«NON VOGLIO LE ELEZIONI»

«NON VOGLIO LE ELEZIONI» «NON VOGLIO LE ELEZIONI» CARO Direttore, con grande attenzione, prima, e con estremo stupore e altrettanta preoccupazione, poi, ho letto l'articolo che, sulla Stampa di ieri, sabato 28 febbraio, Augusto Minzolini dedica a quella che viene chiamata la mia «ultima tentazione»: cioè il «piano», anzi, il «desiderio» di «fare le elezioni subito dopo l'ingresso in Europa». Sono rimasto stupito perché mai - ripeto, mai - ho coltivato né un «piano» né un «desiderio» di questo genere e, di conseguenza, mai - ri¬ peto, mai - ne ho parlato, né «nel solito consesso di consiglieri devoti» né in altri luoghi o altre occasioni. E sono rimasto preoccupato perché è di tutta evidenza quali sarebbero i danni qualora in Italia, all'estero, sui mercati, si diffondesse la voce o, peggio ancora, la persuasione che il presidente del Consiglio italiano stia coltivando il progetto di provocare una crisi di governo. Il prossimo 3 di maggio se, come fondatamente spero, saremo stati ammessi con i primi alla Unione economica e monetaria, l'Italia avrà conquistato un risultato di portata che non credo sia esagerato definire storica. Romano Prodi CONTINUA A PAG. 7 SECONDA COLONNA

Persone citate: Augusto Minzolini, Romano Prodi

Luoghi citati: Europa, Italia