«Perdoniamo l'Età»
«Perdoniamo l'Età» Il premier spagnolo ha offerto una via di uscita ai terroristi se abbandoneranno per sempre le armi «Perdoniamo l'Età» La proposta choc diAznar MADRID NOSTRO SERVIZIO Mentre il suo terrorizzato partito popolare (di destra-centro) continua letteralmente a blindarsi per evitare i sempre più frequenti attentati dell'organizzazione indipendentista basco-spagnola Età Militar, non solo in Euskadi ma in tutto il Regno (cinque suoi dirigenti assassinati negli ultimi otto mesi), ieri il premier José Maria Aznar, dalle colonne di «El Mundo», ha offerto una via d'uscita ad Età se accetterà di abbandonare le armi. La proposta non è completamente nuova: ma le volte precedenti era stata formulata in tono minore e non in una maniera così esplicita. Aznar nell'aprile '95 si salvò per una frazione di secondo da un'autobomba che investì la sua auto lasciandolo miracolosamente illeso. Ora, a due anni dalla sua vittoria elettorale, in un'intervista-fiume così esordisce: «I terroristi e i loro fiancheggiatori sanno di aver perso la battaglia. Una fine negoziata del terrorismo è soggetta a condizioni molto chiare, come il ripudio della lotta armata, non solo a parole, ma supportato dalla dimostrazione inequivoca dell'abbandono della violenza». Ma subito dopo il primo ministro spagnolo smorza l'offerta che deve fari i conti con la linea ufficiale sostenuta dal governo nella politica antiterrorista. Una politica che dice no alle richieste del diritto di autodeterminazione, che disperde i 545 assassini di Età incarcerati lontano dai Paesi Baschi, che respinge l'ipotesi di una trattativa diretta con la direzione strategica «Etarra» e che infine dice no al ritiro della polizia e delle forze armate statali da Euskadi. «Purtroppo - spiega Aznar - ciò non è attuabile nell'immediato. Confermo la nostra politica antiterrorista e non accetterò in alcun caso una tregua-trappola proposta da Età. Bisogna prima vedere manifestazioni espresse, chiare e determinate di abbandono della violenza. In quel momento saprò tendere la mano». L'accenno alla tregua-trappola è un punto molto importante. Aznar si riferisce alla tregua di tre mesi «su tutti i fronti di lotta» che concesse Età nell'89 durante le negoziazioni ufficiali, dal 28 gennaio al 23 marzo, tra il capo storico «Etarra» Eugenio Etxebeste, «Antxon» ed il numero due del ministero degli Interni Rafael Vera in Algeria. Il negoziato, ufficialmente, fallì per una frase del comunicato congiunto diffuso ai mass-media dal ministro degli Interni Corcuera che definiva la soluzione «concordata e definitiva», mentre per Età la soluzione doveva essere definita «politica negoziata». In realtà, si saprà poi che il fallimento era stato determinato dall'opposizione intransigente del partito di Aznar, allora guidato dall'ex ministro franchista Fraga Iribarne (tuttora presidente onorario). Aznar più avanti nell'intervista insiste: «Sono disposto ad essere generoso se necessario, ad essere comprensivo, se questo aiuta la fine del terrorismo». Ed aggiunge: «In una fine negoziata, se si produce un abbandono definitivo delle armi, la società spagnola e lo Stato sapranno essere generosi ed adottare misure che ci servano per guardare verso il futuro e far sì che si superino questioni tanto dolorose del passato». Aznar si riferisce al precedente dello scioglimento di Età Politico-Militar, la sinistra antifranchista dell'organizzazione indipendentista, che abbandonò le armi nel settembre dell'82, dopo una trattativa se¬ greta con il governo centrista del premier Suarez. I suoi militanti, 200, vivono oggi tranquillamente in Euskadi pur avendo decine di cadaveri sulle spalle. Vennero amnistiati senza dover pagare il prezzo del carcere e dopo pochi mesi di «esilio» in Francia. Chi trattò per Età, lo storico «Etarra» Mario Onaindia, è oggi il presidente del partito socialista basco, federato al partito di Gonzàlez. Età prenderà in qualche considerazione l'offerta di Aznar? Lo sapremo oggi leggendo il fondo che ogni lunedì viene pubblicato, firmato con lo pseudonimo «J. Iratzar», sul suo giornale «Egin». Intanto le sedi popolari, rivela «La Vanguardia», applicano da sette giorni speciali misure antiterrorismo: barriere antibombe e metal ed explosive detector. . Gian Antonio Orighi Intanto il primo ministro ordina di blindare tutte le sedi del partito » r Intanto il primministro ordidi blindare tule sedi del pa Il primo ministro spagnolo José Maria Aznar e, nella foto più piccola in basso, l'ex ministro franchista Fraga Iribarne, ora presidente onorario del partito popolare di Aznar
Luoghi citati: Algeria, Francia, Madrid, Paesi Baschi
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