// «botteghismo» e la «Cosa bianca»

// «botteghismo» e la «Cosa bianca» OPINIONE // «botteghismo» e la «Cosa bianca» CfE'un botteghino di cinema vuoto con una lunga fila davanti, che si snoda e rotola sul marciapiede. Gente nervosa che con gesti frenetici caccia e ricaccia la mano in una tasca per trovare il foglietto scarabocchiato e ripassare la frase. Quella che al bigliettaio del cinema piacerà e garantirà il pass per sedersi in poltrona a guardare... il film. Che cosa farà più effetto? Blandire con la tecnica della critica costruttiva, oppure affondare un colpo duro in apparenza, ma stemperato in un'infinità di virgole che consentano di affrontare poi il cammino insieme? E quell'ormai famoso, ironico, slogan «vi stupiremo con gli effetti speciali», potrà essere soddisfatto da qualcuno della chilometrica fila? Quel biglietto è la metafora del patto che consentirà, non di vedere un film, ma di sedere al tavolo del potere regionale. Tutti in fila, più o meno appassionatamente, per le elezioni. Ma non gli elettori, i candidati, anzi, chi li rappresenta. Tutti a sgomitare, a dimostrare che l'alternativa in politica è concetto cambiato: non è presentarsi con un progetto, con un idea per essere più credibili e quindi «guidare» il governo al posto di..., ma è dimostrare che si è i più bravi per «guidare» con chi è già al governo. Macché proporzionale, ma che razza di sciocchezza è il maggioritario! La novità e, soprattutto, la verità, è il «botteghismo». Il bisbiglio è ormai diventato voce, sentenza perentoria: noi siamo bravi, rappresentiamo la Valle d'Aosta più degli altri e siamo pronti a governare con l'union valdòtaine. Ed è per questo che siamo la vera, unica alternativa possibile. In fondo basta un attimo a spazzare concetti vecchi, superati dalle nuove logiche politiche. Al posto del programma «di e per il governo», si propone «il governo con». Senza badare se tutto ciò disorienti o meno il cittadino. L'elettore che già è costretto a fare i conti con l'uv autonomista e federalista, gli Autonomisti e la Fédération autonomiste, adesso deve pure infilarsi in concetti «illuminanti» come il «botteghismo». Nella campagna elettorale più silenziosa del Dopoguerra, c'è anche qualche illuso, anzi, qualche nostalgico della prima Repubblica che vorrebbe almeno comprendere se sia possibile distinguere tra destra o sinistra, tra progressisti e conservatori. E' il programma quello che conta, ci si sente rispondere. E la novità è che si dichiara prima con chi lo si vuol seguire, l'uv. Più facile di così... La Fédération non ha neppure bisogno di ricordare che è alleata dell'uv; gli autonomisti l'hanno lasciata, ma «per troppo amore», perché volevano già da adesso governare con lei ; il pds è l'alleato sicuro; l'Ulivo e un po' in dubbio, ma è così variegato che i suoi vertici avvertono di non avere pregiudiziali; Forza Italia per ora dice che così non si governa e An di governo proprio non parla. La Lega...La Lega pensa alla Padania. E sullo sfondo si agita un fantasma. Si chiama «Cosa Uno bianca». Forse sarebbe meglio usare l'imperfetto. Era un progetto trasversale nato sulle ceneri della de, che si dava un po' di colore allungandosi fino all'uscio dell'ex psi, per poi andare a solleticare le frange unioniste con crisi d'identità. Ma la «Cosa» è rimasta un fantasma, svanito in una cena o poco più. L'idea? Un programma di governo senza «con». Ma non è tempo. Oggi va il «botteghismo». Ma votare, non era scegliere? Enrico Martinet