Ammazza il figlio sordomuto

Ammazza il figlio sordomuto Rieti, il ragazzo non accettava il suo handicap ed era violento: spesso aveva picchiato la madre Ammazza il figlio sordomuto Dopo una lite, l'uomo ha preso il fucile e ha sparato RIETI. In famiglia i litigi erano all'ordine del giorno. Angelo Coiante, 27 anni, sordomuto sin dalla nascita, non aveva mai accettato la sua menomazione e il suo disagio lo aveva portato ad essere violento e litigioso. Soprattutto con i suoi familiari. E così è stato anche l'altra notte, l'ultima per il giovane sordomuto. Il ragazzo, rientrando a casa, un'abitazione nel centro storico di Rieti, proprio alle spalle di piazza Municipio, sveglia i genitori. Sono in cucina. Ma il padre lo rimprovera e lui reagisce con un gesto offensivo. Sono le 3 del mattino. Domenico Coiante, un operaio di 57 anni, scatta per l'esasperazione. Angelo lo aggredisce e lui imbraccia il suo fucile da caccia - regolarmente denunciato - e spara due colpi a bruciapelo; uno colpisce il ragazzo al braccio destro con cui aveva tentato di difendersi, l'altro, mortale, gU squarcia la gola. Secondo un primo esame del medico legale il giovane è morto per dissanguamento. Al momento del delitto ci sono in casa anche la madre di Angelo, Maria Vittoria Greco, casalinga di 58 anni originaria di Maierato in provincia di Catanzaro, e la figlia Annetta, 25 anni. I due colpi svegliano gli inqmlini della casa attigua a quella dei Coiante, abituati ai continui litigi, anche notturni e alla disperazione del padre per quel figlio violento e ribelle. Angelo in passato aveva anche picchiato la madre, ma la donna lo aveva sempre difeso di fronte a tutti, anche davanti a carabinieri e polizia che erano più volte intervenuti nella casa a due piani per sedare i litigi fra padre e figlio. Ultimamente sembrava che Angelo frequentasse una donna di dieci anni più anziana di lui e questo preoccupava non poco Maria Vittoria e Domenico, che ave¬ vano sempre paura che qualcuno potesse approfittare delle debolezze del loro figliolo. A dare l'allarme, la scorsa notte, è un vicino che chiama il 113; quando la polizia arriva il padre si fa trovare all'ingresso dell'abitazione. E' sconvolto. «Sono stato io - dice -, non ne potevo più». Poi consegna l'arma e si lascia portare in questura e da lì in carcere dove viene ricoverato nell'infermeria per il grave stato di agitazione psicomotoria. Domenico Coiante è accusato di omicidio volontario dal sostituto procuratore Fabio Picuti che lo interrogherà nei prossimi giorni per la convalida del fermo. Il giovane sordomuto, che era disoccupato, aveva lavorato per un breve periodo come operaio nello stabilimento di canù reatine Icar-Montana e successivamente, come trimestrale, in un ufficio postale a Roma. Il padre è un camionista e lavora per una società edile. La madre è casalinga, mentre la sorella sta seguendo un corso per diplomarsi infermiera. Ieri le due donne, sotto choc, sono state accompagnate a casa di parenti a Lisciano, una frazione di Rieti. Cristiana Pumpo Domenico Coiante ha ucciso il figlio

Persone citate: Cristiana Pumpo Domenico, Domenico Coiante, Fabio Picuti, Maria Vittoria Greco

Luoghi citati: Catanzaro, Maierato, Montana, Rieti, Roma