Dove va il cinema delle donne? di Daniele Cavalla

Dove va il cinema delle donne? Dove va il cinema delle donne? CINQUE giorni di pellicole «al femminile». Si apre mercoledì 4 marzo al Massimo, via Montebello 8, il «Festival Internazionale Cinema delle Donne» denominato «In viaggio con noi». Giunto non senza difficoltà e polemiche alla quinta edizione, è organizzato dall'Associazione Culturale per la produzione e la diffusione della cultura delle donne La Mo-Viola. Hanno collaborato, fra gli altri, la Regione, il Comune, la Provincia, il Museo Nazionale del Cinema, il Goethe Institute, il Provveditorato agli Studi. Il programma comprende trenta film, documentari e cortometraggi che rappresentano il meglio della recente produzione cinematografica al femminile. Quattro le sezioni su cui si articola il Festival: il concorso lungometraggi (otto le pellicole in cartellone), per le scuole (quattro i titoli), concorso documentari (otto i lavori proposti) e cortometraggi (tredici le opere in gara). Questi lavori, tutti proposti in anteprima italiana, narrano di persone, sentimenti e fatti visti attraverso lo sguardo delle donne e appartengono a vari generi cinematografici. L'atteso lungometraggio «Sous les pieds des femmes» (Sotto i piedi delle donne) di Rachilda Krim con Claudia Cardinale e Nadia Fares racconta, ad esempio, la storia di una domia, riservata e sottomessa al marito, che diventa una militante nella lotta per l'indipendenza dell'Algeria. Due giovani della Rhodesia sono invece protagoniste di «Flame» di Ingrid Sinclair: Florence e Nyasha, questo il loro nome, lasciano il loro villaggio per arruolarsi nell'esercito dei rivoluzionari. Il brasiliano «Doces Poderes» (Dolce potere) di Lucia Murat è un thriller ambientato nel corso di una campagna elettorale in Brasile, il coreano «Sechinku» (Tre amici), titolo d'apertura del festival (mercoledì 4 marzo alle 15 in sala uno), si incentra sulle vicissitudini di tre giovani che non riescono a superare l'esame di ammissione all'università e viene così presentato dalla regista Jim Soon Riye, ospite in sala come parecchie altre autrici dei film in concorso. «Con questo film ho voluto esplorare la rigidità che offusca la società coreana». Limitata la presenza italiana: il film «Dei delitti e dell'amore» di Milly Toya, storia di quattro donne ospiti di una grande casa di campagna dove l'assenza di una delle due padrone di casa dà adito a sospetti, e il corto «Metà» di Giovanna Di Medio basato su un uomo in crisi esistenziale. L'inaugurazione è in programma mercoledì 4 marzo alle 20,30 al Massimo Uno, la cerimonia di premiazione si svolge domenica 8 alle 15. Si legge sulla presentazione del Festival: «Grazie al loro talento e alla loro perseveranza oggi le registe ricoprono un po- sto di rilievo nel paesaggio cinematografico internazionale. Eppure la quantità e la qualità delle opere presentate nelle quattro edizioni della manifestazione, che tranne in rarissimi casi non hanno in seguito trovato una distribuzione, dimostrano che la funzione del festival è ben lungi dall'essere esaurita. I festival di cinema delle donne continuano ad essere per molte registe lo schermo fondamentale per presentare le opere a livello internazionale, in Italia "In viaggio con noi" spesso purtroppo è l'ultimo schermo». Daniele Cavalla Dove va il cinema delle donne? Una scena del corto britannico in concorso <Vallev Girls» di Sara Sugarman

Persone citate: Claudia Cardinale, Goethe, Ingrid Sinclair, Jim Soon Riye, Lucia Murat, Milly Toya, Nadia Fares, Sara Sugarman, Vallev Girls

Luoghi citati: Algeria, Brasile, Italia, Rhodesia