Bella «una terapia che stimola le capacità di autocura dell'organismo e interviene in modo "dolce" sui principi di sviluppo della vita». Il Canada, invece, apre ufficialmente le porte a Luigi Di Bella. Il ministro della Sanità Allan Rock ha deciso di inviare in Italia una delegazione di medici per incontrare il professore modenese e avere copia dei protocolli della sua cura. E' il primo passo verso una sperimentazione che in Canada non c'è ancora (sebbene vi siano medici che adottano farmaci della terapia Di Bella), ma anche la premessa a una collaborazione tra i due Paesi. L'ambasciata canadese ha chiesto al ministero della Sanità di poter avere un proprio rappresentante nella commissione dei garanti che sovrintenderà la sperimentazione in Italia e Di Bella ha già manifestato la sua disponibilità a fornire tutta la documentazione ai medici canadesi. Il dottor Michael Pollak, direttore del National Cancer Institute of Canada, sta infatti sperimentando da un anno su 200 pazienti al Jewish General Hospital di Montreal metodi alternativi alle cure tradizionali utilizzando la somatostatina («le ricerche su alcune cavie hanno dato risultati ottimali» dice) e il professor Victor Foraasier, patologo del Wellesley General Hospital, vede con favore una sperimentazione. E' stata l'Associazione dei medici italo-canadesi di Toronto, che egli presiede, a richiedere al ministero la sperimentazione del metodo Di Bella in Canada, sostenuta da un grande movimento di opinione. Il «Corriere Canadese», quotidiano in lingua italiana di Toronto, è diventato negli ultimi mesi la tribuna delle voci pro-Di Bella e anche il principale sponsor di un'associazione costituita ufficialmente mercoledì sera al Columbus Centre. Raccoglie migliaia di adesioni dall'Ontario e dal Quebec e quella di Joe Volpe, sottosegretario alla Sanità, anch'egli di origini italiane (è di Foggia), piuttosto soddisfatto della decisione presa dal governo. «E' un passo in avanti, anche se sono con¬ vinto che in casi di questo genere è importante evitare di creare false speranze. E' nostra intenzione cercare di fare chiarezza senza alcun pregiudizio». L'associazione pro-Di Bella ha aperto una sottoscrizione per raccogliere firme (una petizione verrà presentata al ministero della Sanità a sostegno della sperimentazione) e danaro da destinare all'acquisto di farmaci per malati che non abbiano assistenza sanitaria o un'assicurazione che garantisca la copertura delle spese per le cure. Lo slogan è: «Un dollaro per salvare una vita». Una delegazione medica canadese dovrebbe arrivare in Italia (per acquisire la documentazione, anche cartelle cliniche, ricette ed esami di laboratorio), nelle prossime settimane. Ne farà parte anche un rappresentante del Medicai Research Council, il Consiglio Nazionale della Ricerca Medica, il cui presidente Ernie Freiser ha dato il suo appoggio all'iniziativa perché - è questa la sua posizione - vi siano presto riscontri concreti sulla terapia Di Bella. Tonio Attilio Il ministro canadese della Sanità ha chiesto le cartelle cliniche. «Vogliamo avviare anche noi la sperimentazione»