la disfida coniugale di Besançon

la disfida coniugale di Besançon LA FRANCIA ALLE URNE la disfida coniugale di Besançon Marito e moglie in lizza per il posto di sindaco BESANCON DAL NOSTRO INVIATO Che 19 automobili vadano a fuoco una tranquilla sera di marzo per svagare gli irrequieti banlieusard locali, non turba oltremodo la «seriosa» (Stendhal dixit) Besangon. E nemmeno i diecimila impieghi persi negli ultimi vent'anni. Quanto al canale Reno-Rodano - che doveva portare sulle rive del Doubs miliardi e occupazione il suo abbandono in extremis non fa uscire i cittadini dalla loro proverbiale flemma. In 2500 anni, si dicono, l'antica Vesontio gallico-romana ha conosciuto ben altre emergenze. Ma a scatenare le passioni d'una campagna elettorale atipica per eccellenza, ci pensa «la belle Simone». La chiamano così, malgrado l'età non più verde. E' la sulfurea moglie (a voler essere pignoli, la terza) del sindaco ps Robert Schwint, che regna sul capoluogo regionale della Franche-Comté da ben 21 anni per interposto coniuge. Lui, la grande politica. Lei, i piccoli favori. Lavorano insieme, a pochi metri l'uno dall'altra. Tandem affiatato sul piano coniugale - monsieur Robert si dice «innamoratissimo» - ma ancor più clientelare. Il guaio è che Simone finiva per annoiarsi un po' troppo fra pratiche e raccomandazioni. Così ha deciso di candidarsi per le Regionali del 15 marzo e - in prospettiva - brigare la Mairie che il coniuge le cederebbe con dinastica cavalleria. Ma non apprezzando troppo una successione familiare dagli ambigui contorni, il partito ha escluso la sua candidatura. Simone la Bella non è tuttavia donna da arrendersi. Ha ingiunto al povero Schwint di dimettersi dal ps e preso le redini in mano. Guiderà dunque una lista parallela, in larga misura femminile, dal nome squillante e bellicoso: «A' Gauche!». Amore & Guerra (elettorale). Besangon non attendeva altro, per scuotersi dal torpore di una marca orientale incastonata fra Svizzera e Baden, che un duello sentimentalpolitico. Stendhal, che ambientò qui «Il Rosso e il Nero», stenterebbe a riconoscere la «sua» Besancon. Eppure, la città non ha smesso di essere bicolore. Vive ancora suH'Armée, le cui uniformi rosse impressionarono lo scrittore. E la tonaca nera, ancorché sostituita dal clergyman, mantiene il suo prestigio. Bastione del cattolicesimo contro la Riforma, Besancon rimane assai pia nella Francia laica. E i preti ricambiano la fiducia. Un ventennio fa, quando chiusero in massa le fabbriche d'orologi (prima risorsa cittadina da inizio '800) messe ko dalla concorrenza asiatica, la Chiesa scese in campo con fermezza. E qualche parroco nascose in canonica pezzi e macchine preziose affidatigli per sottrarli al liquidatore. Era già Rosa, Besangon. La Gauche arrivò al potere nel '61, e da allora nessuno ha potuto scalzarla. Ma la dissidenza di Simone costituisce una chance inattesa per gli avversari. In particolare Michel Algrin, il Nero (nel senso Front National) cui Jean-Marie Le Pen affida le sue fortune nella Contea Franca. Per il Fn, quelle 19 automobili distrutte dal vandalismo giovanile sono una vera manna. Dimostrerebbero che l'ac¬ cidiosa Besangon nasconde il Bronx. Si chiama Planoise. Sorge fuori dall'ansa che il Doubs ritaglia intorno alla Città Vecchia garantendole una posizione - ben lo comprese Giulio Cesare - inattaccabile. Qui le torri Iacp e una planimetria ortogonale sostituiscono le vie tortuose della cittadella. La popolazione è, in buona misura, immigrata. Così, almeno, pretende l'avv. Michel Algrin. Se otterrà - come spera - il 20% raddoppiando i 4 consiglieri attuali, il gruppo Fn potrebbe divenire l'ago della bilancia in Consiglio. Ma la pugna sarà feroce. Nella Région più misconosciuta di Francia, ben tre ministri muovono le loro pedine. A Belfort, il cui sviluppo demografico minaccia Besangon, comanda Jean-Pierre Chevènement. Responsabile degli Interni, le sue ambizioni per Matignon non fanno mistero. Sul fianco occidentale, la Verde Dominique Voynet (Ambiente) sogna che il suo feudo - Dole, un tempo sovrana - recuperi il prestigio sottrattole. E poi c'è Pierre Moscovici, titolare nel governo Jospin delle Questioni Europee. La vox populi mormora che nell'«operazione Simone» funga da burattinaio. Lancerebbe nella mischia la Lisistrata rosa per indebolirne il coniuge e sottrargli la carica. «Storie all'italiana» commentano maliziosi, tra un aperitivo e l'altro, gli avventori dei caffè. Il marito succubo, la moglie che fa lo slalom tra Madame Bovary e Hillary Clinton, lo strapaese in trionfo, e torbide congiure politiche. Iniziatasi nel segno di Feydeau, la Simonestory potrebbe conoscere insomma un epilogo alla Borgia. Tra due settimane il responso. Ma qualcuno azzarda un pronostico in linea con la Commedia degli Equivoci. Besangon potrebbe cioè ritrovarsi a Droite, e il contado - determinante per i seggi - abbandonare come nelle ultime Politiche l'rpr-udf votando Gauche. Il sindaco Schwind vuole comunque vendere cara la pelle sua e di madame. «Le Figaro» gli dedica un reportage irrispettoso in cui sonnolenza amministrativa, inciuci multipli e clientelismo sembrerebbero contraddistinguere la sua vocazione al quieto vivere? Eccolo rispondere con una missiva incendiaria. Senza citare la sua dolce metà, spiega che lungi dall'assopirsi Besangon sfavilla per dinamismo. Impossibile dargli ragione. Ma non si può dire abbia torto. E' l'eterno paradosso della regione. Complice una posizione apparcata ma cruciale in Europa, la Franche-Comté ha nel suo patrimonio genetico ritrosia ma pure inventiva, determinazione imprenditoriale (varò le prime cooperative fra allevatori nel 1200) e animo visionario. L'avventura dei Peugeot - un capitalismo dalla ferrea etica protestante - esordì quassù. E cambiare spesso padrone (Borgogna, Spagna, Austriaci, Francia) aguzza l'ingegno. L'utopia di Fourier nacque a Besangon. Come il rayon, Pasteur, Pierre Joseph Proudhon, Victor Hugo e oltre 40 scrittori. Che la via principale si chiami tautologicamente Grand Rue e tra prefettura, chiese, hotel particulier sette-ottocenteschi, caserme... Besangon esibisca fiera uno stucchevole look di provincia benpensante non inganni: eppur si muove. In bilancio, la Cultura sfiora il 10% decuplicando la media nazionale. Il periodico «Usine Nouvelle» recensisce inoltre 80 fra piccole e medie imprese «esemplari». E il crollo dell'orologeria si traduce in un rilancio per l'innovazione. Miniaziende che lavorano sul cablaggio, i componenti plastici hi tedi, la galassia informatica. Dimenticavamo: nel '90 Besangon giunse prima fra le metropoli francesi per qualità del vivere. Adesso lo scettro è in mani altrui, ma con le sue 120 mila anime insidia tuttora la pole position. E se la letargia fosse una forma di benessere? Enrico Benedetto Nel capoluogo della Franche-Comté una congiura da strapaese ordita, si dice dal ministro per le Questioni Europee Si vota il 15 per le Regionali e il 22 per le Cantonali: Jospin spera di replicare il successo H Da sinistra Jean-Mane Le Pen, Jean-Pierre Chevènement e Dominique Voynet

Luoghi citati: Baden, Europa, Francia, Spagna, Svizzera